Oggi il PLR dovrà prendere una decisione importante e l’ansia la fa da padrona (anche tra i giornalisti). Abbiamo invitato nel “salotto buono” di Ticinolive l’on. Giovanna Viscardi, avvocato, granconsigliera PLR e brillantemente rieletta in Consiglio comunale lo scorso 14 aprile. Giovanna si esprime con realismo e misura sulla difficile situazione nella quale si è ritrovato il partito e sconsiglia a Giorgio Giudici l’avventura del ballottaggio. Non manca però di aggiungere: “Se lo desidera, può farlo”.

Un’intervista di Francesco De Maria

 



Francesco De Maria   A Lugano il partito si è battuto benissimo ma la batosta è stata dura… Quali strategie per i prossimi giorni? ReGiorgio deve andare al ballottaggio?

Giovanna Viscardi  Di strategie vere e proprie, nei prossimi giorni, non se ne possono fare. Per prima cosa bisogna riconoscere la sconfitta, senza ricercare consolazione nelle percentuali, ma accettando il fatto che il nostro partito ha subito una importantissima débâcle. ReGiorgio non deve andare al ballottaggio. Può, se lo desidera. Ma credo che tatticamente non sarebbe una buona soluzione. Abbiamo perso la maggioranza, ed è chiaro a tutti che, anche se vincesse il ballottaggio, le forze in municipio non cambierebbero. Meglio accettare la situazione e cercare una buona collaborazione con gli altri partiti.

Era meglio se avesse lasciato immediatamente? O, legalmente, aveva l’obbligo di accettare la carica?

GV  Se Giudici avesse lasciato immediatamente sarebbe stato sbagliato. Ha dimostrato, rimanendo, di amare la sua Lugano e di rispettare chi gli ha dato fiducia votandolo. E sono in molti. Se avesse abbandonato la nave, si sarebbe potuto pensare che avesse messo il suo orgoglio davanti al bene comune. Ma non è così.

Ci illustri una possibile strategia PLR (ammesso che esista!) per il ballottaggio. Si potrà forse trattare con successo con qualche forza politica?

GV  Temo che purtroppo il PLR avrebbe dovuto già muoversi in anticipo. Prima dei risultati, e ben prima delle elezioni. Una situazione come quella attuale andava preventivata e affrontata fin dalla formazione delle liste.

Il presidente Grandini si è dimesso. Avrà presto un successore? Qualche nome?

GV  Certo che ci sarà un successore: non è pensabile un partito senza testa. Non ho nomi. Ma so che il nuovo presidente dovrà essere dinamico, giovane e giovanile, comunicativo, fuori da ogni gruppo di interesse, indipendente e circondato da una nuova squadra impregnata di entusiasmo. Le recenti elezioni hanno dimostrato che la popolazione aspira al cambiamento: che cambiamento sia, dunque.

Il PLR, anche se sconfitto, è ancora una grande forza politica, anche se in evidentissima crisi. Vale la pena di tentare di “risanarlo”. Quale potrebbe essere la via? Ci descriva una (ipotetica) “rinascita” del partito, vista con i suoi occhi.

GV  Per essere una vera forza politica, innanzitutto, è necessario tornare ad essere il partito che è vicino ai cittadini: capire i problemi che affliggono la società, e capire soprattutto che la società non è fatta di numeri, di statistiche e di gruppi di interesse. E’ composta di persone. Anche da persone che ogni giorno devono fare fronte a questioni vitali per loro. Persone per le quali, il primo pensiero del giorno non è come risanare il deficit dello Stato, bensì come arrivare alla fine del mese, come trovare un lavoro. Non tutti hanno problemi gravi, ma è da lì che si deve cominciare. Non si può prescindere dal pensare anche a loro.

Un politico PLR che ancora un anno fa sembrava sulla cresta dell’onda, l’avv. Gabriele Gendotti, che molti vedevano come possibile presidente, sembra scomparso. Ha notizie di lui?

GV  Ogni tanto sì.

Quanto è capace il PLR di comunicare, quanto è incisivo e interessante nei messaggi che diffonde all’elettorato?

GV  Il PLR ha serie difficoltà di comunicazione. Siamo un partito troppo complicato. Non sempre si possono prendere decisioni che soddisfano tutti, alle volte bisogna pure fare delle scelte impopolari, in politica. Questo non piace, a maggior ragione se non si capisce il perché. La popolazione ha bisogno di comprendere. Ha necessità di chiarezza e di semplicità. Non dico che si debba arrivare ad adottare un linguaggio populista o addirittura volgare, ma non va bene nemmeno il solito registro a volte persino ermetico dei comunicati PLR. Il lessico, il modo di espressione vanno adeguati il più possibile al ricevente.

Qual è il politico PLR degli ultimi 50 anni che lei maggiormente ammira?

GV  Più di uno.

C’è qualcosa che lei stima nella Lega?

GV  Stimare è un verbo molto forte. Diciamo che, pur non approvando i metodi, riconosco alla Lega la capacità di farsi portavoce dei problemi che affliggono la popolazione. Qualche volta sollevano questioni unicamente per fare presa sull’opinione pubblica. Altre volte invece sono più veloci nell’interpretare il malessere della società. Se ogni tanto risolvessero anche i problemi che sollevano…

C’è un “segreto politico” atto a giustificare l’enorme successo del movimento?

GV  Tattica. Capacità comunicativa. Anche se credo che la popolazione non si esprimerebbe nello stesso modo, penso che si senta toccata da ciò che la Lega scrive o dice, di fin troppo facile comprensione.

Bel Ticino ha saputo combattere efficacemente la Lega? E che dire delle rumorose azioni di Paolo Bernasconi?

GV  E’ il modo di proporsi della Lega che va combattuto, soprattutto se si vuole evitare il progressivo impoverimento culturale della politica.

Che cosa c’è di sbagliato nel tentativo di Morisoli – costituire un polo liberale esterno al PLR -, che a Lugano è manifestamente fallito?

GV  In democrazia ognuno ha il diritto, se non addirittura il dovere, di farsi avanti per partecipare alla vita pubblica. Se non ci si riconosce più in certi moduli operativi, si può tentare di proporsi con un partito nuovo. Ma occorre tempo perché un nuovo partito rafforzi le sue radici. Sennò si rischia di non raggiungere lo scopo.

Lei ha fatto una bella votazione. Ci racconti come ha organizzato la sua campagna elettorale.

GV  In realtà non ho organizzato molto: un paio di aperitivi con dei colleghi. Ho fatto i “santini” più o meno ufficiali, come tutti. Poi ho cercato di comunicare in modo semplice e chiaro, reinventandomi ogni giorno.

Ci faccia l’identikit del suo potenziale sostenitore.

GV  Non credo ci sia un identikit. Probabilmente chi ha capito che penso sempre con la mia testa e accetto i compromessi solo se non intaccano i miei princìpi, chi ha capito che non ho interessi personali ma credo veramente in quello che faccio, mi ha votata. E questa è una cosa bellissima.

Parliamo di donne. Metta a confronto Marina Masoni e Laura Sadis.

GV  Brave tutte e due, ciascuna nel proprio ambito. Se si potessero mescolare ne uscirebbe una donna perfetta.

Adesso Giovanna Viscardi e Deborah Moccetti. Si assomigliano? Sono rivali?

GV  Rivali no. Se ci assomigliamo? Direi di no. E questo, se fossi in Deborah, lo prenderei come un enorme complimento.

Per finire, la domanda più maliziosa. Non le è mai capitato di pensare che tutte le infinite ore spese per la politica… sono alla fin fine una gran perdita di tempo?

GV  Ogni tanto succede, soprattutto quando non vedo concretizzarsi progetti o mi rendo conto che per certi versi sembra di combattere contro i mulini a vento. Ma poi mi riprendo. La perseveranza è la mia forza.

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