Il ministro italiano dell’integrazione e delle politiche giovanili Cécile Kyenge si è detta favorevole alla proposta di usare la parola “genitore” al posto di “padre” e “madre” nei documenti scolastici ufficiali.

Da Venezia, dove è in corso la 70esima Mostra del cinema, lunedì 2 settembre Cécile Kyenge ha confermato l’impegno nella battaglia legislativa che mira a definire “italiani” tutti i bambini che nascono in Italia, qualunque sia l’origine dei genitori.

Di 80mila ragazzi stranieri che frequentano le scuole italiane, oltre la metà è nata in Italia e il documentario “Ius soli” del regista Fred Kuwornu – proiettato lunedì in un incontro organizzato dal Consiglio d’Europa – affronta il tema con le storie di tanti giovani che la legge considera extra-comunitari, malgrado siano nati e cresciuti in Italia.
“È la scuola la vera palestra per l’integrazione – ha detto il ministro Kyenge al termine della proiezione.

“Non chiamate stranieri i bambini nati da famiglie immigrate e date loro la cittadinanza onoraria – ha aggiunto – È simbolica, ma aiuta a non creare complessi di inferiorità nei più piccoli.”

Poi Kyenge ha dichiarato di approvare la proposta della delegata ai diritti civili del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi, di utilizzare la terminologia “genitore” nei documenti, per annullare le distinzione fra coppie di genitori eterosessuali e omosessuali.
“Mi sono sempre battuta per le pari opportunità – ha detto – se questa è una proposta che le rafforza, mi trova d’accordo.”

Il suo arrivo a Venezia ha scatenato una nuova ondata di commenti e polemiche da parte della Lega, arrivate in risposta a una sua battuta sull’idea di cancellare, con un referendum, il suo ministero: “Forse i leghisti hanno bisogno di essere integrati – ha detto.
A distanza di pochi minuti sono arrivati insulti pesanti da parte dell’eurodeputato Mario Borghezio e del segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini.
Una dichiarazione politica è arrivata dal governatore del Veneto Luca Zaia in risposta a quanto detto da Kyenge riguardo al Veneto e a Venezia: “Il Veneto è una regione molto accogliente e Venezia fa presa come esempio per le sue politiche di integrazione. La dichiarazione del ministro Kyenge dimostra che il modello vincente dell’integrazione non è quello di un road show con continue proposte, come quello intrapreso dal ministro, ma un insieme di politiche concrete, come le nostre, che puntano all’integrazione e al rispetto degli immigrati.”