Il prossimo 22 settembre 2013 saremo chiamati alle urne per votare l’iniziativa popolare cantonale denominata “vietare la dissimulazione del viso nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”.

Il comitato d’iniziativa interpartitico è ben rappresentanto da diversi partiti e movimenti politici, con la quale si auspica che questa proposta ottenerà ampi consensi. È importante sostenere l’iniziativa principalmente per una questione di sicurezza: il viso dev’essere sempre ben visibile in modo da poter identificare la persona.

Qualsiasi indumento che copra sia interamente sia parzialmente il viso non è permesso indossarlo in un luogo pubblico, perchè dovrebbe essere diverso per il Burqa? Il pregio dell’iniziativa è anche quello di voler imporre il potere giuridico su quello religioso, seguendo il principio della separazione tra lo Stato e la Religione, ovvero un fondamento della nostra società. Si richiede a chi possiede delle culture differenti dalle nostre, di adeguarsi al nostro ordinamento giuridico.

Nonostante quello che dicono i contrari all’iniziativa, la libertà religiosa non viene in nessun modo violata ed è comunque garantita, in quanto questa proposta vuole portare avanti un principio sacrosanto: la visibilità del viso in luoghi pubblici, indipendentemente dalla motivazione per cui si vorrebbe coprire il proprio volto.

Personalmente voterò 2 SÌ, ma in caso di doppia accettazione esprimerò la mia preferenza per l’iniziativa. Il controprogetto, pur essendo sempre meglio di una bocciatura totale, è molto meno restrittivo rispetto all’iniziativa.

In primo luogo la proposta del governo e parlamento chiede di inserire il divieto nella legge di ordine pubblico, quindi assumerà semplicemente un carattere di tipo civile/amministrativo, invece l’inserimento nella costituzione (come proposto dall’iniziativa) darà un chiaro segnale politico a tutti coloro che non vogliono adeguarsi alle nostre usanze. In questo modo, tale divieto potrà venir abrogato solamente con una consultazione popolare; al contrario, inserendola nella legge, basterà una votazione parlamentare.

Nicholas Marioli