Riforma strutturale: il PLR è d’accordo ma va fatta sulle uscite correnti
Il Partito è contrario invece a proposte di aumento della pressione fiscale cantonale


(fdm) Giudico questa presa di posizione molto buona, forse la migliore del PLR da gran tempo a questa parte. Purché non sia una semplice sparata… per galvanizzare la platea. Vedremo. Mi piacerebbe conoscere l’opinione dell’onorevole consigliera di Stato su questo testo.


Il PLR dice chiaramente NO ad un aumento della pressione fiscale in Ticino e anzi ritiene che sia ora di agire proprio sul fronte opposto ridando fiato a cittadini e aziende. Le proposte recentemente ventilate dalla sinistra, per una riforma strutturale, ma delle entrate, sono deleterie e inique. Il PLR è convinto che lo sforzo debba essere fatto sulle uscite correnti, cresciute negli ultimi 12 anni di oltre 1 miliardo di franchi.

L’evoluzione dei dati dimostra che l’attuale situazione delle finanze non è dovuta a una carenza di entrate, ma piuttosto a un costante e massiccio aumento delle uscite avvenuto negli ultimi anni (+ 43% dal 2001 ). Di conseguenza è prioritario agire su questo fronte. Non tutti i servizi dello Stato sono essenziali o intoccabili (e questo deve valere anche per i sussidi che non devono essere interpretati come dei benefici acquisiti), ed è quindi il momento di prendere delle decisioni politiche di indirizzo sapendo compiere delle scelte forti e non sempre popolari.

Sul fronte delle entrate già oggi il Ticino ha una struttura delle aliquote fiscali estremamente sociale: quasi 50’000 contribuenti (1 su 5) sono esenti dalle imposte e non contribuiscono alla spesa pubblica beneficiando per contro di tutti i servizi. Dall’altra parte vi è invece un gruppo di contribuenti (il 10%) che versa oltre la metà del gettito fiscale. In mezzo vi è tutto il ceto medio che rappresenta la maggioranza dei cittadini che finanziano l’ente pubblico.

Risulta chiaro il fatto che affermare, come ha fatto recentemente l’Onorevole Bertoli, che con un aumento delle imposte si agirebbe in maniera equa in cui tutti contribuirebbero a risanare i conti è fuorviante. La realtà è che si andrebbe ancora a colpire la fascia che già più dà e, a cascata, tutto il ceto medio.

In aggiunta è quantomeno curioso come il PS voglia da un lato combattere l’amnistia fiscale cantonale, ma dall’altro dare indicazione su come usare i fondi che ne deriverebbero. Delle due una: o si è contrari all’amnistia e quindi ci si astiene dal voler entrare nel merito dell’utilizzo dei suoi proventi, oppure la si appoggia e si concorda con gli altri partiti come impiegarne i mezzi derivanti. È troppo comodo voler fare i moralisti e poi però cercare di coglierne i frutti.

Partito liberale radicale