L’inaccettabile Diktat americano
EWS lo presenta alle Camere, a scatola chiusa

Ambühl se n’è andato
Prendere o lasciare!
Quanto sono saldi i nervi del Parlamento?


La Svizzera, il suo ordine giuridico e il suo sistema democratico: un KO tecnico

Dopo due anni di colloqui e dopo avere perduto il suo negoziatore in capo, il Consiglio Federale annuncia «finalmente» un «Accordo» con il Governo statunitense. Di fronte alla scelta che viene loro imposta dal governo, i parlamentari dovranno rammentare la replica di Churchill a Chamberlain: «Avevate la scelta tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore e avete avuto la guerra».

L’analisi di SwissRespect:

– il «negoziato» con gli Stati Uniti si è risolto in un diktat americano

– il Parlamento si vede proporre l’adozione di una legge urgente senza conoscere i dettagli del programma di sanzioni proposto unilateralmente dagli Stati Uniti. In altre parole, gli americani fanno la legge sul nostro territorio. Una cosa mai vista in diritto internazionale.

– Con questo progetto di legge, la possibilità di trasmettere i nomi di collaboratori si estende a tutte le banche che decidessero di negoziare una sanatoria definitiva con gli Stati Uniti, e non più solo alle banche che erano state fino a questo momento messe in causa dalla giustizia statunitense. I nomi di migliaia di impiegati saranno ancora trasmessi alla giustizia degli Stati Uniti. SwissRespect chiede che questi impiegati, i quali altro non hanno fatto se non seguire le consegne della direzione delle banche, siano protetti anziché consegnati o estradati.

– Se il Parlamento federale dovesse adottare questa legge, l’UE farà presto a sfruttare questo precedente.

– È evidente che Mme EWS non è capace di gestire questa pratica, e che dovrà essere sollevata da questo incarico quanto prima. Lo scacco da lei subito rende chiare le ragioni della partenza di Mr Ambuehl. Ella si arena anche sulla sua politica della «Weissgeldstrategie» e sul negoziato della nuova convenzione con la Francia relativa alle successioni. La sua partecipazione al Consiglio Federale deve essere rimessa in questione.

– Il PBD deve essere ridimensionato al suo status obiettivo: quello di partitino. Non rappresentando più del 5% degli elettori, non può pretendere di avere un rappresentante al governo che si esprima in quanto tale. Inoltre, il suo presidente è lobbista ufficiale dell’UBS, il che lo squalifica in quanto presidente di un partito popolare e mette in evidenza una forma di perversione politica del tutto inedita nel nostro paese.

– Da più di vent’anni le banche sanno che non si scherza con gli Stati Uniti. I loro Consigli di Amministrazione non si sono per nulla inquietati, e in questo hanno sbagliato. Ma non spetta ai cittadini svizzeri pagare i vasi rotti.

– La FINMA non coglie il suo obiettivo. Lo statuto di questa istituzione deve essere totalmente ripensato, tenendo di mira la difesa degli interessi della piazza finanziaria e un’autentica protezione della sua reputazione.

In armonia con la posizione di Mme Miauton e con il suo accordo, SwissRespect pone le sue 10 domande:

– Perché gli Stati Uniti, che hanno tirato in lungo per 10 anni su questa procedura, si sono affrettati a concluderla tutto d’un tratto?

– Perché non vogliono divulgare il contenuto della loro proposta unilaterale alle banche se non dopo che le Camere avranno votato?

– Perché il Consiglio federale vuole autorizzare le banche a fare eccezione al Diritto svizzero, consegnando i nomi dei loro collaboratori, quando ciò è già stato fatto nel gennaio 2012 da numerose banche?

– Perché omettere di precisare che l’UE approfitterà immediatamente di questa eccezione per esigere lo stesso trattamento nei propri confronti?

– Perché pretendere che l’accordo «sani il passato» quando esso esige il nome dei collaboratori per perseguirli, tanto che le banche hanno dovuto istituire un fondo per assicurarne la difesa?

– Perché consegnare i nomi dei collaboratori anziché designare alla Giustizia statunitense i nomi dei 10 più alti direttori di banca incriminati, che sono con ogni logica responsabili delle attività dei loro dipendenti e, accessoriamente, pagati per questo?

– Perché le banche cantonali di Zurigo e di Basilea si trovano nel mirino degli americani mentre il loro consiglio di amministrazione comprende diversi rappresentanti nominati dallo Stato?

– Perché si è svillaneggiata la banca Wegelin, che ha negoziato da sola e ha fatto i suoi pesanti sacrifici, quando molti altri sono implicati e si rivolgono alla politica per risolvere i loro problemi?

– Perché designare nel testo i fiduciari, avvocati e altri agenti di affari fin qui risparmiati?

– Perché le banche, che non avevano fin qui il ruolo di riscossore di cui ormai sono investite, dovrebbero pagare ammende (fino al 40% dei beni depositati!) se non hanno incitato alla frode, ma semplicemente hanno raccolto fondi di cui niente permetteva di sapere se fossero già stati o meno sottoposti a tassazione?

– E infine, come il Consiglio federale può giustificare che la legge svizzera, la sua sovranità giuridica e la protezione dei suoi cittadini impiegati di banca vengano sacrificati sull’altare della piazza finanziaria?

SwissRespect deplora che si costringa un parlamento democratico a votare una legge urgente, limitata nel tempo e senza possibilità di referendum. Dopo l’introduzione del capitalismo di Stato, ecco un assaggio di dittatura! Proprio come il condannato ha diritto a un’ultima sigaretta, il popolo svizzero ha diritto a una risposta chiara alle sue domande.

SwissRespect: Flavien de Muralt