“Mi ha detto (non risulta chi, ndR) che sono 50 giorni che non dormi…”
“Cinquantacinque giorni” “Mi metto alla scrivania… niente. Poi vado a letto, resto lì con gli occhi sbarrati… niente”


La qualità dell’audio è cattiva (come sempre, o quasi sempre) ma un solerte tecnico ci ha messo i sottotitoli. La voce è calma ma impastata, la voce di un uomo disperato e braccato.

Tecnicamente si chiama un “fuori onda”, una telefonata di Berlusconi a un esponente del Pdl, registrata accidentalmente mentre quest’ultimo concedeva un’intervista. Una delle mille telefonate di un uomo politico, una delle diecimila telefonate del Cavaliere. Ma questa è speciale, perché in essa si tira in ballo il Quirinale.

«Mi è stato detto che il capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata. Dopodiché ha ritelefonato da capo, ha fatto ritelefonare da Lupo (Ernesto Lupo, consigliere giuridico del Quirinale ed ex presidente della Cassazione, ndr) al presidente della Cassazione (Giorgio Santacroce, ndr) che ha chiamato il presidente di Sezione (Francesco Trifone, ndr) costringendolo a riaprire la camera di consiglio. Cosa che non succede mai! Perché la sentenza*** era già pronta il 27 di giugno».

La telefonata è stata diffusa in esclusiva da La7 ieri sera a Piazzapulita.


L’ira del Quirinale: “Un’altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria”

Dal Colle una reazione immediata e sdegnata: «Quel che sarebbe stato riferito al Senatore Berlusconi circa le vicende della sentenza sul Lodo Mondadori è semplicemente un’altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato».


*** Il collegio che il 27 giugno ha dato definitivamente torto alla Fininvest sulla “guerra di Segrate” per il controllo della Mondadori – e che ha condannato Berlusconi a risarcire de Benedetti per centinaia di milioni di Euro – era composto dal presidente Francesco Trifone e dai giudici Giacomo Travaglino, che ha svolto la relazione introduttiva, Maria Margherita Chiarini, Angelo Spirito e Maurizio Massera. La Camera di consiglio è durata circa cinque ore.



(commento, fdm) La lunghissima, estenuante, feroce guerra incominciata nel 1994 tra il grande imprenditore portato ai vertici da Craxi e la sinistra post-comunista (che egli non esitò a chiamare sprezzantemente “i nipotini di Stalin”) si avvia, convulsamente, verso la fine. L’esito “scontato” dovrebbe essere la caduta del Cavaliere e la sua distruzione politica, con lo sfaldamento della Destra e una lotta per il potere aperta a Sinistra. La vicenda politica tuttavia prende spesso direzioni bizzarre e riserva colpi di scena e sorprese.