Nel 1947 il Subcontinente indiano veniva diviso in due tra India e Pakistan,. Negli anni dopo l’indipendenza e fino al 1970 il Prodotto interno lordo Pakistano era circa il doppio di quello indiano. Negli anni 70 il Bangladesh si staccava dal Pakistan ed il Pakistan restava composto unicamente dalla parte occidentale più ricca, nonostante ciò 40 anni dopo le proporzioni si erano invertite ed il PIL indiano risultava circa il doppio di quello pakistano.

Tra il 1950 und 1980 il prodotto interno lordo indiano é cresciuto mediamente del 3,5% . A seguito dei problemi economici il governo optò per una politica di relativa apertura del mercato ed il PIL tra il 1994 ed il 1997 crebbe mediamente del 7.5%, dieci anni dopo la crescita era del 9.5% annuo. Tra il 1997 ed il 2011 il reddito medio pro capite é passato da 300 $ a 1700 $. Da un paese che utilizzava in maniere inefficiente miliardi di aiuto in 20 anni l’India si é tramutata in un paese emergente, con un mercato interessante per gli investitori di tutto il mondo. Anche se non mancano i problemi :apparato burocratico inadatto ad uno stato moderno ed efficiente, carenza nella rete di infrastrutture, in particolare della rete stradale e ferroviaria e produzione di energia elettrica inefficiente ed altamente inquinante, lo sviluppo dell’economia indiana è comunque stupefacente.

La struttura sociale arcaica, il ruolo della donna nell’economia del paese e le pratiche legate all’aborto selettivo di feti di genere femminile rappresentano problemi con implicazioni non solo eticamente, ma anche economiche negative da non sottovalutare. Una delle principali critiche al sistema economico indiano è quella di un grande divario tra gli strati sociali ed una scarsa ridistribuzione del reddito, anche se oggettivamente si assiste da anni ad un costante diminuzione della classe povera a favore di quella media e l’India sta comunque compiendo progressi anche in campo sociale e soprattutto sanitario. Riguardo al sistema sanitario è opportuno rammentare che negli anni dopo l’indipendenza la medicina in Pakistan godeva di una reputazione internazionale certamente maggiore di quella indiana ed in particolare grazie ad un rapporto privilegiato con la ex potenza coloniale un importante numero di medici pakistani venne formato in Gran Bretagna.

In India parallelamente alla crescita economica vi fu una crescita della qualità del sistema scolastico ed universitario, con un interscambio crescente sia con la Gran Bretagna, che con il Canada, l’Australia e soprattutto gli Stati Uniti. Attualmente il governo indiano sta portando avanti un piano per offrire ad oltre la metà degli 1.2 miliardi di cittadini indiani cure di base gratuite. Il programma si prefigge in particolare di garantire la possibilità ai medici di prescrivere gratuitamente i farmaci generici più importanti e quindi ai pazienti l’accesso gratuito ai trattamenti essenziali delle malattie più frequenti. Si tratta di un programma sanitario forzatamente limitato alle cure essenziali, ma di dimensioni impressionati quanto a numero di cittadini coinvolti. La scissione del subcontinente indiano in due nazioni, l’una fortemente statalizzata e l’altra maggiormente basata sulla libera economia rappresenta un interessante modello di studio. L’esempio indiano sembra confermare, che un tessuto economico sano rappresenta il miglior presupposto per lo sviluppo della socialità.

Guido Robotti, medico, area liberale