Si potrebbe dire che non è il problema più importante della Nazione; tuttavia bisogna fare attenzione a non sottovalutarne le implicazioni.

L’aumento del costo della vignetta (da 40 a 100 Fr, quindi non esattamente un ritocco) viene giustificato con i maggiori oneri a carico della Confederazione, che si troverà a gestire 376 Km di strade in più: non si tratta di nuove strade, bensì di strutture che prima erano di pertinenza dei Cantoni.

Questo argomento, in apparenza plausibile, in realtà è specioso. Non giustifica un aumento del prezzo della vignetta. Il perché è molto semplice: il traffico su gomma, tramite dazi e sopraddazi sui carburanti, vignette, eccetera, contribuisce a finanziare la ferrovia con contributi miliardari. Se i soldi della strada venissero impiegati per la strada, invece di venire massicciamente trasferiti alla ferrovia, non ci sarebbe alcun bisogno di aumentare il costo della vignetta.

Si potrebbe dire che per l’automobilista svizzero 60 Fr all’anno in più sono tutto sommato una spesa contenuta. Tuttavia costituiscono un prelievo ingiustificato ai danni dei conducenti, che vengono già criminalizzati e tartassati in tutti i modi possibili. Si tratta quindi di dire “basta” a questa mentalità.  Senza contare che chi possiede due auto con targa trasferibile si troverà a dover comprare due vignette da 100 Fr (pur non potendo mettere in circolazione più di un veicolo contemporaneamente). Il Consiglio federale si rifiuta di correggere questa distorsione già in essere.

Inoltre c’è il problema legato al traffico transfrontaliero, giustamente sollevato dai comuni del Mendrisiotto.

Infatti è concreto il rischio che una vignetta a 100 Fr (malgrado la possibilità di acquistarne una di 40 Fr della durata di due mesi) provochi, nell’ottica di evitare il pagamento della tariffa maggiorata, un travaso di veicoli in arrivo dall’Italia dalle strade nazionali a quelle comunali e cantonali, già intasate.  La qualità di vita di chi abita vicino a queste vie di transito ne risulterebbe ulteriormente compromessa. Ma anche questa legittima preoccupazione non ha trovato ascolto a Berna.

Va poi considerato anche l’aspetto del turismo di giornata: una risorsa importante, per quanto al momento non quantificata. E’ ovvio che un rincaro esponenziale della vignetta autostradale farebbe da deterrente ai turisti di giornata, gravandoli di un costo in più. Quindi, delle due l’una: o questi turisti sceglieranno altre mete, abbandonando il Ticino, oppure anch’essi utilizzeranno le strade comunali e cantonali invece delle autostrade, andando ad aggravare il problema viario appena citato. Per non mettere a rischio questo tipo di turismo servono delle soluzioni specifiche. Ad esempio una vignetta giornaliera da 10 Fr. Ma anche questa proposta è stata bocciata a livello federale.

Il referendum contro la vignetta a 100 Fr vuole dunque da un lato evitare le conseguenze negative, dal punto di vista viario e turistico, che tale rincaro comporterebbe.

Dall’altro vuole però anche essere un segnale di tipo politico e sociale. La misura è colma: l’automobilista non può continuamente venire penalizzato a suon di balzelli – andando ad incidere sul suo potere d’acquisto –  poiché ritenuto causa di tutti mali. E’ un problema di mentalità; di mentalità che va cambiata. Specialmente nelle regioni discoste, e in Ticino ne sappiamo qualcosa, dove senza automobile semplicemente non è possibile continuare a risiedere.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi


vignette-dudesI consiglieri nazionali UDC Pieren e Wobmann, difensori dei tartassati automobilisti