Oggi pubblichiamo – ed è una première per noi – un racconto, il cui autore è uno scrittore piemontese, di Biella, che ha scritto anche un romanzo, che vi presenteremo. Giorgio Dagostino ha 76 anni, è stato dirigente industriale nel tessile, ama il bel canto, la pittura, l’alpinismo e il golf. Da alcuni anni vive ad Aldesago.

Nel giallo di Stresa

A cinquantasette anni la bellezza di una donna è ormai vicina ad essere un ricordo. Ma il fascino è tutt’altro e Laura ne era la dimostrazione. Dopo otto, nove ore di ambulatorio medico, con il camice bianco un po’ stazzonato e le sue bionde ciocche ribelli sulla fronte, era ancora una donna decisamente attraente.

In quel giorno di metà aprile, mentre consumava la colazione indugiò più del solito nel soggiorno, davanti alla finestra del IV° piano nel bel palazzo sulla passeggiata di Stresa, ad ammirare lo spettacolo del magnifico panorama che le stava di fronte. Era in momenti come quelli presto cancellati dagli impegni che incalzavano che tornava a spuntare il desiderio nascosto e quasi molesto di gettarsi in una nuova vita. Gettarsi, pensò, potrebbe essere la parola giusta, come un tuffo nella luce.

C’era stato il marito, Mike, preciso e sicuro come sui suoi campi da golf dove trascorreva tutto il suo tempo libero, c’erano i figli: Walter primogenito che come lei non avrebbe avuto nessuna più grande passione della medicina, ventottenne già alle dipendenze dell’ospedale Civico di Lugano presso il centro di cardiochirurgia. Diletta ventitreenne un fiore che stava sbocciando in tutto il suo splendore, fisico atletico, occhi azzurro intenso luminosi, universitaria presso la facoltà di architettura dell’Università di Mendrisio, già stava pensando alla tesi di laurea in prossimità dell’ultimo anno. Svolgeva fra le sue attività nel tempo libero, l’alpinismo e l’arrampicata su roccia, grande passione trasmessale dalla mamma. Con i due figli la mamma condivideva un ottimo rapporto di confidenziale amicizia.

Diversi pensieri la rincorrevano, il ricordo del marito Mike dal quale divorziò dieci anni prima, inglese vecchio golfista.
Le vecchie amicizie nell’ambito del lavoro e del tempo libero che incontra regolarmente in occasione di gite in montagna nell’ambito del Club Alpino sezione di Arona, amici golfisti con cui si vede in occasione di piacevoli incontri sui campi da golf all’Alpino e all’Iles Borromee dove da anni è membro attiva.

Sono le nove passate la fedele infermiera è ad attenderla con il primo paziente : un caso impegnativo, la sua depressione si manifesta particolarmente nei trapassi stagionali e siamo in primavera.….. Laura lo accoglie con la sua solita cordialità e sorridendogli, gli si rivolge con voce suadente < Signor Michele come va? È riuscito in questo frattempo a distrarsi a rilassarsi un po’ rubando qualche ora al suo impegnativo lavoro e praticare dello sport, o semplicemente riposarsi lo spirito ascoltando della buona musica o immergendosi in una piacevole lettura ? > Laura è preoccupata di non poter fare di più con i medicinali che peraltro va molto cauta nel prescriverglili. Purtroppo a volte è costretta per cercare di inviduare una appropriata terapia e solo ed esclusivamente nei momenti cruciali dove ritiene l’intervento dei medicinali indispensabile. Laura cerca un dialogo com‘è sua abitudine fare : “Lei è ancora giovane con quarantanove anni, ha un futuro davanti a sé, una bella famiglia di cui ne può essere orgoglioso, una brava moglie e dei figli adorabili, una buona posizione >. Sapeva benissimo che le sue parole lasciavano il tempo che trovavano ma ciò nonostante continuava cercando di scoprire i fattori della malattia e di colpire la sensibilità nascosta nella personalità del soggetto. Lui le sorride come al solito si ripromette di seguire i suoi consigli per quanto gli sarà possibile, ma aggiunge : < gli impegni di lavoro a volte mi portano via anche il fine settimana che vorrei dedicare alla mia famiglia, al riposo dello spirito, ma aimè non ci riesco>, dopo un breve silenzio Laura fissa la data per la prossima seduta e fissandolo intensamente come per trasmettergli un sentimento di pace e di fiducia nel futuro con unastretta di mano si accomiatano. Termina la sua giornata lavorativa a metà pomeriggio con altri due casi.

A sera inoltrata riceve una concitata telefonata dalla moglie del suo paziente quarantanovenne…..che la lascia sernza parole, frastornata……fra le lacrime la giovane signora le comunica che il marito si è suicidato buttandosi dalla finestra dal terzo piano ! trascorrono alcuni secondi di silenzio Laura ascolta i singhiozzi della povera donna e cerca di proffererire qualche parola di conforto < Il dolore è grande sono vicino a lei e se posso esserle utile in qualche frangente, può disporre di me >, rivolge poi lo sguardo al cielo e sussurra < perché Dio permetti queste crudeltà, questi dolori perché… si mette in ginocchio, recita una preghiera ricordando il volto sofferente dell’uomo >.
Telefona ai suoi due figli mettendoli al corrente del grave fatto che la coinvolge in prima persona pregandoli appena sarà loro possibile di raggiungerla. Nel breve spazio di mezz’ora sono entrambi da lei e le rimangono vicini tutta la serata cercando parole per poterla confortare e rassicurare.

Nel corso della serena conversazione con i figli Laura si è un po’ ripresa dallo smarrimento, la notizia l’aveva sconvolta. Diletta esaurito l’argomento cerca di continuare a distrarre la mamma e con il suo solito ammagliante sorriso con la sua armoniosa voce assume un tono solenne e dice: “cara mamma ho una novità da comunicarti, ho conosciuto un giovane maestro di sci alpino, mio collega, un giovane splendido già nel mondo del lavoro quale ingegnere, alle dipendenze di una grossa impresa edile Locarnese, ha trentadue anni è figlio unico di buona famiglia, abbiamo tanti interessi in comune >. La mamma sorride e l’abbraccia dicendole < sembra proprio che questo giovane che hai appena conosciuto abbia tutte le qualità di questo mondo, ti consiglierei cara di lasciare che il tempo maturi gli eventi, e che questa tua nuova amicizia si consolidi, sono comunque contenta per te e se sabato volete unirvi alla gita alpinistica con un ristretto gruppo del club alpino, avrò l’opportunità di poterlo conoscere > e si conclude così la serata.

L’azione instancabile di Laura alimenta le sue energie, così come la sua mente ed i suoi pensieri sempre positivi. I giorni si susseguono quasi senza accorgersene e siamo a fine settimana è venerdì sera, Diletta ha già provveduto a preparare la cena con la solita cura , c’è anche Walter e per Laura è sempre una festa quando tutti e tre sono riuniti. Walter sorridendo chiede quali sono le novità del giorno e la mamma lo invita a partecipare all’escursione, che spinto anche dalla curiosità di conoscere la nuova conquista della sorella, ed al piacere di poter trascorrere una giornata in montagna, con i suoi cari accetta con entusiasmo. Dopo la cena passano tutti e tre ai preparativi : al controllo di tutto il materiale necessario per essere adeguatamente preparati, per la coinvolgente e impegnativa giornata che dovranno affrontare.
Siamo ai primi di luglio una splendida giornata estiva, sono le sei del mattino, tutta la famiglia è riunita in pieno assetto alpinistico pronti per partire.

Una giornata da incorniciare, nella splendida regione del Sempione: il cielo è di un azzurro intenso e le punte sono già tutte illuminate dal sole. Sono le ore 8.00, tutti i partecipanti sono allineati sul piazzale dell’ospizio del Sempione, attenti alle raccomandazioni del capo gita. Vengono selezionati i due gruppi , quello che salirà in punta con 5 ore di salita, due cordate da quattro, mentre il secondo gruppo che si arresterà al colle presso il rifugio Monte Leone. Ordinati in fila indiana partono e attraversano uno splendido bosco di pini montani e di pini cembri con numerose ampie radure, il primo impatto è invitante con il primo bagno di sole che fa capolino. Imboccano il sentiero che ogni volta offre nuovi spunti fotografici e nuove emozioni in questo fantastico severo contesto alpino. Il paesaggio è fiabesco con le sfumature nei diversi colori, la rugiada che brilla ai primi raggi di sole che filtrano attraverso i rami degli alberi formando ombre e fasce di colori, tutto il gruppo rallenta il passo ammirati ed attratti dall’affascinante natura.

Laura che ha già fatto diverse volte quell’itinerario a fare da cicerone: nella salita fa notare un grosso masso squadrato sotto lo sperone dell’ Hubschorn a quota 2400 m. circa. Giorgio ne è particolarmente ammirato da quella donna speciale, così come Mario capo gita che seguiva a breve distanza.nGli otto alpinisti che hanno deciso per la punta è composto: da Mario esperto alpinista, i suoi due figli anche loro giovani alpinisti amanti della montagna. Laura con i suoi due figli discreti buoni alpinisti con già diverse esperienze; mentre Giorgio alle sue prime armi con tanto entusiasmo e amore per la montagna; Eliane l’amica di Laura brava alpinista, i tre amici di Mario assidui frequentatori delle gite del del club alpino, il capo gita da le ultime disposizioni raccomandando prudenza e proseguono nell’impegnativa risalita.

Giorgio è molto pallido, Laura appare perplessa lancia sguardi preoccupati ai suoi figli che a loro volta incrociando lo sguardo della mamma, cercano di rassicurarla con un sorriso pur essendo a loro volta preoccupati sapendo bene, che Giorgio è alle sua prima esperienza di quel genere. La salita che si apprestano verso la cresta a “W” poco prima del colletto a 3403, su un pendio di oltre 45 gradi è da percorrere con il massimo dell’attenzione e solo nella buona stagione con ottime condizioni come in quella splendida giornata di luglio. Raggiungere la vetta del Monte Leone a m. 3553 è una grande esperienza alpinistica in un contesto spettacolare con una magnifica vista sul Fletschorrn e delle alte vette circostanti in un orizzonte che si perde a vista d’occhio.

Rinomata la ‘via della Paretina’, un pendio ripido che si apprestano ad affrontare, la fatica incomincia a farsi sentire ma non pone però grandi difficoltà, anche se spesso ci si imbatte in rocce molto fessurate con cavità profonde di diversi metri sembrano dei crepacci nella roccia., il pericolo potrebbe presentarsi in primavera, quando i ponti di neve nascondono tali fessure. Giorgio è sempre più attento e preoccupato, è sempre più vicino a Mario, non lo perde di vista un istante osserva dove mette i piedi cercando di seguirne le orme.

Si formano le due cordate da quattro, Giorgio è secondo il più vicino a Mario, segue Diletta, e chiude la prima cordata Walter. Segue la seconda formata da Laura, Eliane e i due figli di Mario. Ultimo sforzo, i componenti del gruppo hanno ormai più di quattro ore di cammino sulle gambe e li sentono : la prima cordata inizia la salita più impegnativa, la corda è tesa….. Mario aveva già precedentemente notato l’ incertezza del giovane che lo segue, l’ho invita alla calma, a non guardare in basso,…… non ha terminato la frase che il giovane perde il controllo e scivola,…… immediatamente la corda si tende,…. Mario cerca un’appiglio un’appoggio solido che possa reggere il peso non indifferente di due persone, blocca la corda con un moschettone e se la passa dietro la schiena, è al massimo della concentrazione, i muscoli si tendono come corde di violino il volto assume un colore bronzeo rossiccio.

Tutto il gruppo si arresta immediatamente, cercando fra le rocce un sicuro appoggio, la corda a cui sono legati è tesa al massimo, le mani strette sui moschettoni. Giorgio ormai ha perso il controllo e penzola strisciando sulla parete, sotto di lui uno strapiombo di trecento metri è trattenuto con tutta la forza di cui Mario dispone, è ben fermo su uno spigolo di roccia addossato alla parete. Inizia il recupero il peso non è poco, il giovane è alto più di un metro e settantacinque e sarà sugli ottanta chili,……lo sforzo che Mario è chiamato è enorme i sudori gli coprono il viso i possenti muscoli delle braccia sono tesi al massimo dello sforzo evibrano sulle posenti braccia, il solito dolore lancinante al gomito destro l’ho trafigge, ciò nonostante non è certamente intenzionato a mollare per nessuna ragione, Walter nel frattempo si è avvicinato a Mario, ha afferrato anche lui la corda che ondeggia tesissima e sfrega sulla roccia, inizia il recupero anche il viso di Walter è coperto dal sudore le braccia sono tese in uno sforzo al massimo delle sue possibilità, ……e, pian piano un tiro dopo l’altro, in coro con voce possente ritmata e riescono a recuperare con ritmo fermo il giovane tenendolo poi strettamente abbracciato. È salvo!… Tutti immobili e ammirati esterrefatti non si trattengono dal gridare < un evviva grazie a Dio >! e commossi applaudono.

Ora il problema rimane la discesa fortunatamente appena sotto individuano una ciengia (rientranza nella roccia) che consente ai due soccorritori di far scendere Giorgio pian piano, riuscendo poi ad adagiarlo all’interno della rientranza aiutati anche dagli altri componenti la cordata, Diletta si sporge senza paura trattenuta da Walter e da Mario e si aggrappa disperatamente al suo Giorgio abbracciandolo forte.

Il gruppo che si trova poco prima della vetta, sentono dei versi a metà strada tra un sibilo e una sbuffata, si tratta di una dozzina di camosci che fuggono scendendo a rotta di collo lungo il ripidissimo versante orientale. Lo spettacolo improvviso distrae tutti compreso Giorgio che nel frattempo si è un po’ripreso, abbozza un mesto sorriso stringendosi forte a Diletta, il quel momento i due giovani non riescono più a trattenersi ed i loro volti appaiono rigati da lacrime, tutti sono commossi scende un silenzio assoluto, Laura sente un groppo in gola, le ritorna il pensiero di quel pover uomo suicida e della sua povera famiglia, cerca di abbandonare il pensiero e pensare concentrata, dove mette i piedi.
Mario scende pian piano guardando bene dove appoggia i piedi e stà pensando cosa fare per portare Giorgio al sicuro e giunge alla decisione di chiamare l‘elisoccorso.

Mario invita poi tutto il gruppo ad organizzarsi per ridiscendere. Rimangono Mario e Walter con Diletta che seguirà sull’elicottero. Giorgio ha solo leggere escoriazioni e sul viso ad un gomito e sulle mani, non intende avere alcun ricovero al pronto soccorso. Non sono trascorsi ancora venti minuti e appare l’elicottero che si avvicina sollevando violentemente l’aria con qualche ciuffo d’erba, il pilota studia la posizione ottimale per lanciare in perpendicolare la fune con le apposite cinghie per il recupero. L’operazione di recupero dell’infortunato e della sua compagna Diletta richiedono circa dieci minuti, l’elisoccorso riprende quota con grande accelerazione e spostamento d’aria che richiede ai due rimasti di tenersi bene alle sporgenze della roccia.

Laura si è unita all’amica Eliane e dopo qualche giro di parole introduce con un certo apparente distacco, l’argomento che le interessa, del personaggio che ormai ha attirato l’attenzione di tutti, di quel Mario dall’espressione buona e virile dal suo bel volto dai suoi muscoli, che insieme alla giovanile potenza di quelli del figlio Walter hanno salvato la vita a Giorgio. Eliane non era né meravigliata e ancor meno sorpresa dalla curiosità dell’amica, l’avventura della giornata meritava…. anche perché l’amica Laura, né era stata particolarmente coinvolta con i suoi figli. Continuano a parlare del protagonista “Mario” e il racconto di Eliane continua: . E conclude con una punta di bonaria ironia < Laura sei soddisfatta ora ? Guarda che quel bell’uomo non dispiace neanche a me, non ho ancora raggiunto la pace dei sensi, anche se non mi sono mai sposata, non si puo`mai dire >……”. La conversazione termina con una fragorosa risata, apprestandosi ad una meritata breve pausa con il resto del gruppo.

All’arrivo all’ospizio del Sempione Laura s’avvicina a Mario, sembra che lui indugi un po’ facendo in modo che il gruppo si sfoltisca per poterla avvicinare e aver modo di trascorrere qualche minuto insieme, infatti si trovano poco dopo viso a viso e hanno modo per qualche breve istante di fissarsi con dolcezza senza parlare, dopo di che passano ai saluti con calorose strette di mano anche con i figli ripromettendosi di rivedersi a breve.

Trascorre tutto il mese di luglio e Laura riprende il suo normale lavoro, al termine delle sue giornate nel tornare a casa a volte non trova nessuno ad attenderla, consuma tutta sola una cena improvvisata, e si sente un po’ triste.
Da quella particolare giornata che aveva avuto modo di conoscere Mario, le ritornava spesso e sovente quel simpatico ricordo che con un po’ di meraviglia le procurava una piacevole sensazione facendole rivivere i tempi della sua gioventu`. Anche Mario spesso e sovente trascorreva le serate solo guardando un po’ di televisione per poi prendersi il solito libro che leggeva quasi tutte le sere prima di addormentarsi, ma negli ultimi tempi gli ritornava l’immagine di quella bella donna di cui proprio non ne sapeva nulla, se non il none, Laura. Certamente si trattava di una signora di una certa classe sociale ciò glie lo faceva supporre il suo modo di muoversi, il suo abbigliamento nella sua raffinata sportività.
Normalmente al sabato sera tutta la famiglia di Laura si riuniva, ed anche questo fine settimana, Giorgio era con loro per la cena; la conversazione ritorna alla famosa gita e Giorgio molto seriamente dice < quella giornata che poteva costarmi la pelle non me la dimenticherò facilmente di quel signore che aiutato da Walter mi ha salvato la vita>.

Diletta e Giorgio quasi contemporaneamente dicono “ci farebbe veramente piacere rivedere quel signore, avere l’opportunità di conoscerlo meglio con i suoi figli“. Laura e Walter immediatamente aggiungono che avrebbe fatto piacere anche a loro ed a questo punto decidono di consultare l’elenco del club alpino della sezione , per individuare il cognome con il numero di telefono, augurandosi che nell’elenco non ci fossero troppi Mario. Diletta si prende subito l’iniziativa e ne individua tre, tutti ridono di gusto e Diletta tenta il primo della lista Mario Bernasconi il quale rispondendo conferma di non essere lui la persona che cercano ma di conoscere il suo omonimo, e gentilmente le comunica il numero telefonico
Walter desidera essere lui a chiamare e ad invitare a nome della mamma quel caro signor Mario…

Alla telefonata risponde il figlio Leonardo che dice e gli passa il papà, con calore Walter formula l’invito dicendogli < ci farebbe tanto piacere averla ospite per unaserata acenacon I suoi due figli per il sabato venturo sei agosto, la prego di accettare il nostro invito>, sente poi Mario che parla con i figli e subito risponde < con molto piacere trascorreremo la serata con voi e la prego di salutarmi la mamma >.

Durante tutta la settimana che precede l’incontro delle due famiglie, nei momenti più impensati il pensiero di Laura è rivolto a Mario, ai suoi due figli, il ricordarlo le fa rivivere la particolare giornata che poteva trasformarsi in un dramma se quell’uomo e suo figlio Walter non fossero stati presenti, le viene ancora la pelle d’oca al solo immaginare la tragedia che ne sarebbe derivata. Riesce ad allontanare quell’immagine di Giorgio annientato penzoloni alla corda tesa che sfrega sulla roccia, le fanno rivivere momenti di tensione mentre le riappare il volto del povero uomo che si è suicidato e le viene spontanea una preghiera che recita con il cuore.

In uno di questi momenti in cui insegue rilassata i suoi pensieri, squilla il telefono: si tratta dell’amico dottor Heinz, dopo i convenevoli la invita a trascorrere una serata insieme che ha delle confidenze di ordine personale da farle e con una certa disinvoltura a lui non abituale, la invita a cena presso il ristorante I Mori dell’Hotel Villa Aminta di Stresa fissando di incontrarsi alle 19,30 per un’aperitivo c/o il Gigi bar. Laura conosceva molto bene il posto meta di abituale incontro con amici in particolari circostanze con Heinz. Le appariva il suo volto dell’ultimo incontro, triste e sofferente, il timbro di voce al telefono leggermente alterato con una vena malinconica mal celata nella voce tremante, normalmente forte e decisa con il suo tipico accento di svizzero Tedesco. Sicuramente aveva da comunicarle qualche imprevedibile novità. All’ora stabilita di venerdì Heinz arriva puntualissimo all’incontro stabilito per l’aperitivo c/o il Gigi bar per poi proseguire e raggiungere villa Aminta. L’ambiente è delizioso, il tavolo precedentemente prenotato è situato in una ottima posizione, l’attenzione di entrambi è rivolta nel gustare le raffinate portate che si susseguono, qualche sguardo furtivo di Heinz che Laura ben conosceva, nell’incrociarne uno non le sfugge la nota di smarrimento in quegli occhi profondi, che la fanno indugiare qualche istante nell’accostare il cucchiaio alla bocca, sono ormai al dessert.

Laura inizia per prima la conversazione parlando di un comune paziente, ma Heinz la interrompe e dice < cara Laura le confidenze di cui ritengo di doverti portare a conoscenza riguardano la mia salute, e sono molto tristi…..la mia vita di uomo è annientata, mi sono sottoposto a degli esami approfonditi da un collega angiologo ed il risultato è terribile >……Laura quale medico è abituata agli imprevisti ma in quel momento si sente presa in contropiede ! Heinz continua < mi è stato diagnosticato un tumore maligno alla prostrata in fase avanzata e non so ancora prendere una decisione per l’intervento, il collega urologo la definita una bomba a orologeria, avevo ancora dei progetti nel mio segreto cassetto che speravo di poter un giorno tentare di realizzarli, ma ora mi devo mettere il cuore in pace cara Laura, amica del cuore >.
Un silenzio prolungato cade fra loro, vengono distratti dai loro pensieri e sono entrambi attratti dai tre personaggi che sono nel tavolo vicino che fino a quel momento avevano ignorato. Tre belle persone di cui i due uomini e una signora. I due uomini improvvisamente alzano il tono di voce il giovane che con il bicchiere colmo in mano si rivolge all’uomo anziano on ciglio minaccioso e con uno sguardo turpe.

Evidentemente aveva bevuto, tutto lo lasciava supporre dal suo strano comportamento forse motivato da chissà quali argomentazioni. L’anziano cercava con la mano destra di fagli segno di abbassare il tono, di calmarsi intervenendo pacatamente e sottovoce. Le tre persone che li hanno distolti dalla loro conversazione per la verità non delle più piacevoli, continuano la loro strana piuttosto accesa conversazione. L’uomo anziano che si suppone sia il padre dal modo confidenziale e pacato con cui si rivolge al giovane sempre più sull’agitato. Si tratta di bel giovane sui quarant’ anni, raffinato occhi azzurri penetranti e tristi, capelli neri ondulati, vestito sportivo con ricercatezza, maglione di cashmere di colore naturale, pantaloni in vigogna di lana in colore verde melange . Mentre l’anziano sui sessanta-settanta di gran bell’aspetto, anche lui una figura raffinata, con uno spezzato giacca in tweed di colore bleu mélange, cravatta e fazzolettino in perfetta tonalità in composè, un volto molto espressivo abbronzato segnato da rughe appena visibili all’estremità degli occhi capelli bianchi lucenti leggermente ondulati.

La giovane signora che completa il gruppo è molto bella, una donna di classe vestita con ricercatezza, probabilmente si tratta della moglie del giovane, hanno più o meno la stessa età. L’esame di Laura è terminato, veloce e in profondità come è abituata a fare nel primo incontro con i suoi pazienti. Un improvviso silenzio…..che allarma Heinz e Laura ha la stessa sensazione !…

Il giovane è stravolto, improvvisamente si alza, nella mano destra impugna un piccolo revolver…..alza il braccio tremante e spara all’anzianocolpendolo di striscio alla spalla sinistra, si accascia sulla sedia con le braccia abbandonate, nello stesso istante il giovane si rivolge la pistola alla tempia, ma la giovane signora si alza scatto e con prontezza con tutte le energie di cui dispone afferra la mano che tiene stretta l’arma, il colpo parte e lo colpisce di striscio sulla guancia. Il proiettile termina la sua micidiale traettoria nel soffitto dove rimane visibile un piccolo foro.
Anche il giovane stramazza al suolo e lo spettacolo improvviso fulmineo appare subito tragico e sconvolgente, un momento di assoluto silenzio annienta tutti i presenti nella sala. I due medici si alzano di scatto per soccorrere i due feriti, lo chef del ristorante e il servizio di polizia dell’hotel intervengono immediadatamente e Heinz rivolgendosi al polizziotto gli urla < chiami subito il pronto intervento dell’ospedale di Arona, noi due siamo medici e cercheremo nel frattempo di intervenire >.

Distendono poi l’anziano sul pavimento che in breve è in una pozza di sangue, il giovane ha il volto completamento coperto di sangue accasciato sulla sedia. Nella valigetta che sempre si portavano appresso fortunatamente avevano il necessario per provvedere ad un primo intervento provvidenziale. E mentre procedevano alla medicazione cercando di fermare la violenta emorraggia in corso. Trascorsi non più di quindici-venti minuti dove i due medici si prodigarono con tutte le loro risorse disponibili, si sentì il rumore dell’elicottero che atterrò nel parcheggio dell’hotel. Heinz relazionò brevemente l’accaduto al medico del pronto soccorso ed all’agente di polizia che l’accompagnava, mentre provedevano ad adagiare I due feriti sulle apposite barelle e nel giro di pochi istanti completata l’operazione di carico l’elicottero ripartì con un assordante rumore.

Heinz nel frattempo si è ripreso dimenticando momentaneamente le sue disgrazie. Laura si sforza di sorridergli prendendogli una mano fra le sue accarezzandola senza parlare, ma non riesce a trattenersi, gli occhi le si inumidiscono. Passato lo smarrimento del grave fatto di sangue a cui hanno assistito, si complimenta per l’energia, la calma e la professionalità con cui l’amico ha affrontato la situazione, lei sola avrebbe potuto fare ben poco. La conversazione assume un tono informale non hanno parole per commentare l’accaduto. Si osservano con un prolungato affettuoso amorevole sguardo, che vuol dire tutto…: “quello che non fu mai stato detto”. Heinz l’abbraccia accarezzandole il volto e le asciuga con dolcezza le lacrime.

Quella notte Laura faticò a prendere sonno pensando alla situazione dell’amico e dei tre personaggi protagonisti del grave fatto di sangue avvenuto nella sala del ristorante I Mori. Riuscì poi finalmente ad addormentarsi a notte inoltrata.
Il tanto atteso sabato si presenta con una splendida giornata di sole che risplende già in terrazzo. dove già è con i suoi figli, Diletta dice alla mamma scherzando com’è sua abitudine “dove sei stata a far bagordi ieri sera, ti ho sentita rientrare molto tardi”. Laura è molto seria e non riesce a celare il suo turbamento, così inizia a raccontare quanto succedendo al vecchio amico Heinz e prosegue con il racconto della micidiale serata, con il tragico fatto di sangue di cui ne sono stati testimoni e coinvolti. I particolari raccappriccianti e la conversazione degenerate fra padre e figlio con la drammatica conclusione.

I due ragazzi costernati dal raccappricciante racconto della mamma, dopo I primi convenevoli cercano di distrarre la mamma < ora cara mamma dobbiamo pensare alla serata per cui dobbiamo scegliere in buon menù ed organizzarci in merito come dobbiamo condurre la serata per fare stare a loro agio quelle persone>. Laura si è intanto ripresa dal turbamento che il racconto le ha procurato e concludono la serata ascoltando della buona musica.

Nel corso della seguente mattinata è arrivato il giornale La Stampa e il locale quotidiano, le prime pagine riporta il grave fatto avvenuto nella sera precedente presso l’Hotel Villa Aminta di Stresa, con il titolo a grandi caratteri:

– Grave fatto di sangue a Stresa –
“il figlio spara al padre”
– il giallo del ristorante “I Mori” a Stresa… cosa nasconde ?
– in corso approfondite indagini

Laura nello scorrere l’articolo rivive quei terribili istanti e legge anche il suo nome e quello del Dott. Heinz presenti alla tragedia e fortunatamente intervenuti a prestare i primi soccorsi contribuendo a salvare due vite, padre e figlio.
Sono le diciannove e trenta Giorgio è arrivato puntualissimo seguito a breve da Mario e dai suoi due figli. La serata è calda con una leggera brezza portata dal lago, i colori del tramonto nelle delicate sfumature rosate nello sfondo azzurro arrossato dai riflessi del giallo intenso, degli ultimi raggi del sole che sta tramontando dietro il Mottarone, è piacevole sorseggiare l’aperitivo comodamente seduti in terrazzo del quarto piano del palazzo centrale nella bella sorridente Stresa in quel tramonto sul lago Maggiore. Un tavolo elegantemente apparecchiato, nell’amena conversazione di cui Diletta ne è sempre protagonista.

Laura è di fronte a Mario a tavola lo osserva e fra uno sguardo e l’altro sospirando senza dar a vedere anzi ostentando una certa indifferenza tipica nelle donne innamorate. Il cielo stellato, il chiarore lunare invita tutti a rilassarsi nel sorseggiare il caffè, la conversazione volge al termine verso le ventitre Mario prende commiato invitando Laura ad una gara di golf Stamblefford all’Alpino in calendario per il prossimo mercoledì, ma Laura si ricorda in quell’istante dell’amico Heinz e ovviamente non si sente di farsi sostituire in prossimità delle vacanze estive, per cui è costretta a rifiutare il gradito invito. Nel commiato Mario indugia con Laura nei convenevoli mentre le trattiene la mano le dice . Le ritorna sovente il pensiero dell’amico Heinz, e si precipita a telefonargli per sentire come sta, Heinz le conferma che stà sottoponendosi a sedute di chemioterapia che lo disturbano notevolmente e che sta seriamente pensando all’intervento. Terminata la conversazione con l’amico Heinz, suona il telefono e dopo il terzo squillo con una certa svogliatezza risponde, come sente quella voce forte baritonale si ricompone ed ha un sussulto di piacere, Mario entra subito nel vivo senza tanti convenevoli e dice < scusi Laura se non mi sono fatto vivo prima come promesso e la prego di perdonarmi, desidero invitarla a trascorre un paio di giorni in un magnifico contesto montano Svizzero, dove oltre al gioco del golf, potremo fare ristoratori idromassaggi e le terme, potremo apprezzare riposanti ed incredibili scorci panoramici sul Jungfrau e sulle montagne circostanti, non mi può dire di no >. Laura senza alcun tentennamento accetta anche un po’ emozionata e un po’ sconcertata dall’irruenza di Mario che se tanto le da tanto gli è abituale.

Il venerdì pomeriggio all’ora stabilita Mario passa a prenderla il loro saluto è informale, l’ auto sportiva è invitante, Laura è elegantissima con pochi bagagli oltre la borsa da golf. Verso sera arrivano a destinazione, l’albergo è molto accogliente e si trava in un posto straordinario sprofondato in mezzo la natura. Per la cena Laura non si cambia d’abito mentre Mario ha indossato un’abito di taglio sportivo in nikerbocher di colore grigio chiaro melange con i bottoni colorati, tipici del tessuto nikerboker che gli sta a meraviglia dandogli un’aspetto giovanile.Una musica sottofondo allieta la coppia ormai rimasti soli nella grande sala da pranzo, decidono di affacciarsi alla comunicante sala da ballo dove alcuni giovani già danzano una piacevole ed invitante valzer lento.

Decidono di fare una passeggiata al chiaro di luna nel parco dell’Hotel, la invitante melodia del valzer si fa sempre piu lontana, la luce lunare s’intreccia fra i rami degli alberi di alto fusto illuminando ad in intervalli l’agevole sentiero. Nei loro passi c’è incertezza ed a intervalli si avvicinano l’uno all’altro quasi a toccarsi, Mario apprezza il buon profumo che ormai riconosce in Laura e che gli procura un senso di piacevole ebbrezza, l’invitante sorriso malizioso dell’amica lo contagia e lo impensierisce mette a dura prova il suo abituale atteggiamento di distacco, sollecitandolo a parlare a dire qualche cosa e la prima cosa che gli viene in mente, la dice con spontaneità

La risposta è immediata : , ed in quel momento il ricordo di Heinz le si riaffaccia , sente il desiderio di far partecipe Mario, raccontandogli del dolore che prova per l’amico il racconto rattrista entrambi: Mario pur partecipando cerca di sviare l’argomento invitando Laura a distrarsi e fare due giri di valzer; cosa che quasi senza accorgersene si ritrovano sulla pista da ballo che si è spostata nel frattempo sul terrazzo, con diverse coppie ormai avvolti nel piacere della danza al chiar di luna godendo nell’ebbrezza della bella serata estiva in mezzo le montagne. Laura ben guidata ormai si abbandona al ballo, fa scivolare meglio la mano destra sulla spalla del suo straordinario ballerino il quale la stringe quasi sollevandola. Il ballo termina con un bel doppio melodioso slanciato giro di valzer.

Sono le undici e quarantacinque è appena inziato un vechio motivo di tango che insieme senza parlare si alzano ed immediatamente si abbracciano e con delicata dolcezza si lasciano trasportare dalla danza. Mario accosta la guancia a quella di Laura la quale le fa salire la sua mano sul collo stringendolo, le labbra si sfiorano e Mario le passa con dolcezza la lingua sulle carnose labbra che la fanno sussultare, la stretta rimane voluttuosa ed impetuosa che li travolge e prima che il ballo abbia termine sono fuori dalla pista e tenendosi per mano si avviano alle rispettive camere.
Mentre Laura infila la chiave nella serratura, Mario avvicina il volto e la bacia sulla bocca le lingue si cercano voluttuosamente, i due corpi sono stretti in un abbandono sensuale incontenibile… che dagli anni della loro giovinezza non avveniva.

Laura con la chiave dietro la schiena apre la porta seguita da Mario che la guarda fissa negli occhi accarezzandole il volto, mentre lei stringendosi forte a lui sussurra con un filo di voce sensuale come una dolce melodia gli sussurra all’orecchio : < sai Mario è vero…l’amore non ha età > e la porta si richiude dietro di loro.-

Conclusione dell’autore: attraverso l’amore puro che ci coinvolge i sentimenti nell’espressione della gioia e del dolore nella storia della della vita nelle sue fasi essenziali: ”la giovinezza e la maturità”.

Giorgio Dagostino