La Corte di Cassazione si riunisce martedì 30 luglio a Roma. A causa di una legge sull’amnistia del 2006, è escluso che Silvio Berlusconi possa essere condannato a una pena detentiva. A causa della sua età (78 anni) potrebbe vedersi proporre gli arresti domiciliari.

Quel che verrà deciso a Roma potrebbe avere conseguenze pesanti. Per la pena accessoria dell’interdizione quinquennale dai pubblici uffici, Silvio Berlusconi potrebbe essere escluso dal Parlamento – il che farebbe insorgere i suoi sostenitori – dopo aver dominato la vita politica italiana per un ventennio e diretto un governo per nove anni.
Potrebbero essere modificati gli equilibri politici della fragile coalizione di unione nazionale formata il 28 aprile dal vice presidente del partito democratico Enrico Letta. E anche la durata della legislatura che è iniziata con le elezioni di febbraio.

Per il presidente Giorgio Napolitano, il frequente e facile ricorso a elezioni anticipate è una delle più pericolose patologie della politica italiana.

Alla vigilia dell’udienza tutti cercano di attenuare le ripercussioni sulla sopravvivenza del governo.
Per il presidente del Senato, l’ex magistrato Pietro Grasso, è soprattutto importante che una maggioranza sostenga con forza la stabilità dell’esecutivo.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha dichiarato che i problemi giudiziari di Berlusconi non devono intaccare la coesione del governo.
Lo stesso Berlusconi da settimane afferma che non cercherà di far cadere il governo : “Lo manterrò in vita accada quel che accada, almeno per due anni – affermava settimana scorsa.

Domenica, sul quotidiano Libero Berlusconi ha assicurato che in caso di condanna non farà come Bettino Craxi : “Non farò l’esule. Né accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato. Ho quasi settantotto anni e avrei diritto ai domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere”.

I suoi sostenitori lanciano un appello alla mobilitazione : “Un attacco molto grave è in corso da due mesi contro Silvio Berlusconi e contro la Storia e il progetto politico del PDL. Questa sentenza potrebbe cambiare tutti gli equilibri politici e arrecare un grave danno al paese – ha affermato la numero due del PDL e ex ministro dell’educazione Mariastella Gelmini.