Per i dipendenti FFS, categoria di lavoratori, specie gli artigiani, sempre più bistrattati salvo rare eccezioni, la “festa” del lavoratore è stata derubricata a qualcosa di non ben definito.
Mi riferisco ovviamente al Primo Maggio che, ormai da anni, alle FFS è riconosciuto (e pagato) solo per mezza giornata; l’altra la metti tu in ore o vacanza. Altro passo avanti!
Certo che questa è un’altra delle ultime grandi conquiste sociali (?) che i “nostri” sindacalisti sono riusciti ad ottenere nonostante … Sto facendo naturalmente dell’ironia.

La “festa” del lavoratore ha (aveva?) un valore altamente simbolico e di identificazione che per ovvi motivi storici e culturali non mi sembra il caso di star qui a spiegare.
Trovarsi, in Ticino, con mezza giornata (mezza “festa” del lavoratore), quasi regalata per pietismo perché il datore di lavoro “è stato buono e comprensivo (…)” mi fa venire il cosiddetto voltastomaco.
E non ce l’ho particolarmente con la Direzione FFS, bensì con quei vertici (?) sindacali che così facendo hanno rinnegato la storia, in qualche modo umiliato e tradito i lavoratori e alla fine si sono piegati; ma non è stata e non sarà l’ultima volta. Penoso!

Ma poi, in fin dei conti, Primo Maggio per chi? Ma naturalmente per i “soliti noti sindacalisti” dai 120.000 franchi all’anno in su, che prenderanno la parola (al vento) per il piacere di compiacersi, magari ripresi dalla TV, così alla sera i familiari ed i parenti saranno tutti felici e contenti. Fa anche rima.
O magari sarà Primo Maggio per i 60.000 frontalieri che lavorano in Ticino e che sicuramente riempiranno le piazze del nostro Cantone (?) in occasione dei vari comizi. Difatti!

Ho sempre partecipato alle manifestazioni del Primo Maggio fino a quattro anni fa e cioè fino a quando mi sono reso conto, in modo certo, che lo scopo primo di ogni sindacato, anche in Svizzera, è quello di incrementare il numero dei tesserati per poter continuare a garantirsi una struttura dirigente con salari da capogiro degni di una vera e propria Casta.
A tal proposito consiglio ai più scettici di leggere “L’altra Casta”, il libro/denuncia di Stefano Livadiotti, edito da Bompiani, sui privilegi, i misfatti e i fatturati da multinazionale dei sindacati italiani.
In Svizzera, fatte le dovute proporzioni, non cambia nulla, anzi.

Se dovessero rendere pubblici gli stipendi (più le indennità varie …) dei membri di direzione a livello nazionale dei sindacati UNIA. SEV e VPOD (tutti “compagni” …) ci sarebbe da rabbrividire. Altro che crisi!
Ma “dall’altra Casta” naturalmente non filtra nulla perché la tanto decantata trasparenza vale soltanto per gli altri e perché qualcuno, magari, potrebbe anche mettere in discussione il tutto in modo non proprio ortodosso.
Ma attenzione, la rabbia sociale cresce anche verso i vertici sindacali, e per chi paga le quote di affiliazione tutti i santi mesi le pacche sulle spalle e la solita frase “vedrai che tutto si sistemerà in qualche modo”, non attacca più!

Il Primo Maggio in Ticino è ormai una “festa morta”, purtroppo, e sappiamo anche chi ringraziare; il tempo delle parole e degli slogan che durano un giorno è ormai scaduto ma forse non tutti se ne sono resi conto. Che tristezza.
I principali sindacati svizzeri, come altrove, sono sempre stati la cinghia di trasmissione (e di voti) dei partiti di riferimento in qualsiasi Governo nazionale, quindi alla fine tutto torna in politica e i cosiddetti “interessi dei lavoratori” passano evidentemente in secondo piano.
Per chi non l’avesse ancora capito i sindacati sono veri e propri centri di potere, e l’abbiamo visto benissimo in occasione dello sciopero alle Officine nel 2008, dove l’esito finale è stato raggiunto solo grazie alle decine di migliaia di persone che più volte sono scese in piazza e che ci hanno sostenuto e non certo grazie ai vertici sindacali di categoria. Qui si potrebbe aprire un lungo discorso …

Gli scellerati Accordi Bilaterali, che penalizzano fortemente le lavoratrici e i lavoratori ticinesi e i domiciliati e che oggi tutti mettono in discussione (troppo tardi!) sono stati votati anche con il sostegno convinto dei principali sindacati svizzeri. Grazie!
Evidentemente, caro Bertoli, “gli imbecilli” (sicuramente più di cento) ci sono anche da noi.
Primo Maggio per chi?

Donatello Poggi
già deputato in Gran Consiglio