Il Gran Consiglio ha sancito oggi – con 49 sì, 22 no e 5 astensioni – l’obbligo dell’insegnamento dell’Inno Patrio a tutti gli allievi delle scuole elementari e medie.


(commento, fdm) Un risultato notevole e, per certi versi, sorprendente. Le cose stanno veramente cambiando. Per la sinistra – con il suo vuoto e irritante chiacchiericcio “politicamente corretto” – una sconfitta chiara e netta. Del capo del DECS non parliamo per carità di patria, continuando a pensare che un uomo del genere non sia una fortuna per la nostra scuola. Lasciamolo alle sue mense. Lodevole la posizione del PPD di Giovanni Jelmini, che non è certo quello di Bacchetta Cattori.


Pubblichiamo integralmente l’intervento dell’on. Michele Guerra (Lega), relatore di minoranza (ma vincente).

Michele Guerra

Presidente, Consiglieri di Stato, care colleghe, cari colleghi,

Fra i compiti, della scuola, anche ben indicati, nelle leggi, troviamo, l’educazione alla cittadinanza, e l’insegnamento, della civica. A nostro modesto avviso, educare alla cittadinanza, passa anche, dalla trattazione, a scuola, dell’inno svizzero; simbolo, della nostra nazione. Oggi, l’insegnamento dell’inno, come noto, non avviene, perché la sua trattazione, è un semplice auspicio, facoltativo.

Care colleghe e cari colleghi, come già detto, in occasione, della prima trattazione, del tema, questo atto, è indubbiamente importante, soprattutto, in uno stato, che è sempre più, multiculturale, e sotto la cui bandiera, si uniscono ormai, molte culture. Il nostro, rapporto di minoranza, non chiede infatti, grandi rivoluzioni, chiede solamente, che l’inno, venga effettivamente trattato, nelle scuole, elementari e medie. Chiediamo infatti, che l’inno, nelle scuole elementari, non sia più, uno dei vari temi, da trattare, facoltativamente, a dipendenza, del volere, del singolo docente.

Il rapporto di maggioranza, dei colleghi, della commissione scolastica, che non la pensano come noi, si limita invece, a chiedere, l’auspicio, che l’inno venga insegnato; ma come già detto, l’auspicio c’è già, e quasi nessuno, lo rispetta. Ecco infatti, cosa si legge, nella risposta del Governo: il Salmo svizzero, non viene prescritto, in termini obbligatori. La scheda, che lo contiene, fa parte delle 10, che si consigliano, per la quinta elementare.

Preso quindi atto, come ci conferma il governo, che l’auspicio c’è, e non è sufficiente, noi vogliamo, semplicemente, che la sua trattazione, diventi cosa reale, e non rimanga, soltanto un augurio, che non segue nessuno, come è stato finora; ed il fatto, che sono sempre meno, le persone, a conoscerne il testo, ce lo dimostra. E questo, lo vogliamo, non solo, per amor patrio, ma perché, fra i compiti della scuola, scritti, e ben delineati nelle leggi, c’è quello, di educare, alla cittadinanza. Fra gli altri, l’articolo, 23 A, capoverso 1, della legge sulla scuola, è molto chiaro, indicando, che ad esempio, nelle scuole medie, devono essere assicurati, l’insegnamento della civica, e l’educazione, alla cittadinanza. E noi, non possiamo calpestare, una legge, che è in vigore.

Ciò, attesta quanto, uno dei compiti, della scuola, sia quello ,di far apprendere, agli allievi, le nozioni civiche di base, e fra queste, l’inno nazionale, risulta, sicuramente, un elemento importante.

A questo punto, c’è poco da aggiungere. Care colleghe e cari colleghi, rendiamoci soltanto conto, di una cosa, c’è chi, sta facendo un can can, non per evitare, una modifica importante, della scuola, non per evitare, una proposta, di spesa pubblica milionaria, ma per evitare, in ogni modo, che l’inno svizzero, il nostro inno nazionale, diventi, effettivamente, uno, fra gli argomenti trattati, a scuola; e mi dispiace, ma questo, è vergognoso, e dovrebbe farci riflettere.

Lo ripeto, l’auspicio, che l’inno venga insegnato, c’è già, ma come abbiamo appurato, in commissione, ciò, non è sufficiente, perché poi, l’inno, non viene trattato. Soltanto accogliendo, il nostro rapporto, finalmente, ci sarà la certezza, che l’inno, verrà realmente trattato, nelle scuole elementari e medie. A voi quindi la scelta.

on. Michele Guerra