L’intervento di mercoledì della polizia egiziana per disperdere i manifestanti sostenitori del presidente destituito Mohamed Morsi, riuniti da oltre un mese in due piazze del Cairo, sta facendo centinaia di morti.

17h05: il governo ha annunciato il coprifuoco al Cairo e in altre dieci province, dalle 19h00 alle 6h00. Le 11 province sotto coprifuoco sono : Giza, Alessandria, Beni Sueif, Minya, Assiout, Sohag, Beheira, il nord e il sud del Sinaï, Suez e Ismailia.
La diplomazia statunitense ha confermato che a breve il presidente Barack Obama rilascerà una dichiarazione sulla situazione al Cairo.

16h45: Al momento non vengono segnalati incidenti nelle stazioni turistiche nel sud del Sinai, come ad esempio Sharm El-Sheikh. Incidenti sono per contro segnalati in diverse città dell’alto Egitto, fra le quali Luxor.

16h24: il Ministero egiziano della sanità fa stato di 95 morti in tutto l’Egitto. Le autorità comunicano che i feriti sono 847. “I morti sono sia manifestanti che poliziotti. Aspettiamo di ricevere maggiori dettagli – ha dichiarato un portavoce.

16h18: Sulla scena internazionale si moltiplicano le condanne. Stride la mancanza di reazione da parte degli Stati Uniti :
L’Iran : il ministero degli affari esteri ha condannato “il massacro della popolazione” e teme una guerra civile.
Il Qatar : il principale sostenitore dei Fratelli musulmani ha denunciato l’assalto della polizia contro i manifestanti pacifici.
La Turchia : il premier turco Erdogan ha chiesto alla comunità internazionale, al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e alla Lega araba di agire immediatamente per far cessare il massacro di civili disarmati.
L’ONU : Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha deplorato il ricorso alla forza da parte delle autorità egiziane.
L’Unione europea : ha invitato le parti a dar prova di controllo.
La Germania : Berlino ha chiesto la ripresa immediata dei negoziati per impedire nuovi spargimenti di sangue.
L’Inghilterra : Londra condanna l’uso della forza per disperdere i manifestanti.

16h08: il partito salafista Al-Nour ha dichiarato che la dispersione dei raduni dei manifestanti aggraverà la situazione e gli scontri. Il portavoce del partito ha chiesto ai manifestanti di cessare gli attacchi contro le chiese e gli edifici pubblici, mettendo in guardia dal rischio di una guerra civile. Il partito salafista ha preso posizione accanto alle nuove autorità egiziane, in carica dal golpe militare del 3 luglio, pur condannando l’uso eccessivo della forza nei confronti dei sostenitori del presidente Morsi.

15h49: la presidenza egiziana ha decretato lo stato d’urgenza per un mese. Il precedente stato d’urgenza in vigore in Egitto era durato 31 anni, dal 1981 al 2012. Quest alegge permette un determinato numero di restrizioni delle libertà pubbliche, conferisce poteri allargati alla polizia e all’esercito e autorizza il rinvio in tribunali eccezionali.
15h44: il giornalista del quotidiano francese Le Monde, Serge Michel, dal Cairo testimonia che all’ospedale di Rabiya arrivano senza sosta morti e feriti. Tutt’intorno si sentono colpi di armi da fuoco.

15h32: il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, esprime preoccupazione dopo il sanguinoso intervento del potere egiziano.

14h30: i manifestanti parlano di oltre 2’000 morti e migliaia di feriti.

Nella foto AFP, corpi senza vita di manifestanti, dopo l'intervento della polizia per sgomberare gli accampamenti dei Fratelli musulmani - cliccare per ingrandire
Nella foto AFP, corpi senza vita di manifestanti, dopo l’intervento della polizia per sgomberare gli accampamenti dei Fratelli musulmani – cliccare per ingrandire

14h28: le forze della sicurezza egiziana hanno arrestato Mohamed El Beltagi, uno dei responsabili dell’ala politica dei Fratelli musulmani.

14h17: un bilancio ufficiale fa stato di almeno 124 morti fra i sostenitori di Morsi.

14h05: il ministero britannico degli affari esteri condanna l’utilizzo della forza per disperdere i manifestanti pro-Morsi al Cairo e chiede alle forze di sicurezza di agire con rispetto della vita umana. Il capo della diplomazia britannica William Hague si è detto molto inquieto per l’aggravarsi della violenza in Egitto.

13h30: il presidente turco Abdullah Gül considera l’intervento contro i sostenitori di Mohamed Morsi “inaccettabile”. L’Iran e il Qatar hanno espresso condanna per il massacro dei manifestanti.

12h20: la moschea Al-Azhar al Cairo, la più alta autorità sunnita al mondo, prende le distanze dell’operazione condotta dalla polizia e dalle forze di sicurezza.

11h18: secondo quanto riferiscono i responsabili della sicurezza, i sostenitori di Morsi hanno incendiato una chiesa copta a Sohag, nel centro del paese.

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11h07: in segno di rappresaglia alla dispersione dei manifestanti pro-Morsi, gruppi di islamisti hanno bloccato le maggiori strade del Cairo incendiando gomme d’auto.

10h52: mentre piovono granate lacrimogene, nella piazza Rabaa al-Adawiya, centinaia di manifestanti erigono muri con sacchi di sabbia per chiudere l’accesso alle forze dell’ordine e rallentare l’evacuazione dei manifestanti.

10h15: i Fratelli musulmani affermano che gli scontri con le forze dell’ordine hanno fatto più di 250 morti nei ranghi dei sostenitori di Morsi.

8h44: “Non è un tentativo di disperdere i manifestanti, ma è un tentativo di schiacciare in maniera sanguinosa ogni voce che si oppone al golpe militare. Rabaa chiede agli egiziani di scendere nelle strade per fermare il massacro – ha scritto su Twitter Gehad el-Haddad, portavoce dei Fratelli musulmani.

8h11: i Fratelli musulmani chiedono alla popolazione di scendere nelle strade e manifestare contro l’intervento della polizia.

7h43: un primo bilancio fa stato di 15 morti nell’operazione di polizia.

7h26: al Cairo la polizia inizia a disperdere i manifestanti pro-Morsi, che da un mese sono accampati in due grandi piazze della capitale, Rabaa Al-Adawiya e Nahda.