INTERROGAZIONE AL CONSIGLIO FEDERALE

Dalla vicina Italia proseguono le violazioni della reciprocità e degli accordi internazionali, quegli stessi accordi che invece la Svizzera applica con puntiglio autolesionista, danneggiando la propria economia, e specialmente il mercato del lavoro delle regioni di confine.

Risulta ad esempio che le licenze professionali svizzere degli autisti che guidano camion sopra le 3.5 tonnellate non siano più riconosciute dall’Italia, ciò in barba agli accordi con l’UE sottoscritti su questo tema.

Più in generale, appare evidente che l’Italia, pur approfittando grandemente della vicinanza della Svizzera e del fatto che quest’ultima accetti di “aprirsi” a danno dei propri lavoratori, artigiani ed imprese, contemporaneamente non perda un’occasione per sabotare a proprio vantaggio l’economia svizzera – il che di solito significa quella ticinese.

Al recente aumento degli sconti sulla benzina nei distributori della fascia di confine italiana deciso dalla Regione Lombardia con l’obiettivo di annullare il pendolarismo del pieno di cui godeva il Mendrisiotto, ha fatto seguito una nuova offensiva lombarda mirata ad evitare la delocalizzazione delle aziende italiane verso il Ticino.

Chiedo al lod Consiglio federale:

– Al CF risulta che le licenze di autisti di camion di cui sopra non vengano più riconosciute dall’Italia?
– Se sì, come si spiega questa situazione che pare configurare un’ulteriore violazione del principio di reciprocità da parte della  vicina Penisola?
– Sono in corso delle trattative per rimediare a tale situazione? Se sì, a che punto sono?
– In generale, come valuta il CF l’applicazione degli accordi internazionali da parte dell’Italia? Non ritiene che, confrontata con un simile vicino, sia necessario che anche la Svizzera applichi gli accordi internazionali secondo parametri italiani, onde evitare gravi danni al Ticino?

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi