Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha deciso di raddoppiare il numero degli esorcisti operanti nella diocesi, portandoli da 6 a 12. In Curia è stato creato uno speciale centralino per rispondere a chi cerca un esorcista. È possibile incontrare gli esorcisti solo previo appuntamento. A questo scopo è attivato un call center nei giorni da lunedì a venerdì, dalle ore 14.30 alle ore 17. Particolare curioso: cinque dei sei nuovi esorcisti sono assegnati alla provincia di Varese. Il motivo di tale iper-dotazione non è stato reso noto.


Padre Gabriele Amorth, celebre esorcista


L’iniziativa viene spiegata in un’intervista – pubblicata dal portale www.chiesadimilano.it – concessa da monsignor Angelo Mascheroni, vescovo ausiliare e responsabile del Collegio esorcisti dal 1995. Ecco una parte dell’interessante intervista.

Il demonio allora c’è ancora e agisce. Ma come si rivela?
Chiedo sempre se prima di rivolgersi a un esorcista sono stati da maghi, che magari hanno spillato soldi. Chiedo anche se sono andati da specialisti, perché talvolta si tratta di fenomeni mentali, psichici e psichiatrici. Poi bisogna difendersi anche dai parenti, perché a volte sono più accaniti loro dei fratelli, figli, genitori, insistono nel dire: «C’è di mezzo il diavolo!». Il ministero fondamentale degli esorcisti è quello dell’ascolto e della consolazione, perché arrivano persone disfatte che maledicono il prossimo. Vanno accolti tutti con grande serenità e non bisogna smarrirsi di fronte alle parole che sentono, perché il Signore è sempre più forte del demonio. Però i fenomeni davvero diabolici, almeno secondo la mia esperienza, sono molto rari.

Chi si rivolge agli esorcisti?
Arrivano giovani e anziani, uomini e donne, persone di diversi livelli culturali, dalla quinta elementare alla laurea. Di solito telefonano i parenti, per i ragazzi chiamano i genitori dicendo che il figlio non va più a scuola, si droga, è ribelle… In realtà non c’è il demonio, ma a 18 anni i giovani non vogliono più imposizioni. È importante quindi discernere bene le situazioni. Monsignor Lorenzo Longoni, che era un vero esorcista, mi diceva che nella sua vita ha fatto un solo esorcismo. Il libro degli esorcismi, pubblicato dalla Cei e purtroppo fuori commercio, contiene semplici preghiere di benedizione e di consolazione, non di allontanamento del diavolo. Quando vengono da me i penitenti faccio dire un Padre nostro, la preghiera più bella che ci ha insegnato Gesù e che è il primo vero esorcismo perché diciamo: «Liberaci dal male». Può essere un male fisico, psichico, morale, ma anche il maligno.

Le persone che si rivolgono a voi sono credenti?
Per la maggior parte sì, a volte chiedo se vanno a Messa la domenica, quando si sono confessati l’ultima volta… Sono domande da rivolgere dopo la seconda o terza seduta, perché all’inizio si accoglie e si ascolta, poi si aiuta e si indirizza. Se una persona non si confessa da 10 anni, io dico: «Vada prima a confessarsi e poi tutto passa». È un mondo un po’ strano, che coinvolge la psiche, l’etica, il dolore fisico e quello psichico. Ci sono giovani che arrivano e dicono di aver partecipato con gli amici a sedute spiritiche «per divertimento, per ridere…». E io rispondo loro: «Se lo fai per ridere il demonio non ti prende sul serio. Il demonio è una persona seria». Bisogna agire con serenità, serietà e un pizzico di umorismo, altrimenti si è davvero travolti.