In Birmania sembra continuare a fare vittime l’odio contro la minoranza musulmana, fomentato per decenni dalla giunta militare.
In anni di pregiudizi, nel silenzio più totale della comunità internazionale i morti si contano a migliaia e le persone cacciate dalle proprie abitazioni sono quasi 200’000
.

Lunedì notte, un incendio divampato in una scuola islamica annessa a una moschea a Rangoon ha provocato la morte di 13 ragazzini.
Un episodio sulla scia delle recenti violenze contro la minoranza musulmana nel paese asiatico (vedi correlati).
Malgrado stia ancora conducendo le indagini, la polizia ritiene si tratti di un incidente e il governo ha chiesto alla popolazione musulmana di non credere alle voci che girano su Internet circa un incendio doloso.
“Secondo l’inchiesta condotta dai poliziotti del quartiere, il fuoco è stato causato da un cortocircuito nella moschea – ha indicato la polizia nazionale sulla sua pagina Facebook ufficiale.

In un contesto molto teso dopo i violenti scontri di queste ultime settimane tra musulmani e buddisti, gli abitanti musulmani del quartiere in cui sorge la moschea si sono radunati per manifestare i loro dubbi circa le cause dell’incendio : “Molti allievi e professori scampati alle fiamme hanno detto che mentre fuggivano scivolavano su un liquido versato al pianterreno. Aveva odore di benzina – ha dichiarato all’AFP Shine Win, leader di un gruppo della Gioventù musulmana, evocando l’ipotesi di un atto criminale.