Pubblichiamo volentieri questo parere, che va “controcorrente” rispetto all’enorme successo che sta riscuotendo l’iniziativa per il potenziamento della Civica.  Infatti il numero minimo di firme, da raccogliere in due mesi, è stato raggiunto in sette giorni!.


E’ stata lanciata da settori della destra conservatrice e nazionalista capitanati dall’imprenditore Alberto Siccardi un’iniziativa popolare per introdurre nelle scuole una lezione di educazione “alla cittadinanza e alla democrazia”, arrivando addirittura a postulare il concetto anti-scientifico di “svizzeritudine”. Il Partito Comunista, forza politica peraltro particolarmente attiva fra i giovani, naturalmente non è stato coinvolto in questo progetto. Ciò è positivo perché chiarisce come tale iniziativa contrasti con la nostra idea di autodeterminazione giovanile e libertà educativa.

I proponenti di questa nuova lezione intendono introdurre di fatto non tanto una lezione per migliorare il senso critico della gioventù e il suo impegno politico, quanto piuttosto una lezione che indottrini gli allievi all’amor patrio, ai doveri prima che ai diritti (civili e sociali), nonché a una sorta di culto del sistema politico consociativo elvetico e ai doveri (come quello di leva?). Il tutto deve essere corredato da una “valutazione del profitto sotto forma di nota numerica”: chi non loderà il sistema neo-corporativo elvetico sarà quindi bocciato?

Il Partito Comunista considera pericolosa questa iniziativa: se in apparenza essa sopperisce a una mancanza, vuole in realtà porre dei vincoli agli insegnanti affinché “allevino” in un certo modo le future generazioni. Non a caso fra i promotori vi sono dei leghisti che hanno sempre contestato ai docenti di essere troppo di “sinistra”. Accusa ridicola, ma che fa intendere bene gli obiettivi nascosti di chi oggi diventa un paladino della scuola pubblica su cui fino a ieri ha imposto dei tagli e che in futuro tornerà – quanto scommettiamo? – a voler parificare alla scuola privata attraverso i famigerati ticket.

Il Partito Comunista ritiene, al contrario, necessario che a scuola si parli di politica, e molto, ma in forma diversa: favorendo ad esempio l’inter-disciplinarietà con la storia (nei licei, ad esempio, attraverso l’opzione complementare di storia politica), la geografia, la filosofia, l’economia e la geo-economia, e il diritto; ma soprattutto garantendo le condizioni quadro affinché gli studenti possano muoversi in autonomia, sperimentando forme di democrazia diretta a scuola nelle decisioni che li riguardano. Oggi invece si tende a ostacolare lo svolgimento ad esempio di assemblee studentesche oppure le si rende stanchi e inutili momenti istituzionalizzati e vuoti. In questo modo i ragazzi sono spinti in forme di partecipazione coordinate dall’alto e non vengono abituati ad auto-organizzarsi e a diventare protagonisti critici della realtà.


Partito Comunista

Massimiliano Ay, segretario politico