La Società Cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, fino a un paio di anni fa pesantemente politicizzata e geograficamente limitata, ha sbandierato ai quattro venti la volontà di volersi aprire alla società civile. E, infatti, negli ultimi anni si sono registrate parecchie nuove adesioni da parte di gente comune (non politici), tra cui anche alcune adesioni da oltre San Gottardo dove circa mezzo milione di persone parla l’italiano e può guardare la nostra televisione di lingua italiana.

Fatto sta che la data dell’assemblea generale di quest’anno è stata fissata per venerdì 10 maggio, proprio il giorno dopo l’Ascensione e due giorni prima della festa della mamma. C’è da scommettere che molti soci approfitteranno del ponte per trascorrerlo in famiglia, magari al mare o in montagna, piuttosto di partecipare all’assemblea che, è meglio ricordarlo, di solito si svolgeva il sabato pomeriggio. Con questa scelta di data, qualche domanda sorge immediata:

  1. Chi ha deciso di organizzare l’assemblea di venerdì impedendo, de facto, la partecipazione dei soci residenti al nord delle Alpi?
  2. Chi ha deciso di organizzare l’assemblea alle 16:00 (con invito ai soci a presentarsi alle 15:30) è a conoscenza del fatto che la società civile di solito lavora fino alle 17:00 e/o le 18:30?
  3. Chi ha deciso dei organizzare l’assemblea in pieno ponte, è a conoscenza del fatto che molte persone (tra cui anche i soci della CORSI) appartenenti alla società civile, approfittano del fine settimana prolungato per fare dei brevi viaggi?
  4. Per quale motivo l’assemblea è stata organizzata di venerdì e in maggio, quando essa si svolge di solito di sabato e in giugno?

Pensare che nemmeno un anno fa, il Presidente della CORSI, Luigi Pedrazzini, affermava sui media che essere socio della cooperativa significava poter partecipare in termini costruttivi alle scelte principali della “propria” azienda di comunicazione; vero, ma solo se si può partecipare all’assemblea. Nella stessa occasione aveva anche affermato che si voleva migliorare il diritto di partecipazione dei soci: obiettivo evidentemente mancato. E infine, mi chiedo perché, se proprio l’assemblea doveva essere organizzata per cause di forza maggiore in settimana, non si è fissato l’orario alle 20:00 come accade solitamente in situazioni simili? A questa stregua, c’è da scommettere che se fosse stata scelta un’altra data per lo svolgimento dell’assemblea, essa sarebbe stata molto probabilmente il 31 di maggio (altro ponte)? Alla luce di quanto accaduto e considerato l’ordine del giorno, nasce il dubbio che contrariamente ai proclami della cooperativa, si sia fatto il possibile per evitare che la società civile potesse partecipare all’assemblea. Che sia questa una prova generale per i prossimi anni (elezioni nuovi organi statutari), oppure si è trattato soltanto di un’incredibile coincidenza?

Mauro Damiani