Alcuni membri della Federal Reserve, la Banca centrale americana, vogliono rallentare il programma di stimoli all’economia americana, i cosiddetti Quantitative easing, che per mesi hanno iniettato liquidità sul mercato nel tentativo di stimolare l’economia.

Questo, secondo gli analisti, è la prova che a breve la Federal Reserve potrebbe cessare completamente gli aiuti all’economia e quindi i tassi saliranno. Si temono tempi difficili per il mercato azionario americano.

Alla chiusura di mercoledì 21 agosto il Dow Jones ha perso lo 0,70% a 14’897 punti, il Nasdaq ha segnato -0,38% a 3’600 punti.

I governatori del FOMC (Federal Open Market Committee) della Federal Reserve nell’ultima riunione che si è tenuta a Washington il 30-31 luglio, si sono detti ampiamente d’accordo con il piano di Ben Bernanke di cominciare a ridurre l’acquisto di bond nel corso dell’anno se l’economia migliora, con alcuni governatori a favore di un intervento più rapido.
Alcuni hanno detto che potrebbe venire presto il momento di rallentare in parte il Quantitative easing. Attualmente il programma prevede 85 miliardi di dollari al mese di stimoli all’economia.
I membri del FOMC concordano che il programma di stimoli dovrà essere limato entro la fine dell’anno, per poi cessare completamente entro la meta’ del 2014, a condizione però che l’economia statunitense migliori.

Una cosa comunque appare certa: più che risollevare in modo sostenuto l’economia, il Quantitative easing ha creato un divario tra i fondamentali economici da un lato e l’azionario e obbligazionario dall’altro. Ha dato vita a una bolla, permettendo allo S&P 500 di balzare più del 150% dal mercato orso in cui era precipitato nel 2009.
Le iniezioni di liquidità della Federal Reserve hanno anche gonfiato gli utili delle aziende americane: delle 472 società quotate sullo S&P che dal 2009 hanno comunicato i bilanci, il 72% ha battuto le stime sugli utili.

(Wall Street Italia.com)