L’intenzione del Consiglio federale di acquistare nuovi droni per il nostro esercito risale a parecchio tempo fa. Sulla necessità e le motivazioni della spesa milionaria, la solita cantilena in politichese globalizzato che spiega tutto e niente.

Già nel settembre del 2012 il Consiglio nazionale rispondendo a un’interpellanza della signora Evi Allemann (PS) dichiarava: “Gli impieghi saranno effettuati a favore dell’esercito, delle autorità di sicurezza civili come ad esempio il corpo delle guardie di confine, la polizia, i pompieri o la Centrale nazionale d’allarme e degli Stati Maggiori di condotta e di crisi cantonali”. Cioè in sostanza per tutto ciò che si muove in modo ritenuto “non conforme”; dai diseredati che gironzolano per le nostre contrade ai giovanotti della signora Andrea Stauffacher (Raz di Zurigo) monitorabili (secondo la solita intelligenza democratica) anche quando vanno al cesso.

Come si può capire niente di nuovo a parte il fatto che i velivoli da acquistare non sono proprio il massimo sul mercato; anzi a definirli superati o addirittura obsoleti non diremmo niente di scandaloso. Il top sarebbero i Predator statunitensi ma la richiesta fatta pervenire alla casa madre (General Atomics) non ha ricevuto l’autorizzazione per l’esportazione dal Ministero degli affari esteri degli Stati Uniti. Effetti collaterali della diatriba Svizzera-USA sullo scambio d’informazioni per combattere l’evasione fiscale?

L’acquisto è previsto dal programma d’armamento 2015 e la spesa sarebbe di 400 milioni di franchi per dotarsi di sei droni. Che sul territorio nazionale ci siano altre necessità più impellenti non risulta dalla risposta fornita dalla Camera bassa, che invece tiene a precisare che”… Il Consiglio federale è consapevole della delicata situazione politica nel Vicino Oriente.

Ciononostante ritiene ragionevole – come già in passato – acquistare per l’equipaggiamento dell’esercito materiale collaudato e di elevata qualità da Israele, tanto più che questo Paese è leader mondiale in questo settore tecnologico. Com’è convinto che l’acquisto di droni da ricognizione da parte della Svizzera non pregiudichi la credibilità e l’efficacia dell’impegno del nostro Paese in quella regione…”. Ci mancherebbe! Soprattutto quando credibilità ed efficacia sono uguali a zero.

Carlo Curti, Lugano