Il generale ucraino Olexey Pukach è stato condannato all’ergastolo da un tribunale di Kiev per avere assassinato il giornalista Georgy Gongadze, la cui scomparsa nell’anno 2000 provocò un sollevamento nell’opinione pubblica internazionale.

Il generale Pukach ha dichiarato al giudice di non aver avuto l’intenzione di uccidere Gongadze, ma di averlo accidentalmente strangolato con una cintura nel corso di un interrogatorio. Il giornalista scomparve nel settembre 2000 e il suo corpo decapitato fu ritrovato due mesi dopo in un bosco, a 75 miglia da Kiev.

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Gongadze, giornalista audace ed investigativo, si era attirato l’odio del presidente Kuchma con certi articoli pungenti contro il regime che egli aveva pubblicato sulla Ukrainskaya Pravda, un giornale online da lui stesso fondato. I sospetti di un crimine ordinato dalla più alta autorità politica incominciarono a manifestarsi quando vennero alla luce certe intercettazioni effettuate da una guardia del corpo del presidente, nelle quali si udiva Kuchma ordinare a un subordinato: “Buttalo fuori, dallo ai Ceceni”.

Tre agenti di polizia, processati per complicità nell’uccisione di Gongadze, hanno dichiarato nel corso del loro processo che il giornalista, un giorno del settembre 2000, dopo essere salito su una macchina che credeva un taxi, era stato portato a forza in una località nei dintorni di Kiev. Lì era stato picchiato, strangolato, cosparso di benzina e bruciato.

(Fonte: New York Times)