L’aumento degli scorsi giorni dell’euro si spiega con la volontà di diversi paesi di rendersi indipendenti dal dollaro, afferma Ambrose Evans-Pritchard nel quotidiano britannico The Telegraph.

La banca centrale della Cina, che detiene più di 3’700 miliardi di dollari di riserve in moneta straniera, acquista grandi quantità di euro per cercare di far svalutare lo yuan e recuperare parti di mercato all’esportazione.
“Si può dire che la Cina esporti verso l’Europa le sue capacità di produzione eccessiva o addirittura la sua disoccupazione – scrive il giornalista.
La banca centrale cinese non è l’unica che acquista euro in grande quantità : lo stesso fanno le banche centrali di Russia, Brasile e degli emirati petroliferi del Golfo.

Di colpo, la parità dell’euro contro il dollaro ha guadagnato il 9% fra giugno e l’inizio di ottobre. In questi giorni la parità ha preso il volo. In un anno, l’euro si è ugualmente apprezzato del 28% contro lo yen giapponese.
Attualmente il tasso di cambio dell’euro è troppo alto per due terzi degli Stati della Zona euro e questo è uno dei motivi dell’aumento del tasso di disoccupazione, oggi a livelli record.

L’aumento del corso dell’euro spinge gli Stati membri verso la deflazione, la quale complica la situazione del debito nei paesi periferici della Zona euro.
In ottobre il tasso d’inflazione è sceso allo 0.7% e negli ultimi tre mesi Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Irlanda, Slovacchia, Estonia e Lettonia hanno visto scendere i livelli dei prezzi, con una correzione parallela delle tasse.

Secondo uno studio della Bundesbank, la soglia di tolleranza di un euro forte è di 1.79 dollari per la Germania, ma di 1.24 dollari per la Francia e di 1.17 dollari per l’Italia.
Settimana scorsa l’euro ha chiuso a 1.35 dollari, il che significa che la Germania non è ancora minacciata, mentre Francia e Italia sono in difficoltà.
In Italia la produzione industriale è crollata del 26% rispetto al livello più alto, prima dell’inizio della crisi economica nel 2008.

“E’ un massacro industriale sistematico – ha dichiarato Antonio Tajani, Commissario europeo dell’industria – L’euro è troppo forte e impedisce alle nostre aziende di fare concorrenza ai cinesi.
Abbiamo bisogno di una vera banca centrale, come la Federal Reserve o la Banca d’Inghilterra, che accetti di favorire la crescita.
La Banca centrale europea dovrebbe prestare soldi alle aziende, come fa la Banca d’Inghilterra. Non possiamo ridurre la disoccupazione o il nostro indebitamento pubblico senza una forte politica industriale che permetta di rilanciare le piccole imprese.”

In settimana i dirigenti della banca centrale europea si riuniranno e comunicheranno le loro decisioni in materia di politica monetaria.
“Vedremo se hanno la volontà di prendere in mano la politica monetaria e evitare un disastro – conclude il giornalista Evans-Pritchard – Se indietreggiano, l’euro continuerà a salire e a quel punto tanto varrà firmare un decreto di morte deflazionistica per i paesi del sud Europa.”

(Fonte : Express.be)