In questa lunga e interessante intervista il presidente dei giovani UDC Alain Bühler tocca, senza ricorrere a troppi eufemismi, una serie di temi sensibili. Egli esprime anzitutto, facendosi anche portavoce dei capi UDC (Pinoja, Rusconi, Chiesa, …), tutta la sua amara delusione per la chiusura fredda e irriconoscente mostrata dalla Lega, aprendo nel contempo un timido spiraglio a una collaborazione (ma in che forma? non lo dice) con forze liberali luganesi. Tocca poi temi quali il piano finanziario, l’adesione di Michele Moor al partito, AreaLiberale, la politica culturale e giovanile, il Macello, la sicurezza cittadina, la droga. Risposte da leggere con attenzione e da meditare.

Un’intervista di Francesco De Maria.



Francesco De Maria Le elezioni del 14 aprile 2013 nella grande Lugano porteranno all’UDC qualcosa di buono?

Alain Bühler Sono fiducioso che per l’UDC luganese il 2013 sarà un anno positivo. Il nostro partito ha finora sempre dimostrato di aver a cuore gli interessi dei cittadini luganesi come pure di non prendere sottogamba i loro timori. Grazie a Marco Chiesa, Eros Mellini e Alessandra Noseda, l’UDC ha di fatto portato avanti una politica decisa, coerente e soprattutto libera da interessi personali.

Tutti sanno che l’UDC aspira a un seggio nell’Esecutivo luganese e che è in grado di presentare un valido candidato. Ma… i democentristi hanno “diritto” a un tale seggio? Un diritto politico? Un diritto morale?
AB L’UDC intende presentare una lista con sette validi candidati. Un’eventuale conquista di un posto nell’Esecutivo ci permetterebbe di concretizzare i nostri progetti e le nostre idee per la città di Lugano. Di fatto, oggi, i numeri comunali ci penalizzano. Ciò non toglie che la situazione potrebbe volgere al meglio ad aprile e i cittadini luganesi potrebbero premiare la politica portata avanti dall’UDC sinora, ma sarà sempre e comunque il cittadino a decidere se concedere o meno questo diritto.

Quali conseguenze comporterà per il futuro – in particolare per la cruciale scadenza del 2015 – il fallimento ormai decretato delle trattative con la Lega?
AB La Lega deve ricordarsi di una cosa: il suo successo nelle ultime tornate elettorali cantonali e federali non è tutta farina del suo sacco. L’elezione del Consigliere di Stato Norman Gobbi è stata possibile grazie al fatto che il mio partito ha deciso di non presentare una lista di candidati all’Esecutivo. Di fatto questa decisione consapevole non ci ha per nulla facilitato la campagna elettorale, non potendo contare sulla visibilità che una corsa per il Consiglio di Stato concede. Tengo inoltre a far notare che l’entrata in Consiglio nazionale della candidata leghista Roberta Pantani è stata resa possibile grazie alla congiunzione con la nostra lista per il Consiglio nazionale. Per Lugano, quindi, molti UDC auspicavano che la Lega ricambiasse il sostegno ricevuto nelle due occasioni precedenti, ma già dall’estate scorsa era chiaro che la Lega non avrebbe accordato nulla all’UDC. L’offerta era un solo posto in lista su sette per il Municipio. Una sorta di elemosina che, con tutto il rispetto, suona come una presa per i fondelli.

Poiché sul fronte leghista la chiusura si rivela totale, l’UDC è disposta a collaborare/trattare con un’altra forza politica, ad esempio con i liberali luganesi?
AB Se l’accordo risultasse appagante per l’UDC dal punto di vista elettorale, perché no? L’UDC intende attivarsi per realizzare i propri progetti e le proprie idee. Mi riferisco ad esempio al Macello di Lugano, alla politica della sicurezza, alla solidità delle finanze pubbliche, al rilancio del turismo, alla costruzione di nuove infrastrutture e all’integrazione dei nuovi comuni aggregati. Posso comunque rassicurare i nostri elettori che non avrà luogo nessun mercanteggiamento di bassa lega. L’UDC è divenuto il primo partito svizzero non certo facendo a pugni con la propria ideologia.

Pensa che, prima di lasciare il Consiglio di Stato, Marco Borradori potrà tranquillamente attendere l’esito dell’elezione luganese?
AB Non intendo dare alcuna lezione a Marco Borradori. Non ne sono certamente in grado. Dal mio punto di vista, tuttavia, riterrei molto più elegante e coerente che l’attuale Consigliere di Stato cedesse immediatamente il posto al suo subentrante naturale, ossia Lorenzo Quadri. L’attesa, a mio avviso, è solo funzionale a un gioco di “cadreghe” ben poco nobile e senza ombra di dubbio irrispettoso nei confronti degli elettori.

Che cosa pensa di una possibile adesione al partito – se ne parla in questi giorni – di una personalità come Michele Moor?
AB Il signor Moor è sicuramente una personalità interessante che arricchirà la nostra formazione politica. Mi dispiace solo che nel 2007 non abbia subito aderito all’UDC. A mio avviso il suo credo è UDC e grazie a lui avremmo potuto conquistare il primo seggio nazionale con quattro anni di anticipo. Mi auguro che scelga presto di scendere in capo in questa contesa elettorale luganese. L’aspettiamo con entusiasmo sia per questa tornata che anche per delle prossime occasioni.

Lei sarà candidato al Municipio?
AB Ho dato la mia disponibilità e sarà la Sezione che dovrà decidere. Presto lo sapremo se sarò candidato. Il 10 gennaio è alle porte.

Come valuta l’azione di Sergio Morisoli e della sua AreaLiberale, che ha deciso di correre a Lugano? La sua discesa in campo indebolirà il PLR?
AB La sua discesa in campo rischia d’indebolire non solo il PLR ma tutto il centro-destra, frammentando ulteriormente l’elettorato. Paradossalmente al Lega potrebbe beneficiare questo spezzatino. Devo dire che, tuttora, non riesco a comprendere le motivazioni che hanno portato alla luce questo nuovo partito se non quella di dare visibilità al suo “patron”, il signor Morisoli. Detto ciò, dubito altamente che Area liberale conseguirà risultati ragguardevoli ad aprile e quindi riesca ad entrare in Consiglio comunale.

Come mai quel “partitone” che per decenni ha governato lo Stato, e dominato Lugano, si ritrova alla vigilia del 2013 in una situazione che alcuni giudicano disperata? Dove hanno ceduto? Dove hanno sbagliato?
AB Il PLRT è vittima del suo immobilismo, sia partitico che nell’ambito della gestione cittadina. Dal punto di vista del partito il fatto di presentare sempre i medesimi mostri sacri non lo più rende una scelta accattivante per l’elettorato, come pure le molte faide interne al “partitone” non hanno sicuramente giovato nella sua immagine. Quanto alla Città di Lugano, se da una parte bisogna dar atto a Giorgio Giudici e al suo partito di aver fatto crescere Lugano nell’ultimo ventennio, dall’altra abbiamo un Municipio a maggioranza liberale che dalle ultime aggregazioni si è praticamente adagiato sugli allori a fare una siesta. Si sta parlando della prima città del Cantone e della nona a livello svizzero che, per non si sa quale motivo, non si è ancora dotata di un piano finanziario e sembra stia navigando al motto “finché la barca va, lasciala andare”. Prendiamo ad esempio la votazione popolare sulla copertura del centro esposizione al Campo Marzio: subito dopo il fallimento del progetto del Municipio in sede di votazione popolare, il Sindaco dichiarò immediatamente che nel giro di brevissimo tempo avrebbe presentato un progetto alternativo. Stiamo ancora aspettando. Stesso destino per lo Stadio di Cornaredo su cui si sono fatti i più svariati progetti e mirabolanti annunci, ma tutt’oggi ci ritroviamo una struttura decadente e fuori norma. Questi e molti altri strafalcioni ne hanno segnato il declino.

La grande e ricca Lugano si avvia verso una crisi finanziaria? Se sì, essa sarà temporanea o duratura?
AB Non mi preoccupa la durata, perché finora la piazza finanziaria luganese è sempre riuscita a cavarsela egregiamente nei momenti di crisi passati. È l’incertezza giuridica, che regna sovrana al momento, a rendermi dubbioso sul suo futuro. Da una parte vi è una nebulosa negoziazione in corso tra il nostro Paese e l’Italia che non sappiamo dove ci porterà e che effetti avrà su tutto il settore terziario. Dall’altra abbiamo la cosiddetta “Weissgeldstrategie”, che io preferisco chiamare “Weissgeldtragödie”, della quale si sa ben poco ora, sennonché avrà un effetto devastante sulle banche sia dal punto di vista amministrativo che da quello dei capitali amministrati; e quindi anche sull’occupazione.

A suo avviso, i fondi stanziati dalla Città per il complesso delle sue attività culturali sono a) insufficienti b) adeguati c) esagerati.
AB Non entro nel merito del progetto del LAC, poiché mi sembra fuori luogo giudicarlo prima di averlo visto funzionare a pieno regime e soprattutto tenendo conto che a suo tempo il progetto fu avallato dal Consiglio comunale all’unanimità. Detto ciò, reputo che ogni polo cittadino che si rispetti debba offrire un ampio ventaglio di offerte culturali. La Città di Lugano, in questo senso, spende annualmente più di 10 milioni, e questa può anche essere reputata una cifra ragionevole, se le proposte ricevessero il giusto entusiasmo da parte del pubblico. Ciò che purtroppo notiamo con rammarico è che la cultura non genera da tempo turismo e non interessa ai nostri concittadini. Quindi, o si vira immediatamente con la politica culturale cittadina o anche solo poche centinaia di migliaia di franchi saranno fin troppe.

Qual è livello di sicurezza del cittadino a Lugano?
AB Il livello di sicurezza cittadino è ancora elevato, ma in continuo e lento decadimento. Anche il cittadino comune percepisce che la situazione sta mutando. Sicuramente non si può paragonare la situazione degli anni ’90 a quella odierna e uno dei principali motivi di questo declino è il fatto di far parte dell’area Schengen come pure l’accordo di libera circolazione delle persone che fanno sì che delinquenti di ogni sorta accedano indisturbati al nostro territorio. Dal mio punto di vista il fatto di aver abolito il controllo sistematico ai nostri valichi ha, di fatto, cancellato l’effetto deterrente che le nostre dogane avevano nei confronti dei criminali provenienti dall’Italia. Ovviamente i delinquenti ce li troviamo pure in casa, ed è per questo motivo che oltre alla riattivazione immediata dei controlli sistematici al confine, è strettamente necessario aumentare la presenza della polizia sul territorio aumentandone gli effettivi. Su questo punto non è più possibile tergiversare.

L’autorità combatte con sufficiente fermezza lo spaccio e il consumo di droga?
AB L’autorità combatte con tutti i mezzi possibili questi fenomeni, e sono proprio i mezzi il problema. La legislazione attuale, modificata di recente, non permette di combattere con incisività i casi di spaccio e di consumo degli stupefacenti e nemmeno il Codice penale è d’aiuto. Per questo motivo ci ritroviamo una polizia che compie il proprio dovere, arrestando individui colti in flagrante, per poi ritrovarseli allo stesso posto che continuano la loro attività perché rilasciati dalla “Magistratura”. Ora, a livello Comunale si può fare ben poco se non aumentare la presenza della polizia sul territorio e quindi i controlli, rafforzando così l’effetto deterrente per gli spacciatori. La parte restante del lavoro va fatta a livello federale modificando la Legge federale sugli stupefacenti e il Codice penale.

I giovani amano l’UDC? Quali sono le attività e quali i punti di forza della sezione giovanile che lei presiede?
AB L’obiettivo della nostra sezione giovanile è quello di dar spazio ai giovani in politica, di permetter loro di discutere di fatti d’attualità e di fare una sorta di apprendistato politico. Oltre ai regolari incontri mensili del Comitato cantonale, organizziamo le più svariate attività sia in Ticino che in tutto il resto della Svizzera. Tutto ciò, insieme alle attività degli altri movimenti giovanili, permettono alla gioventù cantonale di sentirsi meno distante dalla politica e quindi di contrastare l’astensionismo che dilaga tra i novelli elettori. I Giovani comunque stanno iniziando ad amare i GUDC, se si tiene conto che la nostra formazione è ripartita da zero nel 2007 e oggi contiamo più di una cinquantina di membri. Anche i feedback che riceviamo solitamente dopo una presa di posizione o altro, sono molto positivi. Insomma, c’è di che essere soddisfatti ma ciò non toglie che si può crescere ancora…

Che cosa pensano i giovani UDC della permanenza dei Molinari al macello? Chi li ha messi lì? Chi li mantiene lì?
AB I Giovani UDC sono contrari alla permanenza degli autogestiti nello stabilimento dell’ex macello. La benevolenza del Municipio e il silenzio del Cantone in merito ci stanno alquanto irritando. Doveva essere una soluzione provvisoria ma sono passati svariati anni da quando, nella struttura in questione, si sono insediati gli “autogestiti” e ancora oggi il Municipio si dimostra accondiscendente alla loro permanenza. Se a ciò aggiungiamo il continuo non rispetto della quiete pubblica, lo spaccio di sostanze stupefacenti, la mescita di bevande alcooliche a minori e senza essere in possesso di un regolare attestato d’esercenza e altro ancora, abbiamo una situazione pienamente illegale ma comunque sostenuta dalle Autorità cittadine. Fatto totalmente inaccettabile se si esige che la legge sia uguale per tutti.

L’offerta della Città verso i suoi giovani (spazi e occasioni di ritrovo, attività ludiche e culturali) è adeguata, generosa o insufficiente? Avrebbe qualche proposta innovativa in merito?
AB Lugano offre molto ai giovani cittadini, su questo non c’è dubbio. Ma c’è un campo in cui l’offerta per i giovani cittadini e anche i giovani turisti è alquanto carente: le attività serali e notturne. Non chiediamoci perché il giovane turista è ormai una specie in via d’estinzione. Lugano, nella maggior parte dell’anno, la sera e la notte si spegne e l’ultima ordinanza del Municipio relativa agli orari di chiusura dei locali notturni luganesi di certo non aiuta. L’offerta della Città in questo campo e nettamente carente e va assolutamente potenziata. La mia proposta sarebbe quella di circoscrivere una zona in cui è possibile dar vita alla “night life” luganese, una sorta di “quartiere latino”.

Per finire. La “sfida mortale a due” di Lugano 2013 ruberà la scena a tutti gli altri attori, relegandoli al triste ruolo di comparse? O dobbiamo aspettarci altre cose, alleanze a sorpresa, sinergie inattese?
AB La sfida mortale sarà a tre, data la discesa in campo di Patrizia Pesenti. Starà agli altri non farsi rubare la scena, noi compresi. Su questo punto non ci troverete impreparati.

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