Per il dottor Soldati, presidente onorario dell’UDC Ticino, Lugano è lontana (come la sua Locarno)… ma non troppo lontana. Nel suo tipico stile arguto e spregiudicato egli commenta qui le cruciali elezioni luganesi di domenica 14 aprile. Di particolare interesse un suo accenno al 1995 e al match decisivo di Borradori contro Maspoli per l’ingresso in Consiglio di Stato (Soldati era in quel tempo presidente dell’Alleanza Liberi e Svizzeri). Ticinolive pubblica con piacere questo interessante e godibile articolo, sottolineando nel contempo che, per quanto attiene a Lugano 2013:
— il portale è aperto e non sostiene nessuno in particolare
— il responsabile della sua parte politica, al contrario, sostiene qualcuno, e ciò è perfettamente noto a tutti.
(fdm)


Los Christianos (Canarie), 7 aprile 2013


Caro Francesco,

mi hai chiesto di metterti nero su bianco un pronostico e qualche considerazione sull’esito delle elezioni comunali a Lugano. Le sibille sono passate nel mondo dei più parecchi secoli fa, senza lasciare eredi. I pronostici elettorali, come tutti gli altri salvo quelli meteorologici, è meglio farli dopo: prima sono troppo rischiosi. Mi limito perciò alle considerazioni, generiche e divaganti.

Ho letto la vibrata e indignata protesta del Barenco, uomo sbilenco, in difesa del Paolino detto il Pavone, uomo facondo, castigator del mondo. Non so se il portale di Bazzi potrà sopravvivere alla perdita di un sostenitore del livello del segretario della ministra.

Elezioni a Lugano. Salvador Dalì sosteneva di aver scoperto che l’ombelico del mondo si trova esattamente sul marciapiede della stazione ferroviaria di Montpellier. Per noi ticinesi, detto ombelico si è spostato in piazza Riforma. Seguo naturalmente con grande interesse i dibattiti e mi son fatto alcune opinioni, personali e quindi prive di interesse per gli altri. Qualche esternazione te la posso però concedere, con una premessa. Le storie narrano che Lucio Cornelio Silla, 138 – 78 a.C., generale e poi dittatore romano, sul letto di morte abbia pronunciato queste parole: “Muoio tranquillo, perché ho avuto il tempo di saldare tutti i conti, con gli amici come con i nemici”. Il saldo dei conti per i nemici di Silla significava la tomba. Oramai vicinissimo alla durata media di vita, voglio fare come Silla, ma senza ricorso ai sepolcri.

Re Giorgio, in carica se non sbaglio da 29 anni come sindaco e da 35 come municipale, ha fatto molto e ricevuto tutti gli unanimi riconoscimenti cui poteva aspirare. In questa elezione ha molto da perdere e niente da guadagnare Se si è messo in lizza, in un’elezione con un concorrente all’altezza, non può averlo fatto per sfrenata ambizione, e neppure perché sottovalutava i rischi. Credo che, sapendo che la perdita del terzo seggio suonerebbe le campane a morto per gli sforzi di rimonta del partitone, abbia ritenuto suo dovere mettersi a disposizione come locomotiva elettorale. L’elezione della signora Masoni Brenni è tranquilla, gli altri candidati liberali sono troppo deboli per centrare da soli il terzo seggio.

La Lega può contare su un consigliere di stato, calamita elettorale di grande magnetismo, su un consigliere nazionale in rielezione, su un presidente di legislativo cantonale già municipale della Lugano “piccola” e su un defunto tanto compianto quanto rimpianto. Una temibile macchina elettorale.

Al Nano devo gratitudine. Mi ha insegnato che in politica di amici non ce ne sono: ognuno deve fare gli interessi propri e quelli del proprio partito. La spregiudicatezza è una virtù teologale. Le amicizie personali a motivazione puramente politica durano fino a quando gli interessi collimano. Un minuto dopo possono trasformarsi in indifferenza e magari in inimicizia. Un’amicizia che sopravvive alla fine dell’attività politica ha altre motivazioni che la politica. Riusciva a farsi perdonare il Nano, perché fuori dalla politica era in fin dei conti un burbero generoso.

Da quando ho litigato con il mio successore alla presidenza UDC per la tattica alle votazioni cantonali del 2007 Borradori mi ha tolto il saluto. A quei tempi la Lega veniva da una batosta elettorale e il Nano andava piagnucolando (nessuno se ne ricorda più, ma fu proprio così) a destra e a manca perché temeva che il suo pupillo potesse non farcela. Dall’UDC aveva sempre ottenuto appoggio pieno e leale, mancando poi sistematicamente di mantenere le sue promesse da marinaio. Volevo che l’UDC decidesse la lista separata per il Consiglio di Stato per obbligare il Nano a qualche concessione concreta, cosa che in quel momento avrebbe sicuramente fatto, vista la paura che aveva. A concessione ottenuta la lista congiunta sarebbe stata fattibile fino ad un minuto prima del deposito delle liste. Wicht non lo capì e Borradori neppure: si mise in mente che fosse una manovra contro di lui.

E` per questo semplice motivo che mi ha tolto il saluto. Un’ingratitudine, visto che la sua prima elezione a consigliere di stato la deve, oltre che a sé stesso, al Nano nella misura del 99,9%; ma lo 0,1% mancante e decisivo per battere Maspoli lo deve a due persone, il Dott. Morniroli e il sottoscritto, che hanno sempre sostenuto Maspoli nei legislativi ma non lo volevano in un esecutivo, per ovvie ragioni. Se verrà eletto sindaco spero che Borradori mi riconcederà il saluto. Comunque vada, avrò un conto in meno da saldare quando sarò sul letto … di Silla.

Da ex presidente permettimi, caro amico, di esprimere per finire la mia soddisfazione per la campagna elettorale e la decisione di liste proprie della sezione UDC di Lugano: nulla da recriminare. Agli amici UDC consiglio di seguire gli insegnamenti del Nano: gli interessi del partito e poi ancora quelli del partito. Ognuno di loro saprà capire quale possa essere l’interesse del partito nella scelta del sindaco, ricordando nel contempo le promesse di un passato non troppo remoto, mai mantenute. Niente contro nessuno, solo convenienza di partito.

La politica del paese vicino e amico persevera imperturbabile nel suo teatrino. Grillo pronostica che se si farà il governo delle larghe intese la gente prenderà il bastone. Io credo che a prender le legnate potrebbe essere proprio lui, dopo quel che si è visto e sentito dai membri della sua armata brancaleone. Esplosiva e demolitrice la pubblica protesta di Ruby davanti al palazzo di (in)giustizia di Milano. A sinistra imbarazz, grand imbarazz. L’orribile Bocassini (etimologicamente da boccascia, brutta e cattiva bocca), solitamente aggressiva come uno scorpione infuriato, ha taciuto pudibonda. Nel PD qualcuno comincia ad adoperare le meningi e capisce che o si perviene ad un minimo di concordanza o si ritorna, per perdere, al voto. Bersani continua imperterrito a scrivere la partitura della sua marcia funebre. Proprio come ti avevo scritto lo scorso 6 marzo.

Gianfranco Soldati