Mentre attendiamo trepidanti gli sviluppi della vicenda, inganniamo il tempo traducendo dal tedesco questo notevole articolo (Tagi).


La frase che in simili casi ricorre sistematicamente – pronunciata da politici, psicologi, giuristi, eccetera – è la seguente: “La sicurezza assoluta non esiste!” L’atteggiamento che sta dietro la frase è insopportabile tanto quanto la frase stessa. E non solo perché trasforma le vittime e i loro familiari in “danni collaterali” del sistema. Soprattutto perché la frase è anzitutto insopportabilmente cretina. Non si tratta infatti di criminali che delinquono per la prima volta, per cui non si può ragionevolmente affermare che nessuno poteva sapere quanto fossero pericolosi.

Con il rischio dobbiamo necessariamente convivere. Ma NON con il rischio costituito da uomini gravati da precedenti assolutamente univoci, uomini che hanno perpetrato le più gravi violenze, che hanno ucciso o violentato, che hanno distrutto vite e famiglie. A costoro i terapeuti hanno prestato orecchio per ore e giorni interi, al fine di redigere chilometrici certificati che sono, per così dire,  compilati “dal sistema”.

Ma il sistema non funziona. Altrimenti Pasquale, Lucie, Marie e Adeline sarebbero ancora vive, così come il piccolo Florian, 4 anni, che tre anni or sono fu assassinato dal suo stesso padre, pregiudicato, in un hotel di Winterthur. Uno stato deve diffondere un messaggio chiaro: la violenza non è tollerata, e, anzi, è attentamente sorvegliata. Ha il dovere in preoccuparsi in ogni caso della protezione di potenziali vittime. E non può – poiché gli autori di gravi violenze infrangono i diritti più sacri della persona – applicare ad essi le stesse regole che applicherebbe a un truffatore o a uno spacciatore. Non può semplicemente fare un esperimento per verificare come questi criminali, lasciati parzialmente liberi, si comportino. Magari bene (e allora gli esperti si danno vicendevolmente pacche sulle spalle) oppure male, ed è allora il momento di argomentare: non esiste sicurezza assoluta

Ma dev’essere massimizzata, questa sicurezza. Poiché una società ha il diritto (e, aggiungiamo, il dovere; ndR) di difendersi da questi criminali violenti. Uno stato che non lo fa, che addirittura tollera un sistema che causa la morte di vittime innocenti, non può definirsi civile.

Bettina Weber