Disposizioni di legge applicate in modo “quasi discrezionale”


Il Movimento per il socialismo (MPS) prende atto con interesse e soddisfazione della risposta  odierna del Consiglio di Stato all’interrogazione inoltrata pochi giorni fa da Matteo Pronzini con la quale si chiedevano  indicazioni precise circa il rinnovo dell’autorizzazione per le aperture domenicali dei negozi ubicati presso il Centro  Ovale di Chiasso.

Dalla risposta del Consiglio di Stato si evince che, a tutt’oggi, i negozi ubicati presso il Centro Ovale non hanno ancora inoltrato la domanda relativa al rinnovo dell’autorizzazione annuale che scadrà il prossimo 31 marzo 2013.

L’MPS interpreta questa situazione come, di fatto la rinuncia da parte del Centro Ovale, a continuare con le aperture domenicali.  Se, in effetti, a poco più di un mese dalla scadenza dell’autorizzazione, non è ancora nemmeno stata presentata la domanda di rinnovo,  appare ormai scontato che difficilmente i negozi del Centro Ovale potranno continuare ad aprire a partire dal prossimo 1° aprile.

In effetti la eventuale presentazione di una domanda nei prossimi giorni non potrebbe essere affrontata e decisa in pochi giorni: sono infatti moltissime le questioni che, sia a livello giuridico che a livello politico, ha sollevato  la concessione dell’autorizzazione alle aperture domenicali al Centro Ovale.

Nessuna nuova decisione potrebbe essere presa dal DFE senza una valutazione, veramente seria ed approfondita, della reale pertinenza della richiesta del Centro Ovale. Tanto più alla luce della sua evoluzione disastrosa dal punto di vista commerciale e imprenditoriale. Non si può infatti constatare come il Centro Ovale rappresenti un insuccesso dal punto di vista commerciale, malgrado abbia potuto beneficiare di una situazione di privilegio (aperture domenicali) di cui  nessun altro centro commerciale, simile dal punto di vista merceologico, ha potuto godere.

Questo esito, che si è manifestato nella partenza di diversi negozi (ed in particolare di quello che si voleva il “pivot” attorno al quale il centro si organizzava – cioè la Migros), ha di fatto smentito le previsioni delineate al momento della domanda inoltrata un anno fa, e accettate come tali in modo troppo benevolo e superficiale (è il men che si possa dire) dal DFE.

A tutto questo si deve aggiungere una ulteriore considerazione: quella relativa al fatto che, durante l’anno trascorso, è apparsa alla luce del sole il mancato rispetto da parte dei negozi ubicati nel Centro Ovale del divieto di lavoro domenicale.

È vero che l’autorità cantonale è responsabile solo per l’autorizzazione alle aperture domenicali e non per l’autorizzazione, qualora fosse possibile, del lavoro domenicale continuo, codificato nella Legge federale sul Lavoro e di competenza del SECO.

Ma è anche vero che l’autorità cantonale è autorità di controllo della corretta applicazione della Legge federale sul lavoro.

In questa veste l’autorità cantonale ha quindi preso  conoscenza (anche se la procedura non è ancora conclusa, si è manifestata  una flagranza di infrazione che non può essere certo contestata o ignorata) della sistema infrazione, da parte di questi negozi, della Legge federale sul lavoro in materia di lavoro domenicale.

La contraddizione che si porrebbe, nel caso della concessione di una nuova autorizzazione all’apertura domenicale, sarebbe dunque evidente, sapendo che tale autorizzazione potrà essere utilizzata solo continuando a infrangere le disposizioni della legge sul lavoro relative al lavoro domenicale. È un po’ come dare le chiavi della propria vettura ad una persona palesemente in stato di ubriachezza.

Questa ultima considerazione vale anche, evidentemente, per i negozi del FoxTown ai quali, invece, tale nuova autorizzazione annuale è stata rinnovata, per il 2013, alla fine del 2012. Si tratta di una decisione inaccettabile che palesa la contraddizione di cui abbiamo qui sopra accennato. Il DFE ha concesso un’autorizzazione che permette a questi negozi di continuare ad operare illegalmente dal punto di vista della legge sul lavoro (sulla  cui corretta applicazione il DFE dovrebbe vigilare).

Se, forse, dal punto di vista giuridico qualche giustificazione (ne siamo sicuri) il DFE riuscirà a trovare, dal punto di vista politico, della credibilità dell’azione politica, l’agire del DFE è condannabile. Non può che ingenerare ulteriore sfiducia da parte dei cittadini e delle cittadine che vedono applicate in modo quasi discrezionale disposizioni di legge. Anche la procura, in questa vicenda, non sta facendo certo una bella figura.

Su questo ultimo aspetto, relativo al FoxTown,  Matteo Pronzini  intende inoltrare un nuovo atto parlamentare.