Caro Francesco,

sono arrivato l’altro ieri mattina alle 00,30 a casa, e quasi quasi avrei voglia di chiedere un sostanzioso sussidio ai vari enti turistici per aver portato in Ticino una larga fetta di sole canario. Gran premio di Cina e votazioni comunali, il sole domenicale me lo sono goduto in casa, davanti alla TV.

Mi ha irritato, nella parte di trasmissione da piazza Riforma, il torrente di eeh, eeh, eeh, simile all’insistente e noioso belato di un gregge di pecore, di uno dei due conduttori. Non faccio nomi, si ascoltino la registrazione e mi capiranno. Rimango sempre stupito nel dover constatare, su tutti i canali esteri, ma sui nostri in particolare, l’assoluta indifferenza dei responsabili televisivi alle qualità fonatorie dei loro operatori sullo schermo. Più invecchio, con l’inevitabile presbiacusia aggravata da un trauma acustico, più mi rendo conto del fatto che ci sono voci chiare e ben comprensibili ed altre che emettono suoni, vocali e consonanti biascicati e quindi difficilmente e solo parzialmente comprensibili. Un esame fonetico prima di venir ammessi a parlare allo schermo dovrebbe essere obbligatorio almeno per i professionisti. Qualche esercizio davanti ad un registratore permetterebbe una rapida eliminazione dei difetti. Un politico intervistato a Mendrisio ha invece intercalato, in soli 90 secondi, più di 50 “diciamo”. Ma lui è un dilettante, senza pratica di interviste.

L’ulteriore smacco del PLR è, a mio modesto parere, una conseguenza di gravi errori politici di anni oramai lontani, ma produttori di onde lunghe lunghe. Sono errori comuni ai due partiti storici borghesi, che ne hanno pagato e ancora ne stanno pagando le conseguenze sul piano nazionale come su quello cantonale. Voglio parlare del sostegno chiaramente scriteriato dato all’adesione all’UE, con una richiesta ancora giacente nei cassetti di Bruxelles e che questi due partiti si rifiutano stupidamente (e pusillanimemente) di ritirare. Dico stupidamente perché i loro elettori hanno a più riprese, nel corso degli anni, chiaramente dimostrato di preferire di gran lunga la piccola e modesta Svizzera alla magniloquente, arrogante ed utopica Europa. Partiti che hanno dirigenti che non sanno ascoltare i propri elettori fanno la fine che hanno fatto PLR e PPD. I dirigenti cantonali attuali che, mi sembra, hanno capito l’antifona, hanno un compito improbo, perché lo spazio lasciato libero adesso è occupato, e direi anche ben occupato: SVP oltre Gottardo e Lega in Ticino.

Pontiggia, nel suo editoriale sul CdT, attribuisce lo scontento ed allontanamento dell’elettorato liberale alla politica di eccessivo indebitamento sfociato in una crisi generalizzata. Ha perfettamente ragione: è quella politica che mi ricordo di aver ripetutamente denunciato, rivolgendomi in particolare al mio ex partito, in Parlamento cantonale e in articoli varii, dapprima su Gazzetta ticinese, poi sul suo quotidiano, chiamandola con amara ironia “politica della fermezza nel cedimento” nei confronti delle richieste da sinistra. Non mi dilungo, ma ti prometto che ritornerò presto sull’argomento.

Per il PLR un altro fattore negativo, a Lugano, risale all’iniquo (scrivo iniquo ma penso ignobile, l’ho già scritto a più riprese) allontanamento di Marina Masoni. Fu una campagna anche turpe, perché basata soprattutto su pretese vicende poco chiare della famiglia e non della persona oggetto della campagna denigratoria. Un’ipotesi, la mia, che non piacerà alla stampa quotidiana sopracenerina e neppure ai molti soloni radicali sparsi da Ambrì a Chiasso, con ramificazione a Locarno, ma che so condivisa da molti miei amici liberali anche non masoniani. E se questa mia ipotesi fosse sbagliata mi rallegrerei, perché allora deve esistere un’altra concausa della serie di naufragi; o bastano le ipotesi precedenti, quella anti-UE e dell’indebitamento eccessivo?

Sempre per il PLR, una terza causa è la vita politica al vertice troppo lunga di Re Giorgio I suoi meriti sono grandi, da tutti riconosciuti, amici di partito come avversari, con l’eccezione di quei socialisti che oltre che con Giudici sono arrabbiati con tutto il mondo. Sono persuaso che sapeva di correre un grosso rischio, ma si è messo a disposizione perché era la sola speranza di potercela fare contro la Lega che, guarda caso, da sempre è avversaria di PLR e PPD per quel che concerne l’UE. Credo che sapeva anche che con l’aumentare degli anni passati sulla cresta dell’onda aumenta il rischio di caduta brutale. Re Giorgio ha così reso un’inestimabile servizio al partito, ma uno pessimo a se stesso. Merita ampiamente l’onore delle armi.

Non sappiamo ancora se Giudici vorrà affrontare il rischio del ballottaggio: spero che non lo faccia. Ha però già deciso di restare come municipale, con un argomento parzialmente credibile ed accettabile. Una quiescenza lontano dalla politica sarebbe stata decisione più saggia: un mio carissimo amico granconsigliere socialista che già aveva fatto “il gran rifiuto”, l’avvocato locarnese Ettore Ongaro, detto Lupo, socio di Sergio Salvioni, da me sollecitato al rientro in politica, mi affermò ripetutamente: “Non posso, ci sono troppi buoni libri che non ho ancora letto, troppe buone musiche che non ho ancora ascoltato”. Un consiglio, per tutti i politici, di breve o lungo corso, di ineguagliabile saggezza. Non aggiungo che Borradori, a ben considerare, è già politico di lungo corso da qualche anno. Uomo avvisato, mezzo salvato! Iniziare una carriera ad alto livello in prima gioventù comporta necessariamente la conseguenza di diventar vecchi quando si è ancora nel pieno delle forze. Ma il Marco sembra destinato, come successore di Re Giorgio, a diventare addirittura Imperatore.

Sempre a Lugano, PPD e PS, come i partitini, salvo i Verdi, stritolati dal carro armato leghista. Il PS, fin che predica l’adesione all’UE, non crescerà mai oltre i 2 o 3%, in sù e in giù. Men che meno con quel che vediamo adesso nell’UE in genere, e nell’Eurolandia in particolare, con il bello che deve ancora venire. E dire che hanno in mano, con crasse maggioranze, tutte o quasi le grandi città svizzere.

A Mendrisio, fine di una maggioranza assoluta, che in democrazia è cosa disdicevole. Ma sono convinto che, scomparso Re Giorgio a Lugano, sta già nascendo un suo successore sotto la veste di Re Carlo. Nelle grandi capitali la politica è retta dall’ideologia, ma più si decentralizza e più conta la buona amministrazione con i buoni amministratori.

Nel Pedemonte si preannuncia il ballottaggio, dopo la vittoria della sinistra in nome di libertà, solidarietà e ambiente. Anche qui, a dover contare sarà la buona amministrazione.

Sono contento di essere tornato a casa! Cordialmente,  Gianfranco Soldati