Certamente, i paesi del sud dell’Europa stanno un poco meglio rispetto al passato. E ci mancherebbe! Dopo cinque anni di recessione quasi ininterrotta, sarebbe difficile cadere più in basso. In altri termini, l’economia dei PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) registra un semplice effetto di correzione della passata debolezza.

In questi paesi la crisi è ben lungi dall’essere passata, almeno per quattro motivi.

1 – Malgrado un’apprezzabile riduzione, i tassi d’interesse delle obbligazioni di Stato rimangono alti : 3,8 % in Italia, 4,1 % in Spagna, 5,5 % in Portogallo e 10 % in Grecia (per i tassi a dieci anni).
Nella misura in cui l’evoluzione del Pil di questi paesi rimane molto lontana da questi tassi d’interesse, questo significa che, solo per rimborsare gli interessi del debito, devono indebitarsi ulteriormente, quel che viene chiamato la bolla del debito. Fino a quando la crescita economica sarà inferiore al carico degli interessi, questa bolla continuerà a gonfiarsi.

2- A causa dei tassi d’interesse troppo alti e per la pressione fiscale, l’investimento e il consumo rimangono timorosi, il che di fatto alimenta la recessione.

3- Nella totalità dei paesi del sud dell’Europa, i tassi di disoccupazione raggiungono picchi storici.
Le più recenti statistiche ufficiali di Eurostat mostrano un tasso del 11,5 % in Italia, 17,5 % in Portogallo, 26,7 % in Spagna e 27,2 % in Grecia.
Negli ultimi tre mesi questi tassi sono aumentati in maniera meno vertiginosa, ma questo non significa certo che la crisi è finita o sta finendo. Soprattutto considerando i senza lavori di meno di 25 anni : 38,4 % in Italia, 38,3 % in Portogallo, 55,9 % in Spagna e 59,1 % in Grecia. In altri termini, la crisi economica è definitivamente diventata una crisi sociale.

4- Per invertire la tendenza, i paesi del Sud, che i tedeschi chiamano regolarmente “i paesi del Club Med” devono innanzitutto restaurare la crescita economica.
Ora, quest’ultima non cadrà dal cielo come sembrano pensare i dirigenti europei. L’unica arma ancora a disposizione per rilanciare l’attività è deprezzare l’euro.
Si deve essere chiari : fino a quando l’euro non scenderà sotto 1.15 dollari, per l’insieme dei paesi del sud Europa l’uscita dalla recessione è praticamente impossibile.
Con l’attuale livello di 1.30 dollari per un euro, si è ancora molto lontani dal poter sperare il ritorno di una crescita forte e regolare.

(Fonte : Atlantico.fr)