Il diktat statunitense, il cui contenuto rimane segreto, portato in parlamento da Eveline Widmer-Schlumpf, infiamma gli animi. Cedere è da vili? Cedere è da furbacchioni? È venuta oggi a trovarci, graditissima ospite, nel salotto di Ticinolive Iris Canonica, operatrice del settore finanziario e membro del Comitato di Swiss Respect Ticino. L’abbiamo intervistata. Ed ecco le sue risposte. Un’intervista di Francesco De Maria.


Francesco De Maria L’impressione che ha il profano (e un tipico profano sono io) è che la situazione stia precipitando. C’è nell’aria la sensazione diffusa di un attacco generale con regolamento di conti finale. E per Swiss Respect è, come dire, il battesimo del fuoco. Che cosa può fare l’Associazione in una situazione così tesa e grave, ha qualche potere? O può solo lanciare al cielo la sua protesta?

Iris Canonica  Non è il battesimo del fuoco, poiché l’associazione Swiss Respect è nata ad inizio maggio dello scorso anno nella Svizzera Romanda, facendo subito sentire la sua voce in tutta la Confederazione. Non ha poteri  reali (figuriamoci!), però fa un’importante opera di sensibilizzazione  e di difesa di certi valori e di certe prerogative a vari livelli. La sezione Ticino e Grigioni italiano è invece stata costituita nel maggio del 2013. Si tratta di un’associazione apartitica che, oltre alla  difesa della piazza finanziaria e degli interessi economici della Svizzera, ha fra i suoi obiettivi   la protezione della sfera privata, la sicurezza del nostro diritto, l’uguaglianza di trattamento, il federalismo e la reciprocità negli accordi internazionali.

Tutti si scagliano contro la (realmente indifendibile) ministra delle finanze. Ma ai miei occhi qualcosa non quadra. Lei NON È il governo. Sta facendo, è vero, delle cose pazzesche ma… possibile che gliele lascino fare, senza batter ciglio? Non sono sette i consiglieri federali?

IC  È indubbiamente vero. L’intero Consiglio federale è di una fragilità e di una debolezza disarmanti. Questo, però, nulla toglie alle responsabilità specifiche della signora Widmer Schlumpf, che, in qualità di direttrice del Dipartimento Finanze, ci sta portando in un baratro. Pensiamo solo alla messa in consultazione del disastroso e pernicioso avanprogetto legato alla strategia del denaro pulito (“Weissgeldstrategie”), al progetto di abolire il segreto bancario per gli svizzeri, alla fuga in avanti con l’apertura allo scambio automatico d’informazioni verso paesi esteri e alle dimissioni di Ambühl. Non è certo un caso se anche il presidente del PLR svizzero, Müller, è arrivato, finalmente, a dire che la ministra delle finanze ha ormai  perso di credibilità.  Se poi pensiamo che è stata eletta con un golpe parlamentare e che, di fatto, rappresenta un partitino di pochi punti percentuali, c’è evidentemente anche un grave deficit democratico che stiamo pagando.

Quali segreti (non si parla d’altro) nasconde EWS nella sua borsetta?

IC  Non è educato guardare nelle borsette altrui e comunque quanto fatto e disfatto dalla signora  in questi ultimi tempi   non abbisogna di particolari perlustrazioni.

Gli Stati Uniti trattano la Svizzera come un paese da ricattare. Non c’è nulla che si possa fare contro la “legge del più forte”?

IC  La legge del più forte è molto dura e le grandi banche elvetiche che pensavano di “trovare l’America” in  America hanno forse sottovalutato qualcosa. La guerra economica, perché anche di questo si tratta, ha già da tempo  investito  pesantemente l’ambito politico, intaccando ora  le leggi e la  sovranità del nostro paese. Un governo e un parlamento di uno Stato di diritto, grande o piccolo che sia, non possono accettare opzioni unilaterali, con procedura d’urgenza,  e non possono tollerare che migliaia di nominativi di collaboratori del settore bancario e parabancario (così come prevede  il diktat Usa che il parlamento elvetico dovrebbe votare a scatola chiusa, senza conoscerne i termini) vengano dati in pasto a Stati esteri, come successo  in questi ultimi anni. Purtroppo, nel nostro paese il   “fronte degli ineluttabilisti” (quelli per i quali inginocchiarsi a certi diktat è inevitabile) si sta  ingrossando e questo è grave.

Perché il fisco USA vuol mettere le mani su migliaia di nomi di funzionari  – molti  senza dubbio di grado intermedio – i quali avranno semplicemente eseguito le disposizioni impartite loro dai più alti dirigenti?

IC  Il fisco americano vuole conoscere i meccanismi e il funzionamento di certe operazioni e di certe pratiche. Come ha detto però qualche settimana fa un esperto del settore, le autorità Usa vogliono anche conoscere i nomi dei clienti Usa e ricavarne il massimo beneficio finanziario.

Chi – nel Paese, nel suo mondo politico, nel suo mondo economico – vuole il cedimento agli USA (di “accordo” non ha senso  parlare) praticamente a ogni costo?

IC  Ufficialmente nessuno. Suvvia, chi mai ammetterebbe  di voler scientemente cedere  alle pressioni e ai ricatti di altri paesi?  Di fatto,  si sta però facendo strada  fra le banche e nel mondo politico la posizione dell’accettazione  del diktat statunitense, perché ritenuto il male minore e perché, a detta di qualcuno, risolverebbe il contenzioso.  Invece questo non è assolutamente vero e inoltre l’accettazione di questa opzione  spalancherebbe le porte a richieste analoghe da parte dell’UE e dei suoi stati membri. Per non parlare delle multe salatissime, di miliardi di franchi, che verrebbero inflitte,  con rischi non indifferenti per alcuni istituti di credito elvetici.

Se la Svizzera dicesse NO agli americani, che cosa rischiano le grandi banche? Che cosa rischiano le banche “normali”?

IC  Per le grandi banche, che rientravano peraltro nella dozzina di istituti sotto inchiesta precedentemente e che dalle eventuali nuove disposizioni non sembra  siano toccate,  probabilmente poco o nulla. Per le altre (ma chi sono?) il discorso è diverso . Ma qui bisognerebbe davvero sapere i termini  di questa opzione unilaterale.

Christoph Blocher ha dichiarato – cupo? sarcastico? : “So bene, la mia esperienza me lo dice, quello che farà il Parlamento”. Non c’è dunque speranza di resistenza?

IC  È una previsione  realistica, ma  triste ; speriamo venga smentita.

Una voce politica molto ascoltata sul tema bancario è quella di Fulvio Pelli. Può commentare le sue ultime dichiarazioni?

IC  Mi sembra sia del tutto superfluo.

Da ultimo, le chiedo di formulare la sua previsione. Come finirà questa storia inquietante e, per certi versi, drammatica?

IC  Non mi si addice il ruolo di Pizia. Sono però  molto preoccupata per come stanno andando le cose e vorrei che soprattutto i rappresentanti del mondo politico avessero maggior coraggio e orgoglio, ottemperando al meglio al loro ruolo di rappresentanti del popolo e delle istituzioni, guardando anche ai valori e alla sovranità  del nostro paese. D’accordo il pragmatismo e il realismo, ma c’è un limite che lo Stato di diritto ha, superato il quale diventa succube di altri.

Iris Canonica, Swiss Respect

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