Si è detto quasi tutto della crisi economica che dal 2008 sconvolge la Grecia. L’esplosione della disoccupazione (27 % della popolazione attiva) la disperazione dei giovani (60% di disoccupati nella fascia 15-25 anni), i senzatetto sempre più numerosi e un paese che vive al ritmo dell’austerità imposta dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale.

Torna alla mente la guerra civile greca del 1945-1949, dove destra e estrema destra erano opposte alla sinistra rivoluzionaria e comunista.
Dopo 150 000 morti, vinsero le forze dell’ordine. Seguì il colpo di Stato della giunta militare nel 1967 e sette anni della “dittatura dei colonnelli”.

Oggi le similitudini sono evidenti. Il clima politico è nauseabondo e nel paese si respira la depressione, la rabbia e la voglia di rivolta.
Da un lato c’è Syriza, la coalizione della sinistra radicale, con oltre il 26% dei suffragi e dall’altro lato c’è il partito Alba dorata, estrema destra e marcatamente xenofobo, che ha ottenuto 21 seggi nel Parlamento.
L’estrema sinistra è la fazione più opposta al fascismo. Non passa settimana senza manifestazioni contro Alba dorata.
Da quando nelle ultime elezioni questo partito si è messo in evidenza, attacchi razzisti e spedizioni punitive contro gli emigrati sono all’ordine del giorno. Anzi, Alba dorata sarebbe diventata una forza supplente della polizia greca.
Le relazioni fra l’estrema destra e il potere sono inquietanti. Spesso i militanti del partito spalleggiano i poliziotti per reprimere le manifestazioni della sinistra anti fascista.

In Grecia le immagini di guerriglia urbana non fanno più notizia. Ai lanci di gas lacrimogeni si replica con i lanci di bottiglie molotov e alle dimostrazioni di forza xenofobe rispondono i militanti anarchici. La situazione è molto simile al 1945.

(Le Monde.fr)