Dai 1 214 dollari l’oncia del 5 luglio, settimana scorsa l’oro ha ripreso circa il 10% del suo valore, salendo attorno ai 1 330 dollari. Un aumento interessante, essendosi prodotto in un contesto di uscita di capitale dal ETF (Exchange Traded Funds), famosi fondi che decuplicano l’evoluzione dei corsi dell’oro.

Queste massicce uscite di capitale dagli ETF a ridosso degli stock auriferi avevano provocato in aprile un tonfo del 15% in tre giorni.
Dall’inizio dell’anno, gli ETF avevano rivenduto 650 tonnellate d’oro per far fronte alle domande di acquisto degli investitori. La stessa quantità acquistata nell’anno seguente il fallimento di Lehman Borthers nel 2008.
Questo confronto tra i due periodi è pertinente, perché il motivo principale degli acquirenti fra il 2008 e il 2011 era proteggersi dal rischio sistemico, ossia il rischio che una serie di fallimenti bancari coinvolgesse il sistema finanziario mondiale.
In un simile scenario, la maggior parte degli attivi finanziari immateriali avrebbe perso ogni valore, mentre l’oro, unico attivo tangibile, sarebbe stato risparmiato.

Partendo da questa sommaria analisi, si può supporre che il principale motivo degli investitori che da metà 2012 rivendono questo oro è che non temono più un simile rischio. Le dichiarazioni e gli interventi rassicuranti dei banchieri centrali occidentali sono senza dubbio il motivo principale.

Mentre diminuisce la richiesta di oro degli investitori occidentali, dalla fine del 2012 aumenta la richiesta asiatica di gioielli, medaglie e piccoli lingotti d’oro.
In India, come in tutto il sud-est asiatico, l’acquisto di gioielli è innanzitutto una decisione finanziaria, nella misura in cui l’oro permette di proteggere il risparmio in paesi dove la fiducia nel sistema bancario è scarsa.
Questo indica anche che nei paesi emergenti la crisi finanziaria starebbe per iniziare, se non è già iniziata. In Cina, Brasile, Russia, … il debole cocktail crescita-inflazione-bolla è portatore di rischio sistemico esattamente come lo erano i subprimes in Occidente.
La crisi finanziaria era partita nel 2007 dagli Stati Uniti, era giunta in Europa nel 2010 e adesso si è spostata a est. La richiesta d’oro segue la crisi in questo giro del mondo.

(Le Monde.fr)