Nel 50esimo anniversario della morte del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, assassinato a Dallas il 22 novembre 1963, una moltitudine di nuovi libri è pubblicata negli Stati Uniti.

Uno di questi è scritto da Edward Jay Epstein, il primo ad aver indagato sulle spiegazioni ufficiali dell’assassinio : “The JFK assassination diary : my search for answers to the mystery of the century”, la cronistoria dei suoi incontri con i membri della commissione Warren.
Questa commissione era stata istituita, una settimana dopo la morte di JFK, dal nuovo presidente Lyndon Johnson, per indagare su quanto avvenne a Dallas.

Epstein è notoriamente attirato dalle zone d’ombra attorno ai grandi scandali, le sue posizioni si spingono spesso a evocare cospirazioni e complotti.
Era stato il primo a indagare su chi aveva ucciso JFK. Prima della pubblicazione del suo libro “Inquest” nel 1966, i media americani non avevano condotto nessuna indagine esaustiva sulle conclusioni della commissione Warren.
La commissione aveva stabilito che l’esecutore materiale dell’assassinio era stato Lee Harvey Oswald, ucciso a sua volta mentre si trovava in stato di fermo.

Epstein commenta che “l’assassinio di Kennedy non ha cambiato la storia – Johnson non ha fatto altro che eseguire le politiche di Kennedy – ma ha cambiato i media. (…) Nessuno degli avvocati e membri della commissione aveva firmato un accordo di confidenzialità, anche se questo può sembrare incredibile.
Perchè queste fonti non sono state interrogate dai giornalisti?”

Smontando tutti i punti deboli della commissione Warren, “Inquest” ha aperto la porta alle teorie cospirazioniste, sino alle più assurde. In un qualche modo, Epstein è l’uomo che ha dato avvio al moderno business del complotto.

(Slate.fr)