Francesco, [notare che non è scritto “caro Francesco”, ndR]

orrore, adesso disinformi anche tu? La moglie di Philippe Hildebrand c’entra come i cavoli a merenda. A manovrare, da perfettissimo superinsider privo del comune senso di moralità, vittima della propria cupidigia nonostante il salario annuo da sogno (995’000 franchi, al riparo da ogni rischio ed al sicuro di una cassa pensione all’altezza) era stato proprio questo furbacchione, amico della Giuda in gonnella e da lei difeso oltre i limiti della decenza. Ho letto che sarebbe passato ad un’attività dove guadagna 7 mio di franchi all’anno, invece del milione di prima. Sono contento per lui, ma un profittatore scorretto anche se guadagna un miliardo all’anno, o anche al giorno, rimane un profittatore scorretto. Non migliori lui sono i suoi difensori e protettori.

Per favore, trova il modo appropriato per pubblicare questo mio commento. La faccenda Hildebrand, che conosco fin nei dettagli, mi mette in fibrillazione ogni volta che ne sento parlare.

Gianfranco Soldati

 

[fdm] Post scriptum. Un alto dirigente dell’UBS di mia conoscenza mi disse, tempo fa, testualmente: “Se il presidente della BNS decide di lucrare sul cambio, non lo fa così e non lo fa per queste somme”. Gli diedi ragione sì e no, più no che sì. Anche un vasetto di marmellata ha il suo fascino. Certo, la figura è stata barbina.


NOTA. Nell’articolo ci siamo attenuti alla versione “hildebrandiana” ufficiale: la moglie, gallerista, abbisognava di notevoli somme in dollari per… ecc. ecc. Su tale versione NON saremmo disposti a giocarci la testa!