Vi è da restare increduli di fronte all’atteggiamento tranquillo che i leader politici europei mostrano di avere riguardo alla situazione in cui versa l’Europa.

Ottimismo sulla fine della crisi dei debiti sovrani, rassicurazioni continue sul fatto che il peggio è passato. Manca solo che venga stappato lo spumante.
Il ministro dell’economia italiano Saccomanni è arrivato a dire che in Italia la recessione è finita. Ma sulla base di quali numeri? Idem nel resto dell’Europa: i leader mostrano una sicurezza eccessiva.

Vacationing while Europe sinks, ovvero andare in vacanza mentre l’Europa affonda : sul New York Times, l’opinionista William R. Rhodes, ex vice presidente senior di Citigroup, evidenzia come i leader politici e i funzionari senior della Commissione europea siano pronti a fare le valigie e a partire per andare in vacanza, apparentemente fiduciosi sul fatto che la Banca centrale europea vigilerà contro eventuali sorprese che potrebbero presentarsi ad agosto, e con la speranza che le elezioni tedesche di settembre saranno seguite da un’ondata di generosità (da parte della Germania) che ripristinerà la stabilità economica dell’area” dell’Eurozona.

L’ultimo report sulle condizioni della Zona euro del Fondo monetario internazionale dovrebbe essere interpretato come un campanello d’allarme.
Il testo identifica le cause della debolezza della crescita con la persistente frammentazione dei mercati finanziari, i deboli bilanci delle banche, la domanda bassa, l’incertezza e la debolezza strutturale, tutti elementi che si rafforzano reciprocamente e che contribuiscono alla contrazione dell’attività reale.

La sfida della crescita è dunque titanica e, secondo Rhodes “la fiducia degli investitori, quasi certamente, scenderà ulteriormente.
Non solo non c’è alcuna prova del rafforzamento della competitività in alcuni paesi tra i più colpiti dalla crisi, ma anche diverse economie della Zona euro che stavano riportando una buona performance stanno scoprendo che mantenere la crescita è un compito sempre più difficile.

In tutto questo, non mancano le notizie su casi di instabilità politica che arrivano da Roma, Madrid, Dublino, Atene, Lisbona e Parigi. In particolare la debole coalizione italiana di governo potrebbe crollare in ogni momento, a causa delle sfide politiche.

E il problema è che, in generale, le autorità europee hanno ripetutamente sottovalutato i rischi della crisi.
Hanno promosso misure di austerity senza riconoscere l’impatto che queste avrebbero avuto sulla disoccupazione.
Hanno ignorato gli avvertimenti sulla probabilità di un contagio all’inizio del 2012, in un momento in cui avrebbero dovuto agire invece subito per negoziare la ristrutturazione del debito, che non è avvenuta fino al 2012.
Ora, è essenziale che si proceda a una ulteriore ristrutturazione del debito greco, ma per l’ennesima volta i funzionari della Zona euro non sembrano disposti a considerare l’opzione in modo tempestivo.

“Invece di andare in avanza – scrive Rhodes – i leader europei dovrebbero lavorare insieme per raggiungere accordi che migliorino la supervisione del sistema finanziario attraverso un’unione bancaria robusta; dovrebbero rafforzare i meccanismi che hanno posto in essere per fornire il credito essenziale ai paesi in difficoltà; dovrebbero tornare a riflettere su un patto fiscale che impegni tutti i governi alla stabilità dei budget”.

Prima o poi la Banca centrale europea scoprirà che iniettare nuova liquidità non sarà sufficiente a evitare il peggioramento delle condizioni economiche, ma più i leader europei aspetteranno, più si troveranno di fronte a problemi che cresceranno fino a scatenare gravi shock al sistema.”

(Wall Street Italia.com)