L’Arabia saudita ha rifiutato, venerdì scorso, di entrare a far parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una decisione senza precedenti in segno di protesta contro l’impotenza di questa istanza di fronte a quanto accade in Siria.

Giovedì 17 ottobre, l’Arabia saudita era stata eletta membro non permanente di questo Consiglio a partire dal 2014, eletta da oltre due terzi del 193 paesi rappresentati.

Secondo i dirigenti sauditi, il fatto di permettere al regime al potere in Siria di uccidere il suo popolo e di bruciarlo con armi chimiche di fronte al mondo intero, senza sanzioni dissuasive, è una chiara prova dell’impotenza del Consiglio di sicurezza nel compiere il suo dovere e nell’assumere le sue responsabilità.

Gli ambasciatori dei paesi arabi alle Nazioni Unite hanno chiesto ai dirigenti sauditi di tornare sulla loro decisione.
Nabil al Arabi, capo della Lega Araba, ha invece sostenuto la posizione saudita, accusando le Nazioni Unite di non aver mai assunto le proprie responsabilità di fronte ai paesi arabi.

La Russia, alleata del presidente siriano Bashar al Assad, ha apertamente criticato il regime saudita per l’aiuto che dà ai ribelli in Siria.

Gli Stati Uniti non hanno rilasciato dichiarazioni. Al momento stanno negoziando con Arabia saudita e Emirati arabi un contratto d’armamenti di circa 11 miliardi di dollari.

Il governo francese ha dichiarato di condividere la frustrazione saudita a proposito del conflitto siriano.