L’interesse del summit dei capi di Stato e di governo dei 28 Stati membri dell’UE riuniti a Vilnius il 28 e 29 novembre è calato, dopo che l’Ucraina ha dichiarato che non firmerà l’accordo associativo e di libero scambio con l’Unione europea.

Malgrado abbia già scelto di rinunciare alla prospettiva europea, preferendo un allineamento con la Russia, il presidente ucraino Viktor Ianukovitch sarà presente nella capitale della Lituania, così come i presidenti di Armenia, Azerbaïdjan, Georgia, Moldavia e Bielorussia.
Oggi il campo dei partner orientali dell’Europa è diviso in tre.

Verde : firmeranno a Vilnius. Giallo : non sono pronti. Rosso : hanno scelto la Russia.
Verde : firmeranno a Vilnius.
Giallo : non sono pronti.
Rosso : hanno scelto la Russia.


I paesi che a Vilnius firmeranno l’accordo

Georgia
E’ dal 1999 che Bruxelles e Tbilissi hanno un accordo di partenariato e di cooperazione e nel 2006 hanno firmato un “piano d’azione per la politica di vicinato”, con uno stanziamento di 120 milioni di euro per il periodo 2007-2010.
Dal 2004 la Georgia porta avanti riforme strutturali giudicate decisive dai partner europei. Dall’ottobre 2012, con la sconfitta di Mikheïl Saakachvili e l’elezione del miliardario filorusso Bidzina Ivanichvili, Bruxelles si preoccupa per l’evoluzione politica del paese.
Il nuovo presidente ha confermato il rafforzamento della cooperazione con Mosca affermando che vuole mantenere comunque contatti con l’Europa.

Moldavia
Questo piccolo paese di 3.5 milioni di abitanti ha eletto nel 2009 l’Alleanza per l’integrazione europea, ha ridotto il deficit e orientato le sue esportazioni verso l’Europa, meritando la soddisfazione di Bruxelles.
Il primo ministro Iurie Leanca ha mantenuto questa rotta malgrado la pressione di Mosca, che ha sospeso le importazioni di vino moldavo per “motivi sanitari”.
La popolazione è preoccupata : il 70% dei moldavi ritiene che il paese si stia orientando nella direzione sbagliata e che la via europea non deve essere percorsa.
La situazione dell’agricoltura e dell’ambiente, così come la povertà nelle campagne sono temi di preoccupazione ai quali il potere spera di rimediare grazie all’accordo che sarà siglato a Vilnius.

Chi ha scelto la Russia

Armenia
Dopo quattro anni di discussioni, la Commissione europea aveva concluso un accordo associativo con Erevan, ma qualche settimana fa il presidente armeno, Serzh Sargsyan, ha annunciato di voler entrare a far parte dell’Unione doganale promossa da Mosca.
Il governo armeno spiega di essersi allineato con la Russia per proteggere la sicurezza e l’economia del paese : la Russia attira molti lavoratori armeni e investe massicciamente in Armenia.

Ucraina
L’Ucraina, con i suoi 45 milioni di abitanti, era il paese che più di altri l’Europa voleva attirare per simboleggiare la sua nuova politica orientale.
L’Ucraina si trova in gravi difficoltà finanziarie e economiche, aggravate dal costo proibitivo del gas acquistato in Russia. Mosca proponeva di ridurre i prezzi in cambio di un’adesione alla sua Unione doganale e della rinuncia dell’Ucraina all’accordo associativo europeo.
Alla fine il governo di Kiev ha ceduto alle pressioni russe (vedi correlati).

Chi “ufficialmente” non ha ancora deciso

Bielorussia
Grazie al suo statuto di “Partner esterno” dell’UE e “strumento della politica di vicinato e di partenariato”, la Bielorussia beneficia dei fondi europei, anche se ha optato per l’Unione doganale con la Russia.
Sta vivendo un’esperienza difficile e si lamenta del protezionismo russo, con tensioni che la scorsa estate si sono tradotte in misure di ritorsione decise da Mosca, che ha ridotto le esportazioni di petrolio e limitato l’entrata della carne bielorussa sul suo territorio.

Azerbaïdjan
Bruxelles e Bakou hanno concluso un accordo di partenariato e cooperazione nel 2006, con il finanziamento di 92 milioni di euro. Corteggiato per le sue riserve di gas e petrolio, il paese è un partner ingombrante, con un regime che reprime sistematicamente gli oppositori e i giornalisti troppo indipendenti.
L’Unione europea vuole tuttavia mantenere un legame con questo paese, che è servito quale via di passaggio per la guerra in Afghanistan.
Il regime si muove a diversi livelli diplomatici : è diventato un alleato per la sicurezza degli Stati Uniti e di Israele, pur mantenendo relazioni con l’Iran. Dal 2001 è associato a Georgia, Ucraina e Moldavia in un’associazione per la democrazia e lo sviluppo economico.

(Le Monde.fr)