Il professor Francesco Russo, luganese DOC, matematico, docente universitario in un politecnico parigino, ritorna nel salotto buono di Ticinolive per parlare di una Francia che ha abbandonato Sarkozy per abbracciare (si fa per dire) il socialismo di Hollande. Ci sono dei matematici che sanno parlare solo di matematica (li detesto). Russo non è certo uno di questi. Il quadro che egli ci offre del paese nel quale vive ed opera è vivo e realistico, davvero “di prima mano”.

Un’intervista di Francesco De Maria.


Francesco De Maria   François Hollande è in carica da 15 mesi. I Francesi sono soddisfatti della loro scelta?

Francesco Russo   François Hollande ha raggiunto decisamente un picco negativo di popolarità, forse ora sta risalendo lievemente. L’elettorato di sinistra è deluso, si aspettava miracoli che evidentemente il presidente non poteva fare: quello di centro-destra è sconcertato dal fatto che il governo si concentra su riforme di società tipo “matrimonio gay” che nell’insieme disapprova. Per il momento  le riforme economiche sono più che altro cosmetiche e simboliche: pensiamo per esempio  al ritorno alla  pensione a sessant’anni  con  un decreto attuato rapidamente  (3 luglio 2012 al “Journal officiel” cioé a inizio mandato)  e alla  tassazione  al livello del 75 per cento, per i redditi più alti, poi annullata dal Consiglio costituzionale. Il decreto sulle pensioni non va sicuramente  nel senso della storia, ma il cittadino, per poter uscire dal mondo del lavoro a sessant’anni, deve comunque avere un numero significativo di anni contributivi.

I socialisti (non solo in Francia) hanno fama di essere il “partito delle tasse”. La pesante fiscalità di Hollande colpisce solo i ricchi oppure anche la classe media o addirittura medio-bassa?

FR   Come dicevo, la riforma  un po’ demagogica (bocciata del Consiglio costituzionale)  della tassazione dell’ultima “tranche” al 75 per cento,   preoccupa  indubbiamente calciatori e affini. Per il momento non c’ è stato un aumento decisivo delle tasse per la classe media. Si prospetta un aumento dell’iva, ma una forma analoga era già prevista da Nicolas Sarkozy, e l’iva non è propriamente un balzello di sinistra. Per  il resto,  non si é ancora vista una modifica sostanziale della fiscalità, che potrebbe però venire l’anno prossimo. Potrebbero anche esserci altre sorprese. Sul fronte del controllo della spesa pubblica, non escluderei  nemmeno un’evoluzione di Hollande alla “Gerhard Schröder”, cancelliere tedesco tra il 1998 e il 2005, il quale  fu definito a suo tempo da Business Week “The accidental reformer”, cioé colui che si trova nel periodo storico dove inevitabilmente le riforme si devono fare.

Tre simpatici scandali

Mi ha molto incuriosito il caso Depardieu, questo grande attore messo alla berlina, trattato sprezzantemente da “minable” e da evasore fiscale. Allora lui se n’è andato a Mosca. Ci sono sviluppi recenti?

FR   Non molti, mi sembra. In fondo in un primo tempo l’attore  ha incassato una certa solidarietà. Ha poi perso credibilità  opponendo la Russia alla Francia come modello di democrazia. Nel complesso, il suo comportamento  gli è costato in termini di popolarità, quando sul piano puramente fiscale aveva (secondo me) pure ragione.

I grandi contribuenti, minacciati da un fisco oppressivo, stanno realmente fuggendo a gambe levate, varcando le frontiere?

FR   Leggendo la stampa, non riesco a valutare bene. Ci sono segnali in tal senso,   come quello di Benard Arnault, l’ ”uomo più ricco di Francia”, il quale avrebbe domandato la nazionalità belga; sembra però che per il momento abbia mantenuto la residenza fiscale in Francia. Curiosamente un esodo biblico come dopo l’arrivo al potere di F. Mitterand nel 1981 onestamente non c’è stato.

E il caso Cahuzac? Estremamente imbarazzante, a dir poco. Un socialista insincero e smascherato…

FR   Alcuni aspetti permangono oscuri. Questo “affaire” apre degli interrogativi sulla responsabilità del presidente stesso, che secondo Charles de Courson, il presidente della commissione parlamentare che investiga  sul caso Cahuzac, sarebbe stato al corrente. L’opposizione non sembra per il momento voler cavalcare quest’onda. Sembra che l’opinione pubblica sia un po’ disorientata e abbia altre gatte da pelare.

Anche all’ex presidente Sarkozy, mi pare, è successo un grosso guaio. I suoi rendiconti finanziari della campagna elettorale 2012 sono stati respinti dal Consiglio costituzionale. Uno schiaffo morale (oltre a una botta finanziaria da 11 milioni di Euro…). Secondo lei Sarkò ha qualche possibilità di tornare?

FR   In effetti lo sforamento del tetto di spese  sarebbe stato del 2,1 per cento. Tra l’altro, a Sarkozy  è contestato un suo discorso a Tolone, da lui presentato  come “istituzionale” (cioè in veste di presidente della repubblica); i “saggi” del consiglio l’hanno considerato in funzione  elettorale. Sembra che Jacques Chirac avesse commesso errori analoghi durante la campagna precedente la sua seconda elezione, ma non si è trovato a dover rimborsare nulla.  Le malelingue dicono che, avendo vinto, è riuscito poi a sopire la cosa. A parte ciò, molti rappresentanti del centro-destra mormorano che c’è pure un accanimento giudiziario contro Sarkozy; alcuni non esitano a parlare (un po’ come in Italia, anche se non nelle stesse proporzioni) di utilizzazione della giustizia a fini politici. Alcuni se la prendono con  il sindacato della magistratura, considerato radicato addirittura all’estrema  sinistra.

Sarkozy è un combattente nato, ma non penso che ce la farà a tornare; subirà un subdolo fuoco amico da molti esponenti dell’UMP, tra cui quello del suo ex-primo ministro François Fillon.

Svizzera e Francia ai ferri corti

Widmer-Schlumpf è andata a Parigi per firmare un nuovo accordo sulla tassazione delle eredità, molto criticato in patria. Lei pensa che il Parlamento elvetico lo ratificherà?

FR   Secondo me sì, non ci saranno sussulti come per il caso della Lex USA, anche perché la situazione è completamente diversa. Altro destino potrebbe avere in una votazione popolare.

Più in generale, lei vede all’orizzonte una pace fiscale possibile tra Svizzera e Francia?

FR   La pace rischia di essere una “pax Romana” , soprattutto  se l’Unione europea e gli Stati Uniti  faranno ulteriori pressioni sulla Svizzera. Vedo ancora molte nubi all’orizzonte. Spero che i negoziatori svizzeri siano all’altezza. Prima o poi si arriverà a delle regole condivise, forse non troppo favorevoli per la Svizzera; all’inizio sarà dura, ma sul medio-termine  la Svizzera saprà battersi al meglio nella competizione economica internazionale, anche se le norme cambieranno.

Se 35 ore vi sembran poche…

Parliamo del lavoro. Che ne è delle famose “35 heures” socialiste? Sono tuttora in vigore?

FR   Sono ancora in vigore, più che mai direi, visto che nemmeno Sarkozy è riuscito ad abrogarle. L’ex-presidente aveva però introdotto degli incentivi ad andare oltre, per esempio detassando le ore supplementari. Questo meccanismo è stato rapidamente soppresso dall’attuale governo socialista.

Quali sono le possibilità per la Francia di uscire dalla recessione nella quale è caduta? Quali sono i migliori “atout economici” del paese?

FR   Uno degli “atouts”  sono i suoi ricercatori, una relativa solidità dei suoi centri di ricerca ( l’INRIA, il CNRS e molte università) che hanno varie sinergie con il mondo industriale. Anche se paralizzata da un’amministrazione talvolta pletorica, il livello della ricerca resta molto buono. Se molti “cervelli” francesi vanno a lavorare all’estero,  il mondo della ricerca universitaria riesce ad attirare molti stranieri validi, contrariamente all’Italia attuale. Anche la  formazione universitaria permane di qualità elevata, anche a livello europeo.

Un altro  “atout” (una fortuna non proprio meritata) è il fatto che  i  mercati continuano a credere nella Francia. Gli interessi sulle obbligazioni di stato rimangono molto bassi, quasi a livelli tedeschi, malgrado l’agenzia di “rating” Moody’s abbia declassato la nota della Francia. Però questo privilegio potrebbe non durare a lungo. E’ un momento difficile comunque, un declino industriale c’è stato; sono lontani i tempi della grande innovazione ferroviaria costituita dal  TGV (Alta velocità) o il Minitel (l’antenato di Internet) che funzionava bene, era commercializzato già una trentina di anni fa.

La Francia è una nazione fortemente nuclearizzata. Qual è il grado di accettazione nel pubblico di una simile situazione? I Verdi anti-nucleari esercitano una forte pressione? Il nucleare declinerà? (magari incominciando sotto i socialisti)

FR   Per il momento non si vedono grossi segnali di denuclearizzazione, perlomeno non a breve-media scadenza. Nemmeno l’opinione pubblica sembra reclamarlo in modo insistente. I verdi non hanno il prestigio dei verdi tedeschi, sono mal organizzati e poco credibili, la lobby nucleare é potentissima.

Fine prima parte. La seconda e ultima parte sarà pubblicata sabato 17 agosto.

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione consentita citando la fonte.