“Quel manifesto non è così famoso…”
“Comunicare semplicemente ed efficacemente, questo è il problema”
“Il governo federale NON affronta il problema dell’immigrazione selvaggia”
“Per Moor a Lugano non parate trionfali ma tanto duro lavoro”
“Ad Alessandra Noseda non un addio ma, spero, un arrivederci”


Dopo il presidente distrettuale UDC del Sottoceneri (Tiziano Galeazzi) è oggi la volta del suo omologo del Sopraceneri, il giovane Athos Ambrosini. Egli fornisce un contributo interessante, rispondendo con chiarezza e sincerità – su parecchi temi controversi e spinosi – alle domande del professor De Maria.

Athos firme x

Raccolta di firme (contro la vignetta-salasso? … o per la Civica?)
Athos Ambrosini (a sinistra) con due esponenti della sinistra (a destra)

Da quanto tempo è membro del partito? Da quanto tempo riveste la sua attuale carica di presidente distrettuale? Ci presenti il suo staff. Ci illustri le sue priorità.

Athos Ambrosini  Mi sono iscritto ufficialmente al partito nel gennaio 2010 e sono diventato presidente del distretto di Bellinzona e tre Valli nel giugno 2011. Lo “staff” si limita all’essenziale: presidente, cassiere, segretario e revisori . Per il resto, ci sono solo persone volenterose che si mettono di volta in volta a disposizione.

Com’è fatta la sua UDC del Sopraceneri? Quali sono i suoi punti di forza? Quali le attività svolte? Quali le sezioni  più “promettenti”?

AA  L’UDC è ben radicata ed organizzata nel Locarnese e nella valle di Blenio, mentre sta provando a crescere nelle altre zone. Sezioni promettenti  ce ne sono diverse grazie al lavoro di chi si impegna attivamente.

Ci sono molti giovani UDC nel suo distretto? Sono ben organizzati? Che cosa pensano dell’ultimo, famoso manifesto?

AA  I giovani UDC iscritti al partito nel mio distretto sono una quindicina, di cui sei regolarmente attivi (sì, posso contarli). Riguardo all’organizzazione, rimando a quanto detto prima: essendo pochi sarebbe superflua. Del manifesto in questione non ne abbiamo mai parlato, anche perché non credo sia poi così famoso e soprattutto perché abbiamo altro di cui occuparci.

Questo manifesto è sbagliato nella forma? È sbagliato nella sostanza? È sbagliato sotto entrambi gli aspetti?

AA  Chi ha preparato questo manifesto avrebbe potuto far certamente di meglio… anche semplicemente non facendo nulla.

Gli avversari del partito li abbiamo sentiti, e sonoramente. Le domando: ci sono persone all’interno dell’UDC che esprimono riserve su questa linea?

AA  Linea? Una vignetta disegnata da un paio di giovani non esprime certamente una linea. Il vero problema sta nel trovare come comunicare in modo semplice ed efficace, anche perché una campagna costosa ma sbagliata può risultare controproducente. Per portarle un esempio locale ed esterno all’UDC, le ricordo le campagne del signor Cheda contro l’IRB ed il semisvincolo. Senza il suo contributo (e soprattutto quello di chi ha pagato un paio di centinaia di migliaia di franchi  per la cartellonistica) non vi sarebbe stato un plebiscito a favore dell’IRB e probabilmente il semisvincolo sarebbe stato bocciato.

L’immigrazione selvaggia è un problema grave per la Svizzera?

AA  L’immigrazione deve avvenire nel rispetto della volontà dei cittadini svizzeri e secondo le necessità e le possibilità dell’economia, solo in questo modo diventa un’opportunità sia per noi che per gli immigranti. Rinunciare alla possibilità di regolarla e controllarla è un errore imperdonabile.

Il governo federale lo sta affrontando correttamente?

AA  Il governo federale NON sta affrontando il problema, al massimo finge di affrontarlo.

Lei pensa che sia giusto – o addirittura necessario – per l’UDC (svizzera, ticinese) insistere con determinazione su questo tema?

AA  È  un tema fondamentale. Guardi alla Francia che, nonostante una disoccupazione altissima, permette l’entrata di 200’000 immigrati ogni anno.

L’allarme della popolazione proviene dal timore di un guasto sociale e di costi esagerati, oppure nasce da puro e semplice egoismo?

AA  Un immigrato che entra  in Svizzera deve avere la possibilità di lavorare, di essere indipendente, di realizzarsi e di integrarsi. Vogliamo seguire il modello  francese dei ghetti per immigrati a carico dello stato?

Le accuse di “razzismo” sono più che scontate e fioccano a larghe falde. Le giudica totalmente prive di fondamento?

AA  Razzista è un’etichetta e come tutte le etichette è pericolosa perché permette di giudicare senza perdere tempo ad informarsi. Non se so le capita di leggere i quotidiani italiani, potrebbe scoprire che l’UDC è il partito di “estrema destra xenofoba” e di “ultra destra razzista”, sembra quasi che oltre un quarto degli svizzeri voti per il KKK. Comunque, anche sui media locali, capita che “l’iniziativa UDC per l’espulsione dei criminali stranieri” diventi “l’iniziativa  UDC contro gli stranieri”.

L’UDC Ticino, piccola sezione della grande e maggioritaria UDC svizzera, sembra non avere ancora trovato la sua “ricetta” elettorale. Che cosa non va?

AA  Di questo, se mi permette, parlerò prima all’interno del partito.

L’elezione luganese è stata una dura, estenuante battaglia; combattuta con l’ausilio di larghi mezzi e con incredibile tenacia. Ha vinto ancora una volta la Lega, hanno perso praticamente tutti gli altri. Per l’UDC l’esito è stato “pessimo” (parole non mie, ma dello schietto Eros Nicola Mellini). Come ha vissuto, da fuori, questo autentico “psicodramma”? (caso Pesenti, morte repentina del Nano, successione leghista in Consiglio di Stato, ecc.)

AA  Semplicemente non l’ho vissuto, anche perché proprio in quel periodo avevo ben altro da fare. Mi permetto però un breve commento: i miei hanno ottenuto un risultato penoso e perciò necessitiamo di un dibattito interno estremamente franco. I socialisti avrebbero dovuto spiegare alla signora Pesenti di non proporre nemmeno la propria candidatura in quanto era il momento di offrire una possibilità ad altre persone (per di più competenti e preparate), mentre la morte del povero Bignasca ha spianato la strada alla sconfitta di Giudici.

Durante l’accanita campagna l’esaltazione della predominanza della città-Stato ha superato (quasi) ogni ragionevole limite. Che commenti  (magari sarcastici!) si facevano nel suo Sopraceneri?

AA  Credo che una campagna elettorale sia un po’ come una partita di calcio: vitale per chi la gioca, molto importante per i tifosi, mentre per quasi tutti gli altri è qualcosa di cui magari si può essere a conoscenza.

A Lugano sembra giunta l’ora del banchiere Michele Moor, ed è evidente che la sezione si aspetta molto da lui. Questa recentissima evoluzione l’ha sorpresa? Come la valuta?

AA  Non mi ha sorpreso perché era diverso tempo che si parlava di un avvicinamento  del signor Moor al nostro partito. Non conoscendolo non posso però esprimere  un giudizio al riguardo, anche se mi lascia ben sperare il fatto che abbia deciso di saltare sul carro UDC dopo una sconfitta e quindi consapevole di non aver davanti parate trionfali ma solo tanto duro lavoro.

Per uno che arriva, ce n’è una che va. È recentissima (16 maggio, ndR) la notizia delle dimissioni della vice presidente Alessandra Noseda dal partito. Lei ha un’idea di quali possano essere le ragioni di questo allontanamento?

AA  Credo che la signora Noseda abbia già risposto da sola a questa domanda e quindi ogni mio ulteriore commento sarebbe superfluo. Io posso solo augurarmi che il suo non sia un addio ma un arrivederci.