Le “toghe rosse” colpiscono ancora

I giudici della IV sezione penale del Tribunale di Milano hanno condannato ieri Silvio Berlusconi a sette anni di reclusione per concussione per costrizione e prostituzione minorile al termine del processo di primo grado del cosiddetto “caso Ruby”, la giovane marocchina minorenne (all’epoca dei fatti) che avrebbe avuto rapporti sessuali con l’ex premier e leader del PdL (in sede di testimonianza l’aveva però negato). Berlusconi è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. La sentenza va addirittura al di là della richiesta della pubblica accusa (6 anni).

Per l’avvocato Niccolò Ghedini si tratta di una “sentenza fuori dalla realtà” ma comunque “largamente attesa”. Scontato il ricorso in appello.

Sprezzante la reazione di Marina Berlusconi, primogenita del Cavaliere, che ha parlato di “uno spettacolo assurdo che con la giustizia nulla ha a che vedere”, un processo “per sfregiare l’uomo individuato come il nemico politico da demolire”.”Tutto il castello crollerà, è certo, la verità verrà ristabilità, ma questo non basta in alcun modo a mitigare l’amarezza e lo sdegno”, ha scritto in una nota.