“La piazza finanziaria (e tutta la Svizzera): nulla sarà più come prima” “Penso con affetto a tanti colleghi che avevo in UBS” “La nostra classe politica è troppo remissiva!” “Le AIL sono autonome rispetto alla politica” “Il nucleare è potenzialmente rischioso ma…”

Oggi è di scena nel “salotto buono” di Ticinolive il massimo dirigente della più importante azienda pubblica della Città di Lugano. Nell’intenso colloquio di politica partitica non si parla affatto, molto però vi si parla di politica energetica. Andrea Prati risponde con precisione ed equilibrio a tutt’una serie di domande delicate.

Andrea Prati è stato apprezzato allievo del prof. Francesco De Maria, che lo ricorda bene e oggi – dopo un quarto di secolo – lo intervista.


Francesco De Maria   Direttore Andrea Prati, si presenti brevemente ai lettori di Ticinolive.

Andrea Prati   Sono nato nel 1968 a Lugano, città nella quale ho trascorso la mia infanzia e adolescenza, sono sposato e padre di 2 figlie adolescenti e abito a Manno. Non ho un passato né da talento né di sicuro numero 1 in uno sport qualsiasi. Questa è stata per me una grande fortuna: ho infatti capito molto presto che per riuscire a fare qualcosa di buono nella vita era necessario darsi da fare e lavorare sodo.

Ci parli dei suoi studi e della sua attività in seno all’UBS.

AP   Gli anni degli studi universitari sono stati formidabili in quanto a spensieratezza ed esperienze che sono riuscito ad effettuare: nuove conoscenze, ambiente multiculturale, piena indipendenza. Poi tutt’a un tratto mi sono accorto di avere voglia di prendermi delle responsabilità e lasciare un segno in qualche cosa, da qualche parte. Insomma dare un segno tangibile di maturità. Ed è così che ho avuto l’opportunità di entrare negli effettivi dell’allora Unione di Banche Svizzere di Lugano in un programma di formazione per neolaureati. Era il 2 febbraio 1994. È stata un’esperienza incredibilmente arricchente, sia dal punto di vista umano sia professionale, che mi ha permesso di accedere, giovanissimo, a funzioni di responsabilità. Devo ammettere che il fuggi fuggi dei quadri intermedi innescato dall’annuncio della fusione con l’allora Società di Banca Svizzera per costituire la nuova UBS mi aiutato parecchio, liberando una serie di posizioni interessanti.

Pensa ogni tanto ai suoi ex colleghi, dirigenti e funzionari, che si trovano nel bel mezzo della bufera? La famosa piazza finanziaria svizzera se la caverà?

AP   Alcuni mi mancano più di altri e li penso sempre con grande affetto. Per potere rispondere alla domanda se la piazza finanziaria elvetica ce la farà bisogna prima di tutto chiarirsi su quali sono le aspettative e quindi cosa vorrà dire alla fine della bufera “ce l’abbiamo fatta”. Chiaro è che nulla sarà più come prima, ma questo lo sarà per l’intero paese e non solo per il settore finanziario. Sotto la spinta della globalizzazione altri paesi prima della Svizzera hanno assistito a fenomeni simili, che hanno messo sotto grande pressione interi settori industriali, la classe imprenditoriale e operaia. Si pensi per esempio al settore dell’automobile negli Stati Uniti. Sono convinto che ce la faremo ma sono un po’ preoccupato dello spirito remissivo della nostra classe politica.

Come entrò in contatto con le AIL e quale sviluppo ebbe la sua carriera?

AP   Ho avuto la fortuna, quale giovane Consigliere Comunale di Lugano, di entrare nel Consiglio d’Amministrazione della società sin dalla sua costituzione nel giugno del 2000. Nel 2004 sono diventato Vicepresidente e nel 2007 ho avuto l’onore di subentrare all’allora Sindaco Giorgio Giudici nel ruolo di Presidente. In questa veste è chiaro che il legame con l’azienda si è ulteriormente rafforzato, fino al 2011 quando i miei colleghi del Consiglio d’Amministrazione mi hanno proposto di prendere la mia attuale funzione operativa di Presidente della Direzione Generale.

Ci descriva l’Azienda nelle sue strutture e nelle sue attività. Quali sono le sue dimensioni e quanto pesano nel complesso dell’economia cittadina, risp. cantonale?

AP   Le AIL SA sono la più grande azienda multiutility in Ticino. Offriamo i nostri servizi a circa 103’000 clienti localizzati nel Sottoceneri nell’ambito dell’elettrica, dell’acqua potabile e industriale e del gas naturale, che rappresentano i nostri prodotti storici. Siamo attivi anche nell’ambito delle fibre ottiche, della fornitura di calore, che produciamo a partire dal gas naturale e dal legno, e della produzione di energia elettrica. Per offrire tutto quanto elencato impieghiamo oltre 300 dipendenti. Siamo quindi anche un importante datore di lavoro con una massa salariale ben oltre i 20 milioni di franchi.

La L di AIL sta per Lugano. Immagino tuttavia che una tale Azienda abbia anche una valenza più ampia. Che cosa fa l’AIL per il resto del Cantone?

AP   AIL SA distribuisce i suoi prodotti e servizi in una sessantina di comuni del Sottoceneri, nei quali investe capitale per la realizzazione e il mantenimento delle sue strutture. Il volume d’investimento annuo supera costantemente i 25 milioni di franchi. Inoltre siamo molto attivi nel sostegno delle iniziative locali: sport, in particolare giovanile, e cultura sono i nostri cavalli di battaglia.

Il 14 aprile a Lugano è successo quello che Giovanna Masoni Brenni ha battezzato: “piccolo terremoto” (secondo me non così piccolo…) Questo rimescolamento politico avrà un influsso sulla gestione delle AIL ?

AP   La gestione aziendale ha sempre avuto la massima autonomia rispetto alla politica e ai politici cittadini. Credo che questa sensibilità, oltre alla professionalità dei Consiglieri d’Amministrazione eletti, sia anche dovuta alla consapevolezza del ruolo regionale che riveste l’azienda, pur essendo interamente di proprietà della Città di Lugano.

Lei appartiene notoriamente alla sinistra socialdemocratica. Quanto è “verde” il direttore delle AIL ? Quanto è “verde” la sua Azienda?

AP   La svolta energetica preconizzata dal Consiglio Federale ha trasformato il “Think & Act Green” da scelta quasi ideale a necessità. L’azienda e il suo direttore ne sono consapevoli e stanno cercando di allinearsi con azioni concrete. Il programma d’investimenti nell’energia fotovoltaica da produrre direttamente sul nostro territorio e gli interventi in ambito di efficienza energetica lo testimoniano. Siamo però pure coscienti che l’abbandono del vettore nucleare in Svizzera non potrà avvenire a breve, in quanto si tratterebbe di sostituire con fonti rinnovabili circa il 40% dell’intera produzione, oggi appunto garantito dall’energia nucleare. In questo senso il nostro Consiglio d’Amministrazione ha anche scelto di mantenere la propria partecipazione in Alpiq, società appunto attiva anche nel settore nucleare.

Che cosa pensa del nucleare? È veramente pericoloso? È veramente improponibile, oggi? Oppure la battaglia è essenzialmente ideologica?

AP   Che il nucleare nasconda in sé importanti rischi potenziali penso sia ineluttabile, basti vedere le ricadute devastanti dei, per fortuna, pochi incidenti occorsi. Il recente caso di terremoto a San Gallo e quello precedente a Basilea causati dalle trivellazioni per realizzare degli impianti geotermici dimostrano che anche nel settore dell’energia il rischio zero non esiste, neppure per quelle tecnologie considerate ecocompatibili e sicure. Penso che lo scontro sia da una parte effettivamente ideologico. Dall’altra penso però che quello che si fa per garantire la sicurezza degli impianti nucleari in Svizzera non sia sufficientemente conosciuto. A questo si aggiunge la diffidenza verso gli standard di gestione delle centrali nucleari all’estero, dalle quali spesso si pensa debbano arrivare i problemi.

La provoco. Se a Fukushima muoiono 20.000 persone a causa dello tsunami, travolte dalle acque impazzite, e 2 persone muoiono nella centrale atomica, gli ecologisti gridano: “Il nucleare uccide!” Non sono un po’ troppo abili?

AP   Ha ragione, ma non mi sento di condannarli. Si tratterebbe infatti di un’occasione troppo importante da lasciarsi scappare per perorare la loro causa. Il nucleare fa paura non tanto per quello che è ma per quello che potrebbe diventare se accadesse un incidente.

Facciamo insieme un’ipotesi ardita: il 50% del fabbisogno energetico svizzero verrà coperto da fonti rinnovabili. Ci si arriva: A) in 10 anni B) in 40 anni C) mai D) in x anni (dove x lo sceglie lei) ?

AP   Il paradosso è che per consumare globalmente meno energia e per essere più verdi si dovrà necessariamente consumare più elettricità. Pensi per esempio solo alla sostituzione della benzina con l’elettricità per la trazione dei veicoli. Di scenari energetici futuri ne sono stati sviluppati nell’ultimo anno e mezzo diversi. Le conclusioni alle quali sono giunti sono anche molto discordanti tra di loro. Questo dimostra che sia nel settore energetico sia in quello accademico regna una grande incertezza. L’unico punto fermo è che qualcosa si dovrà fare e qualcosa dovrà cambiare. Questa, a mio avviso, è l’opportunità che dobbiamo cogliere: fare ancora di più e sfruttare meglio le risorse presenti nel nostro paese prima di cercarle all’estero. Sulla tempistica: preferisco dirle 40 anni, lavorare sodo, incontrarla tra 20 e dirle che mi sono sbagliato, che siamo stati molto più bravi di quello che credevo.

Il consumatore, per sua natura, si interessa ai costi. Ci parli allora del prezzo dell’energia erogata dalle AIL. È un prezzo “politico”? Si prevedono variazioni entro breve?

AP   Per quanto riguarda l’energia elettrica, il mercato è oggi solo parzialmente liberalizzato, cioè solo per i grossi clienti con un consumo superiore ai 100 MWh all’anno. Per questa categoria il prezzo applicato è quindi un prezzo in concorrenza, in linea cioè con il mercato. Il prezzo dell’elettricità per i piccoli consumatori è invece controllato dall’organo di sorveglianza del mercato dell’elettricità, la Elcom, che veglia affinché il prezzo applicato dai diversi distributori sia per così dire “ragionevole”, rappresentando l’elettricità un bene d’interesse pubblico. Lo stesso dicasi per i costi di trasporto dell’elettricità che devono essere sopportati dai consumatori, che devono fornire un margine adeguato al gestore di rete tale da permettergli i necessari investimenti per garantire la necessaria affidabilità. La forte crescita delle energie rinnovabili, abbondantemente sovvenzionate con incentivi statali pagati dai consumatori finali, da una parte e la crisi economica europea dall’altra hanno portato al crollo dei prezzi di mercato, per cui penso che come consumatori ci attenderanno nel breve periodo tempi piuttosto interessanti per quanto attiene ai prezzi dell’energia. Per legge psicologica naturale, se qualcosa costa poco si tende a non farne un uso parsimonioso. Prevedo quindi tempi molto difficili per temi quali l’efficienza energetica.

Le Aziende Industriali appaiono spesso come sponsor di eventi di vario genere. Quali sono le vostre priorità in fatto di sponsorizzazione?

AP   Ci orientiamo, per nostra scelta, principalmente allo sport giovanile del nostro territorio, senza tuttavia dimenticare altre iniziative di valore che possono aggiungere pregio ed attrattività alla regione. Il legame con lo sport lo sentiamo particolarmente vicino perché contribuisce al benessere delle persone e alla crescita sana dei nostri ragazzi. Inoltre chi meglio di uno sportivo può comprendere quanto sia importante sfruttare le energie con razionalità per raggiungere il proprio traguardo. Questa similitudine ci indica quindi anche lo sforzo che dobbiamo compiere per garantire l’approvvigionamento energetico futuro.

Qual è la “linea comunicativa” delle AIL ? Vi servite (anche) di professionisti laureati?

AP   Nella nostra struttura organizzativa abbiamo un settore dedicato alla comunicazione con specialisti formati per questa professione. La nostra comunicazione è principalmente orientata alla sensibilizzazione e informazione dei cittadini sulle complessità dei mercati energetici e sull’importanza di consumare in maniera attenta e ragionevole le nostre risorse. In un momento di incertezza essere vicini al cliente e guidarlo nelle scelte con informazioni chiare e trasparenti è una responsabilità alla quale non vogliamo sottrarci. Oltre a questo compito non dobbiamo dimenticarci nemmeno la promozione dei nostri prodotti e servizi, anch’essi in linea con la filosofia aziendale e con la nostra attenzione alla sostenibilità.

Avete un bel portale, che ho visitato. Chi lo ha creato?

AP   Il sito internet dell’azienda è stato progettato dal nostro settore Relazioni Pubbliche in collaborazione con degli specialisti esterni, che ci hanno fornito le necessarie competenze per la realizzazione e messa in servizio. I contenuti vengono regolarmente aggiornati e gestiti dai nostri collaboratori, mentre il supporto tecnico viene fornito da un’azienda specializzata.

Lei è personalmente attivo sui social network?

AP   No, da una parte preferisco l’immediatezza dei contatti personali mentre dall’altra sono sicuro che non avrei la necessaria costanza per dedicarmici pienamente.

Io l’ho incontrata di recente in occasione del ricevimento in Municipio del vincitore del Giro d’Italia Vincenzo Nibali, luganese d’adozione. Come mai era presente?

AP   Sono Presidente del Velo Club Lugano, che ha organizzato l’incontro assieme al Municipio di Lugano, sempre molto sensibile a promuovere e a premiare le eccellenze presenti sul suo territorio. Vincenzo Nibali ne fa parte e penso che sia stato doveroso sottolineare il risultato sportivo che ha raggiunto.