CINQUE

Erasmo Pelli punta tutto su Giudici. Questo il titolo di un breve – ma interessante – articolo apparso ieri su “20 minuti”. “Giorgio Giudici lo si può definire un usato sicuro, rappresenta la tradizione e la continuità. Penso comunque che farà molta fatica… intendo fisicamente. Le prossime elezioni saranno un gioco al massacro, un tritacarne”. “Io punterei tutto su Giudici. La lista più forte è comunque quella leghista”. Pelli ha parole anche per altri candidati di primo piano. Per Borradori: “Una via di mezzo tra un liberale e un leghista”. Per i due tenori azzurri: “Jelmini è un vero signore e un apprezzatissimo collega. Denti è più populista, lo si può confondere a volte con una certa corrente leghista”. Per Pesenti: “Arriva in città con molte polemiche intestine al Partito. Diciamo che non le stanno stendendo il tappeto rosso”. Anche l’eufemismo è una grand’arte.

Una cosa colpisce. L’on. Giovanna Masoni Brenni, candidata di primissimo piano sulla lista PLR, neppure viene nominata. Una dimenticanza perfettamente casuale? Diremmo di no. Incomincia a delinearsi quello che si poteva molto facilmente prevedere: di fronte all’attacco audace e spregiudicato di Giovanna – che mira a raccogliere dietro di sé l’ampio sostegno delle forze più duramente anti-leghiste, le quali, piaccia o non piaccia, sono essenzialmente di sinistra, con Bel Ticino e Paolo Swiss Award in testa – si crea, quasi per riflesso spontaneo, un fronte contrapposto. ReGiorgio si sente minacciato, e lo si può capire (anche perché i Bel Ticino non sono gente che si accontenta di mezze misure). Potrebbe anche essere accusato, polemicamente, di essere stato in tanti anni troppo “pappa e ciccia” con la Lega, troppo morbido insomma, troppo pragmatico, troppo cooperativo.

La mossa di Giovanna – che giudico avventata, non me ne voglia la mia candidata preferita (ora con riserva) – ha un ulteriore grave difetto. È di quelle che non si possono disfare. Essa s’ingrosserà con il meccanismo della palla di neve, generando una sicura escalation. Potrebbe portare anche, nel caso estremo, a un esito che una persona come me non può non giudicare nefasto (io non sono Martino Rossi!). Quale esito? Come dite? Un Sindaco di sinistra? Oh no, non intendevo dire questo. Un Sindaco eletto dalla sinistra.



QUATTRO

Una nuova voce risuona in favore di Giovanna. Nel ricco sito dell’on. Giovanna Masoni Brenni, capodicastero Cultura, leggo un “blog” (concretamente, un breve articolo) di Fabio Soldini, nel quale figurano alcune frasi che hanno destato la mia attenzione. Il professor Fabio Soldini, docente di italiano, è stato il terzo direttore collegiale di Lugano 1, esponente di quella direzione “democratica” (l’antecedente essendo verosimilmente fascista) che, in uno scenario tardo-sessantottesco, si insediò alla testa dell’istituto dopo la “caduta” del rettore Regli (1974).

(…) Questo modo di procedere contro Piccardi – per quello che è e per quello che rappresenta, ultimo di decine di attacchi a persone che hanno osato esercitare pubblicamente il diritto alla critica – è inqualificabile di per sé, in una società civile. Ma lo è ancora di più perché chi così procede è anche municipale della più importante città del cantone (che si vanta di essere l’ottava città svizzera), titolare per di più di un Dicastero sensibile come quello dei Giovani (che hanno bisogno di esempi dall’alto) ed Eventi (eventi culturali, si intende). Come è possibile che continui a durare questa abnormità, guardata con crescente preoccupazione qui e altrove? (…)


Comprendo perfettamente la necessità di fare appello a una retorica emotività, ma non posso esimermi dal giudicare questo grido di dolore con tanto di punto interrogativo “Com’è possibile?” come tapino e ben oltre il limite del ridicolo. La risposta è facile ed elementare, e qui gliela diamo. Ma, professore, finché il cittadino elettore lo vorrà. Quando non lo vorrà più, il problema si sarà risolto da sé e ai nostri Giovani insegnerà Lei. Vorrebbe forse che il risultato delle elezioni fosse vagliato e ratificato dal Consiglio di direzione di Lugano 1 ? Questa sì che sarebbe una soluzione, l’uovo di Colombo! Come non averci pensato prima?



TRE

Un portale interessante. Io leggo spesso e con piacere Ticinolibero. Sono stato blogger, confesso, su quel portale e ne conservo un antico legame affettivo. Ma non è questa la ragione principale. Ticinolibero è un eccellente osservatorio sulla galassia socialista, di cui ignoro (colpevolmente) quasi ogni cosa. Questi redattori sono bravi, attenti, zelanti, (un po’ lunghetti), e molto ben informati. Non li conosco, come potrei? Non ho conoscenze nell’ambiente. Ma li leggo.

Due capoversi di un corposo pezzo pubblicato stamani hanno attratto la mia attenzione.

(…) Carlo Zoppi, il “subentrante” sulla lista PS per il Municipio di Lugano, al Mattinonline alla domanda se preferisce come sindaco il liberale Giorgio Giudici o il leghista Marco Borradori, se ne è uscito con il nome di Giovanna Masoni. Che delusione! Ovvio che Zoppi risponde così perché i suoi “consiglieri” gli hanno detto di rispondere così. Ma questo per certi versi è ancora più grave. Se uno non voleva rispondere a favore di nessuno dei due nomi indicati nell’intervista dal Mattinonline, poteva sempre rispondere Patrizia Pesenti o Marco Jermini. Invece no. Ecco un endorsement totalmente inopportuno.

Sappiamo molto bene che la dichiarazione di Zoppi rappresenta non solo un’idea, ma una strategia di molti socialisti che contano: portare voti (molti voti, moltissimi voti) al mulino di Giovanna Masoni. La riedizione dell’operazione del 1995 del PS cantonale, che regalò migliaia di voti a Giorgio Pellanda, dissanguando il PS, mettendo fine alla presidenza (e carriera politica) di John Noseda, e facendo rimanere in governo Martinelli per 300 voti, che Lele Delcò aveva sottratto a Maspoli. La sinistra, che si vanta di avere “un’intellighenzia” e un’analisi superiore, non impara mai nulla dalla propria storia! (…)

Questo è PS-pensiero (in una variante) e ha poco a che fare con me. Ma ne approfitto per ricordare a una candidata – brava, intelligente, seria, ostinata (nel miglior senso del termine) – che accanto alla realtà, che lei nega ma che per me rimane, esiste la percezione della realtà. Quest’ultima in politica prevale addirittura – viviamo in un mondo di guizzanti immagini e fuggevoli illusioni – sulla realtà stessa.



DUE

Giovanna Masoni ha pubblicato oggi sul suo sito un bell’articolo, giostrando abilmente sulla contrapposizione tra Cultura (quella buona, quella vera) e Kultura (quella della Lega). Hermann Göring soleva dire (ma probabilmente scherzava): “Quando sento la parola cultura, estraggo la pistola”. In ogni caso ha fatto una gran brutta fine. Articolo molto ben scritto, e anche pieno di sentimento, come si addice a una donna colta e sensibile. Esso chiude così:

“Cultura è una parola e una cosa bella; aperta all’altro e all’ascolto e al confronto, tende al bello. È nelle aspirazioni di ogni individuo, alla faccia di chi vorrebbe negarla a molti. E, ricordiamolo, si scrive con la c. Come molti nomi e sostantivi, per elencare i quali non abbiamo spazio qui; ne scegliamo uno solo, simbolicamente per tutti: cultura si scrive con la «c». Come Piccardi. Come Carlo.”

A questo punto mi sentirei di dire due cose a Giovanna (dall’alto della mia – ahimè! – superiore antichità, non oso dire esperienza):
— una in italiano: fare è spesso meglio che stra-fare
— e una in francese: c’est cousu de fil blanc

In certe cose bisogna avere misura, non è vero? Dimmi di sì, Giovanna.



UNO

Ho scritto un post a un’amica Facebook Nella pagina si presentava un sondaggio sulla cultura e sui musei luganesi, condotto da Ticinonline con lancio su “20 minuti”.

Francesco De Maria Cara Giò, sono interessatissimo alla cultura e non mancherò di partecipare al sondaggio. Fortuna che c’è Tio che si occupa del tema, nessun altro avrebbe potuto farlo. A un mio caro amico (quasi un alter ego) sarebbe piaciuto BLOGGARE culturalmente su Tio ma non potrà farlo, perché villanamente escluso da un tizio che non ha neanche il piacere di sapere chi sia (non che abbia alcuna importanza). Hai scelto la tua strada, Giovanna. Percorrila sino in fondo, con l’ardita determinazione che ti contraddistingue.
PS. Il fotografo che hai scelto è molto bravo e conferisce al tuo volto la massima espressività.

In anni ahimè lontani ho conseguito una laurea in Scienze Matematiche. Una cosa m’ha insegnato la mia amata dottrina: che alla fine i conti tornano sempre. Per la cronaca: il mio post è stato subito cancellato.

NOTA L’on. Giovanna Masoni Brenni mi ha mandato oggi (9 gennaio) il seguente messaggio, che ben volentieri pubblico.

“Caro Francesco, sei tu che ha messo il post sulla tua pagina fb
Se tu posti sul profilo il commento rimane sul profilo
Se posti sul “tavolo della crisi” il commento rimane sul tavolo della crisi
Se posti sulla pagina rimani sulla pagina
Infatti il tuo commento è e rimane sulla tua pagina
Quindi, per correttezza, rimuovi il tuo commento su Ticinolive dove dici che il suo post è stato cancellato; magari scusandoti.” Giovanna

Quindi, in buona sostanza, l’on. Giovanna Masoni non ha cancellato un bel niente.

Tutto sommato, adesso che ci penso, forse ho sbagliato a tirare in ballo Tio (cioè in sostanza laRegione) in un post che riguardava Giovanna, al fine di “lagnarmi” (lagnarsi è di moda, anche Bel Ticino lo fa) di una plateale scorrettezza da me subita alla vigilia delle cantonali 2011. È ben chiaro che allora Giovanna non aveva nulla a che fare con costoro. Come spesso accade, da un “male” (virgolette) è scaturito, per i misteriosi disegni della Divina Provvidenza, un bene, se non altro nel senso di una conquistata chiarezza. La libera espressione è graziosamente concessa ai sodali della confraternita, non già ai “nemici politici”. Mancherebbe anche questa!