Per mantenere la sua rispettabilità politica, la dirigente del Front National francese Marine Le Pen deve rinnegare gli amici di suo padre. Quando Jean-Marie Le Pen era ancora presidente del FN, nel 2009 aveva creato, insieme al partito estremista ungherese Jobbik, l’Alleanza europea dei movimenti nazionali.

L’Alleanza riuniva il FN francese, il Jobbik ungherese, i neofascisti italiani della Fiamma tricolore, gli spagnoli del Movimiento social republicano, il Fronte nazionale belga, i britannici del British national party, i portoghesi del Partido national renovador e la Svoboda ucraina.

Nella sua qualità di presidente del FN Marine Le Pen – che aderisce al’Alleanza europea per la libertà – non vuol sentire parlare delle vecchie alleanze del padre, tutte estremamente radicali. Danneggerebbero la sua strategia di “rispettabilità” internazionale.

Il Jobbik (un nome che significa sia “a destra”, sia “i migliori”), diretto da Gabor Vona, non dà una bella immagine di sè. Le immagini delle sfilate in uniforme della Guardia ungherese, il suo braccio armato, hanno scioccato l’opinione europea.
In Ungheria questo partito non si presenta bene. All’avvicinarsi delle elezioni legislative, il prossimo aprile, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha bocciato gran parte dei suoi temi : critica della “dittatura” di Bruxelles e delle multinazionali straniere, preferenza nazionale nell’economia, ritorno a stretti valori nazionali, visione ultra-tradizionalista della famiglia.
Il Jobbik predica l’uscita dell’Ungheria dall’Unione europea e dalla Nato, una posizione contraria a quella del Fidesz di Orban, che ha anche abbozzato un avvicinamento con le organizzazione ebraiche sulla questione dell’antisemitismo, oltre che con Israele.

Il potenziale del Jobbik resta comunque importante, con un 13 % – 15 % nei sondaggi, un fattore importante nelle prossime elezioni.
Deve comunque affrontare la concorrenza. A fine ottobre un ex deputato del gruppo Jobbik, Andras Kisgergely, aveva lanciato un nuovo partito di estrema destra, Magyar Hajnal (Alba ungherese), sul modello di Alba dorata in Grecia.
Magyar Hajnal riunisce i delusi del Jobbik e militanti del movimento della Guardia ungherese, fuorilegge dal 2009 e che da allora si è ricostituito con altri nomi.
Oggi conta tre membri in Parlamento e vuole rimettere in causa le frontiere con la Slovacchia, la Romania, l’Ucraina, la Serbia o l’Austria.
Infine per ogni ungherese il Magyar Hajnal chiede il diritto di possedere un’arma – il che va inteso “per abbattere i delinquenti rom”.