In numerose città americane si sono accese proteste  chiassose e violente contro l’assoluzione di George Zimmerman, che il 26 febbraio 2012 a Sanford (Florida) uccise per autodifesa (così ha deciso la giuria) il 17enne nero Trayvon Martin.

A Oakland, California, circa un centinaio di dimostranti, appartenenti movimento Occupy Oakland, dopo essersi dati appuntamento via Twitter, hanno spaccato vetrine, incendiato cassonetti e danneggiato una macchina della polizia. Tutti indossavano una felpa con cappuccio come Martin quella sera fatale. Su un muro hanno scritto: “Kill Zimmerman!”

A Washington, nel corso della notte, centinaia di dimostranti, anche bianchi, hanno intonato lo slogan “Senza giustizia non c’è pace” e manifestato sino alle  tre di notte.

Anche a Los Angeles e in altre città si sono formati cortei di protesta, controllati a distanza dalla polizia, mobilitata in forze.

Il padre della vittima ha dichiarato: “Anche se il mio cuore è spezzato, la mia fede rimane intatta. Amerò sempre il mio piccolo Tray”.