Il film “Sangue” di Pippo Delbono, proiettato a Locarno, ha (inevitabilmente) suscitato contrasti, e anche scandalo. Il brigatista rosso Giovanni Senzani era presente all’evento. La prima osservazione, quella che sorge immediata e spontanea, è la seguente: un po’ di scandalo giova alla pubblicità. Fatelo, osatelo, e tutti parleranno di voi: i giornalisti scriveranno, Facebook e Twitter marceranno alla grande. Se vi va addirittura di lusso, ci saranno interrogazioni parlamentari.

Ma chi è (e, soprattutto, era) costui?

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Giovanni Senzani, nato a Forlì il 21 novembre 1942, criminologo (!) ed ex esponente di primo piano della formazione terroristica Brigate Rosse, è ricordato soprattutto per il crudele rapimento in stile mafioso del giovane Roberto Peci, colpevole di essere fratello di un “pentito”, che egli “interrogò” per settimane e di cui filmò minuziosamente l’esecuzione (11 proiettili).  [Wikipedia]

Chi è Senzani? Aveva studiato a Berkeley. Era un criminologo di un certo talento. Insegnava nelle università di Firenze e Siena. Scrisse – si legge nel profilo tracciato dal quotidiano – perfino un libro per Jaca Book, la casa editrice legata a Comunione e Liberazione. A metà degli anni Settanta s’era accostato alle Br, nella cui sezione genovese militava suo cognato Enrico Fenzi. Senzani, gestì il sequestro di Ciro Cirillo ed ebbe l’ergastolo per l’uccisione di Roberto Peci, trucidato il 3 agosto 1981 in un casolare sull’Appia dopo un sequestro durato 53 giorni. Aveva la sola colpa di essere il fratello del primo pentito delle Br, Patrizio.  Senzani, non si è mai pentito, né dissociato. Otto mesi fa ha quindi finito di scontare la sua pena, ma la notizia è trapelata solo ora. Gli ultimi cinque anni li aveva trascorsi in regime di libertà condizionale. [Il Fatto quotidiano]

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