… seguito dalle solite inutili polemiche


Davide Rossi, comunista, professore, filosofo, persona colta e abile oratore, l’abbiamo ascoltato e incontrato due volte, al Rivellino di Locarno. È accreditato presso il Festival, scrive articoli e recensioni. Secondo Rossi ricordare i crimini del terrorismo sarebbe “inutile” (oltre che un “mestare nel torbido”; che cosa sarà invece “limpido”?). Ebbene, Davide, sentiti adesso questa. Certe attività INUTILI ci piacciono, e siamo disposti a praticarle anche GRATIS.

Noi non ce la prendiamo con Davide Rossi, che fa il suo mestiere di comunista, e lo fa bene, ma con ben altre persone, le quali – per essere vecchie – non sono certo diventate sagge. [fdm]


[…] Di questo di discuteva, tra amici italiani, fuori dalla proiezione stampa terminata alle 10.30 alla sala Kursaal del Festival di Locarno. Eravamo in cinque, tra noi alcuni comunisti. Altri giornalisti italiani di orientamento culturale socialdemocratico hanno gratuitamente stabilito una del tutto impropria associazione tra la nostra difesa cinematografica del film, legato al tema del dolore, interpretandola come una volontà di esprimere un giudizio storico assolutorio nei confronti del terrorismo.

È evidente che il diverbio si è acceso, essendo nostra precisa volontà non confondere i livelli e attenerci all’opera di Delbono, ritenendo che in nessun modo debba essere oggetto di una strumentale polemica politica, la quale ha per altro l’obiettivo di confondere la storia, mestando nel torbido e gettando in un unico calderone movimento progressista, idee di uguaglianza e derive terroristiche, con il ricercato risultato di difendere la sempre più indifendibile e ingiusta società occidentale contemporanea e i suoi mediocri governi che riducono i diritti e peggiorano le condizioni dei lavoratori.

Davide Rossi, giornalista accreditato al Festival Internazionale del Film di Locarno, uno dei cinque, comunista.

CITAZIONE SENZANIANA SUPPLEMENTARE. “Le nostre idee erano giuste, i nostri metodi, probabilmente, sbagliati”.