Forse qualcuno dei “nostri” politicanti, poco attenti e ancor meno sensibili visto che hanno il borsello pieno, non si sta bene rendendo conto che i numeri del frontalierato in Ticino, a parte la voluta disinformazione della SECO, stanno portando la gente onesta che abita e che vive in questo sempre più disgraziato Cantone, verso una vera e propria rivolta.

A mio avviso è solo una questione di tempo perché quando si “superano i limiti” e si rompono gli equilibri interni della forza lavoro di un Cantone, scatenando una sorta di lotta fra poveri (in questo caso in primis i ticinesi e i domiciliati) e generando una frustrazione sempre più a fatica repressa, alla fine la piazza esplode.

Gli Accordi Bilaterali e chi li ha votati ancora l’8 febbaio 2009, la Lega no di certo, stanno portando questo Cantone a livelli sudamericani, dove il ceto medio e medio/basso stanno scomparendo dopo essere stati massacrati e dove il signor Daniele Lotti, sempre difeso a spada tratta dal fu partitone, guadagna più di un Consigliere Federale. Complimenti per la sfacciataggine!

Il bravo professor Mauro Baranzini, economista, uno che dice sempre le cose come stanno anche se a qualcuno da fastidio, già nel 2009 a proposito degli scellerati Accordi Bilaterali che lui stesso definì “un colabrodo”, fornì delle cifre alla trasmissione “microMacro” che avrebbero dovuto far riflettere tutti già allora e in special modo chi diceva, a parole, di stare dalla parte dei lavoratori.

Baranzini, mai smentito, affermava che dal 2003 al 2007 in Svizzera si erano creati 229mila posti di lavoro; 164mila per gli stranieri e 64 per gli svizzeri e che se non si teneva conto delle naturalizzazioni il guadagno per il mercato del lavoro degli svizzeri era stato praticamente nullo, l’1%, mentre quello degli stranieri del 21%! Contenti?

Oggi la situazione non è di certo migliorata, anzi: in Ticino abbiamo poco meno di 60mila frontalieri (?), il dumping salariale va alla grande con conseguente abbassamento dei salari, i lavoratori ticinesi o domiciliati vengono sostituiti dai frontalieri (?) eppure ci sono ancora consiglieri di Stato, sostenuti dai loro cortigiani e dalle loro servitù, che ci vogliono far credere la che la situazione è tutto sommato sotto controllo (sic!). Ma dove vivono questi?

In Ticino, dove i ticinesi inspiegabilmente e grazie a certi politicanti nostrani hanno sempre meno diritto di parola, ci restano due possibilità concrete per l’immediato futuro: o lasciare questo sempre più disgraziato Cantone di senza palle e di buonisti per interesse,  oppure scendere in piazza e gridare forte la nostra rabbia. Poi qualcosa succederà. E solo questione di tempo …

Donatello Poggi