Foto Wiki commons (Silvia Duckworth)

i giorni tra Santo Stefano e San Silvestro sono giorni magri per i portali, i blog e forsanche i tweet, l’ho scoperto a mie spese lo scorso anno. Ed è un gran peccato. Mi trovo bloccato in città per causa di forza maggiore ma se soggiornassi nello chalet montano – tra i neri abeti, le brume e l’altissima neve – davanti al divino fuoco scoppiettante io scriverei. Queste minime note – osservazioni, pensieri vaganti, spigolature – le offro a tutti coloro che si rassegnano a trascorrere sei uggiose giornate, le ultime di questo anno ormai consumato.

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Non mi ricordavo di avere scritto questo pezzo: contiene qualche spunto storico e commenti politici d’attualità. Andavamo verso le comunali 2013. Può essere interessante una rivisitazione con il senno del poi?

Notare la previsione (abbastanza ovvia) al punto (1) del tema 4

Diedi Ghisletta vincente, sbagliando. Giuliano Bignasca fu eletto… da defunto. Il suo nome era rimasto sulle liste.

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I parvenus, gli approfittatori, gli speculatori di regime: “Sono come le scimmie di cui possiedono l’abilità: le si vede in alto, si ammira la loro agilità durante la scalata; ma, arrivate in cima, non si scorgono che i loro lati vergognosi”.

[Balzac, citato da Camilla Cederna in “Giovanni Leone, la carriera di un presidente”]

Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, dissoluto e crudele, temuto e odiato, morì così. Il 26 dicembre 1476, una gelida giornata d’inverno, andò a sentir messa nella chiesa di S. Stefano. Tre congiurati – Giovanni Andrea Lampugnani, Carlo Visconti e Girolamo Olgiati – avevano preparato il colpo per quella data. All’arrivo del duca, Lampugnani gli s’inginocchiò dinnanzi nel gesto del supplicante, ma all’improvviso estrasse un pugnale e lo colpì due volte al ventre. Anche gli altri congiurati gli furono addosso. Il duca morì e gli assassini tentarono la fuga nel parapiglia.

Ma Lampugnani incespicò, cadde a terra e fu massacrato all’istante; Visconti e Olgiati si dileguarono. La polizia diede loro la caccia, il popolo non si sollevò, contro le speranze dei congiurati. Nessuno li aiutò, neppure i loro familiari, ed essi furono catturati, giudicati e condannati a morte. La pena per gli uccisori del capo dello stato era lo squartamento. Sul patibolo, ormai nelle mani del carnefice, Girolamo Olgiati pronunciò queste parole: “Mors acerba, fama perpetua, stabit vetus memoria facti”.

3  La pallottola magica. Siamo a Dallas, nel Texas, sono le 12.30 del 22 novembre 1963.

Quando la limousine terminò la curva, dal sesto piano della Texas School Book in Dealey Plaza Oswald sparò un primo colpo di fucile. Qualcuno si voltò per cercare di capire cosa stesse succedendo e il Presidente Kennedy smise di salutare.

Circa due secondi dopo fu esploso un secondo colpo: il proiettile colpì Kennedy alla schiena, uscì dalla sua gola, entrò nella schiena di Connally, gli perforò il torace, trapassò il polso destro, fratturando il radio e proseguì sino a fermarsi nella coscia sinistra del governatore.

Un terzo colpo, sempre esploso alle spalle del corteo, colpì il presidente alla testa causando la ferita mortale. Oswald avrebbe dunque sparato 3 colpi dalla finestra e con due proiettili sarebbe riuscito ad uccidere il Presidente e a ferire Connally.

La conclusione della commissione Warren è quella definita, dai sostenitori della teoria del complotto, “della pallottola magica”, con riferimento a quel proiettile che causò sette ferite complessive a Kennedy e Connally, rimanendo sostanzialmente integro, ciò che venne ritenuto impossibile.

4  Riguardo alle elezioni luganesi del 14 aprile 2013, alle quali tutti attribuiscono enorme importanza, la mia opinione di oggi, 28 dicembre 2013, è la seguente:

— i giochi non sono ancora fatti, quanto alla disposizione delle forze e alle alleanze tattiche;

— le liste già presentate al pubblico potranno addirittura subire dei cambiamenti, prima del deposito definitivo.

Quanto agli eletti, la mia previsione di adesso (che è plausibile ma non ha alcun valore particolare) suona:

— Giudici, Masoni (1)

— Borradori, Bignasca, Quadri

— Jelmini (2)

— Ghisletta (3)

(1)  Nell’ipotesi di una sconfitta liberale ReGiorgio, dopo essersi battuto da par suo, probabilmente si ritirerà e lascerà il posto a Badaracco (sulla carta più quotato, nel 2008 primo subentrante) o a Bertini, giovane 27enne emergente in rapida ascesa.

(2) In alternativa l’agguerrito Denti. Possibile tallone d’Achille per Jelmini: il PVP. Possibile atout in favore del presidente dell’Ordine dei medici: un sostegno esterno organizzato offerto  dalla Lega.

(3) La gestione straordinariamente goffa dell’informazione sulle “primarie” di Cadro (… i numeri non li diciamo perché non abbiamo il coraggio di dirli, però dopo due settimane li diciamo perché siamo costretti a dirli…) ha molto danneggiato Patrizia Pesenti, mostrando alla luce del giorno quanto sia forte l’opposizione interna alla candidatura “irresistibile” della “fatina”.  Il compagno Stojanovic si è comportato da carogna ma bisognerebbe fargli un monumento.

5  La Presidente dell’ALS sull’ultima iniziativa di Bel Ticino, un parere severo.  Scrive Carla Cometta sul recentissimo numero delle “Cronache” dell’Alleanza Liberi e Svizzeri:

Obnubilamenti. Grazie a Filippo Lombardi. L’avvicinarsi della fine dell’anno mi permette di constatare, con una certa tristezza, un’ultima ipocrisia avvenuta nel nostro Cantone in occasione dell’elezione del senatore Filippo Lombardi a Presidente del Consiglio degli Stati, dopo un’assenza di ben 25 anni di un rappresentante ticinese. Si allude qui a quel gruppuscolo a prevalenza sinistroide di “beiticinesi” che si era permesso, alla vigilia della prospettata elezione di Filippo Lombardi all’alta carica, di influenzarne la designazione con l’invio di 246 lettere ai parlamentari svizzeri volte a denigrare la persona di Filippo Lombardi con una campagna disinformativa di estrema faziosità e di rara disonestà intellettuale. In sintesi, il contenuto dello scritto riferiva dei buoni rapporti tra Lombardi e Giuliano Bignasca, qualificando di conseguenza Lombardi di connivenza con la Lega in termini ragionevolmente inaccettabili. (….)

[Seguono una citazione di Bel Ticino-pensiero e altre considerazioni della Presidente]

Io tranquillizzerei Carla Cometta (dopo averle dato ragione) facendole notare che anche quest’ultima iniziativa dei Belticinesi si è risolta in un chiarissimo flop. La verità è che questo ardito gruppo di attivisti, capitanato da una celebre star, non rimpiange tanto “i bei modi signorili perduti” quanto “i moltissimi voti andati a ramengo”.  E adesso stiamo per vederli in campo a Lugano 2013! Apriamo bene gli occhi.

La parola socialismo evoca in me immagini romanticamente rivoluzionarie: la presa del Palazzo d’Inverno, la guerra di Spagna, l’assalto alle caserme del dittatore Batista, e consimili grandiose azioni. Il combattente socialista era un visionario, un eroe, spesso un martire. L’ideale socialista era: abbattere uno stato ingiusto e malvagio affinché il popolo potesse vivere libero.

Anche oggi abbiamo il socialismo, con militanti socialisti, partiti socialisti e politiche socialiste. Ma i militanti non vogliono più abbattere lo stato, non se lo sognano nemmeno, è la fonte del loro sostentamento. Quanto al metodo politico socialista, la duplice parola d’ordine di fronte a qualsiasi problema è sempre la stessa:

1) inventiamo una nuova tassa

2) mettiamo in piedi un nuovo ufficio statale

7   Prima dell’esorcismo il sacerdote pronuncia un’invocazione a san Michele, che nella sua forma breve suona così:

Sancte Michaël Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus,
supplices deprecamur: tuque,
Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.

* * *

San Michele Arcangelo, difendici in battaglia;
sii al nostro fianco contro la malvagità e le insidie del diavolo.
Gli comandi Iddio,
supplici ti preghiamo:
tu, che sei il Condottiere dell’esercito celeste,
con la tua forza divina imprigiona nell’inferno Satana
e gli altri spiriti maligni
che vagano per il mondo
per portare le anime alla dannazione.
8  La morte secondo Fabrizio (da “Tutti morimmo a stento”)
(…) Uomini cui pietà non convien sempre
male accettando il destino comune,
andate, nelle sere di novembre,
a spiar delle stelle al fioco lume,
la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,
muover le tombe e metterle vicine
come fossero tessere giganti
di un domino che non avrà mai fine.Uomini, poiché all’ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro:
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce,
come crescere il gran guarda il villano
finché non sia maturo per la falce.