Candy Crush Saga è il gioco più popolare su Facebook, ma dietro questa applicazione si nasconde un preciso gioco di soldi studiato apposta per creare dipendenza.

“Smettere di giocare a Candy Crush è tanto difficile quanto smettere di fumare – commenta Nadeem, un trentenne che come altri 45 milioni di persone gioca quotidianamente a questo gioco su Facebook.
La sua produttività ha subìto un vistoso calo, così come il suo portamonete. Infatti, anche se il gioco è gratuito, dopo cinque tentativi non riusciti si deve aspettare mezz’ora oppure si possono comperare delle nuove vite.
In un mese Nadeem ha speso una ventina di euro : “Pago 0,89 euro per avere più vite o dei bonus quando vengo bloccato. Non sembra, ma il gioco inizia a essere costoso.”

Lanciato nel 2012, oggi Candy Crush Saga ha un successo strepitoso. Su Google Play e l’App Store è l’applicazione per Smartphones più scaricata.
Farebbe guadagnare alla società britannica King qualcosa come 470’000 euro al giorno. Il concetto è molto semplice. Come in Tetris o Columns, l’obiettivo è quello di avvicinare almeno tre caramelle uguali per farle scomparire, eliminare le gelatine o far scendere i componenti, guadagnare punti e passare al livello successivo.

candycrush

Per Emmanuel Guardiola, elaboratore di videogiochi per He Saw, il fatto che delle persone spendano soldi su Candy Crush Saga per raggiungere il sacro santo livello 410 non deve meravigliare.

“Un gioco tenta sempre di manipolare il giocatore, ma qui la manipolazione è veramente al centro del concetto. Candy Crush crea frustrazione per incitare il giocatore a spendere soldi e poter andare avanti.”

Per raggiungere lo scopo, i creatori di Candy Crush hanno infatti immaginato livelli che sono dei veri e propri rompicapo : “I livelli eccessivamente difficili del gioco non si basano sul talento del giocatore ma sul carattere aleatorio della distribuzione delle caramelle – spiega Emmanuel Guardiola – Per riuscire a passare si deve avere la pazienza di provare e riprovare decine di volte, oppure comperare dei bonus per fare più in fretta.”

Secondo lo storico dei videogiochi Douglas Alves, sul piano dell’etica Candy Crush è discutibile : il giocatore non sa che sta partecipando a un gioco di soldi.
“Questo modello di monetizzazione non proviene dal mondo dei videogiochi ma da quello dei casinò. E’ come quando vi danno 20 crediti gratuiti per giocare alla roulette, affinchè quando sarete nella partita userete i vostri soldi.”
La connessione con Facebook accresce il procedimento : “All’inizio, se non vuoi pagare hai la possibilità di promuovere Candy Crush presso i tuoi amici invitandoli a partecipare – spiega Douglas Alves – Quando sei ben avanti nel gioco, il risultato dei tuoi amici e la pressione sociale che ne deriva ti convincono a spendere soldi per proseguire.”

(Fonte : lesinrocks.com)