La giustizia del canton Turgovia ha tolto il divieto di portare il velo islamico nelle scuole decretato nel 2011, a causa di una mancanza di base legale e perchè la misura non rispettava il principio della proporzionalità.


Con questa decisione, la giustizia turgoviese ha dimostrato che la legge non è uguale per tutti: da un lato vi è in atto una vera e propria crociata contro i simboli della religione cristiana, in particolare il crocifisso, sulla cui presenza nelle scuole si espresse il Tribunale federale già negli anni ’90. Dall’altro lato, in nome di una libertà di religione sempre più a senso unico, viene tollerato che in una scuola pubblica delle allieve portino il velo islamico. Purtroppo questo è solo uno dei tanti esempi di tolleranza di simboli intolleranti in nome del politicamente corretto.

Bene fa la scuola di Bürglen a non accettare la decisione del tribunale amministrativo turgoviese e a portare l’affare al Tribunale federale. La decisione della scuola infatti non era campata per aria ma basata sul proprio regolamento scolastico. Nel caso in cui il Tribunale federale dovesse giudicare insufficiente la base legale, ai turgoviesi non resterà che proporre una modifica della legge o della Costituzione volta a codificare il divieto del velo islamico e di qualsiasi copricapo che dissimuli il volto in pubblico, sull’esempio di quanto chiede l’iniziativa popolare lanciata da Giorgio Ghiringhelli e sostenuta da ben 11’600 cittadini ticinesi. Perché fino a prova contraria, le radici della Svizzera non sono islamiche.

Luca Paltenghi
Assistente parlamentare
UDC Ticino