Sui lavori di rinnovamento della casa parrocchiale di san Nicolao si è accesa una vivace polemica, innescata da vari interventi, anche mediatici, dell’avv. Ares Bernasconi. Si veda ad esempio il Corriere del Ticino di giovedì 12 dicembre. Oggi Bernasconi torna alla carica, e per farlo ha scelto il portale Ticinolive, cosa della quale gli siamo grati, perché l’argomento è attualissimo e interessante.

Un’intervista del professor Francesco De Maria.

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Vuole riassumerci per l’essenziale la vicenda?

Ares Bernasconi   La vicenda è abbastanza facile da descrivere: in occasione della penultima Assemblea parrocchiale di aprile è emerso che in vista di un rinnovamento della casa parrocchiale di S. Nicolao erano stati mandatati alcuni tecnici per allestire progetti. Ma in ciò l’Assemblea non è mai stata coinvolta né tantomeno per decidere i necessari crediti di progettazione. Nel frattempo l’Esecutivo parrocchiale si è rinnovato, ma pure la nuova squadra, benché sia stata da me sollecitata in tal senso, non ha inteso portare la questione in occasione dell’ultima Assemblea il 26 novembre 2013.

Ribaltare responsabilità su chi è venuto prima, oltre che facile e sbrigativo, è errato, poiché con questa scelta l’attuale Consiglio parrocchiale ha tacitamente fatto propria la situazione. Altrettanto sbagliato è ribaltare la responsabilità su singoli dipendenti (segretaria, contabile, ecc.): gli aspetti di natura generale e le scelte sono di esclusiva e integrale responsabilità del Consiglio parrocchiale come collegio.

E nemmeno voglio fare di ogni erba un fascio, buttando via l’intero lavoro svolto finora, che è stato intenso e anche per alcuni aspetti positivo. Questo però è un aspetto negativo.

Come mai ha assunto un ruolo attivo in essa, prendendo carta e penna? Che cosa l’ha spinta?

AB   Come avvocato pratico delle normative LOC, alla luce della reticenza del Consiglio parrocchiale, mi sono visto costretto ad agire in maniera chiara. In caso contrario i parrocchiani avrebbero potuto a ragione rimproverarmi di essere complice di tutta questa situazione. In passato mi sono sempre profilato come attento garante della legalità. Del resto lo scrupoloso rispetto delle norme è il solo modo per creare una comunione pastorale sincera senza ipocrisie e mormorazioni. Tali garanzie esistono non per ostacolare l’attività, ma affinché ci siano possibilità di controllo e una decisione maggiormente democratica e quindi condivisa. Solo in questo modo si realizza il vero senso di servizio.

A suo avviso sono state commesse (sempre che sia avvenuto) unicamente irregolarità formali?

AB   Difficile da dire ora. Sicuramente non è stata chiesta una decisione sulla spesa all’Assemblea. Infatti il Regolamento parrocchiale, ammesso e non concesso sia conforme alla Legge cantonale (che non ammette deroghe), prevede possibilità di spesa del Consiglio parrocchiale solo per “lavori di manutenzione urgenti e improrogabili”. Qui non siamo nel quadro di una manutenzione, ma di una rinnovazione e in parte di una nuova opera, e per stessa ammissione del presidente della Parrocchia “non abbiamo fretta” (cfr. Corriere del Ticino).

Al di là della forma, i lavori che si intendono eseguire nella casa parrocchiale le sembrano utili/necessari?

AB   Dato che si tratta solo di voci e non ho visto nulla, non posso esprimermi in alcun modo.

Perché, a suo avviso, non si è seguito il procedimento corretto?

AB   Bisognerebbe chiederlo al Consiglio parrocchiale. In questi lunghi anni di assidua presenza all’Assemblea parrocchiale posso solo dire che sento dai parrocchiani un certo malessere nella conduzione del potere, ritenuta lontana e poco dedita all’ascolto delle problematiche della Comunità.

Il Corriere del Ticino si è premurato di interpellare il presidente del Consiglio parrocchiale, Gianfranco  Baumann, il quale ha assicurato trasparenza e correttezza negli atti compiuti. Lei ha ancora obiezioni da muovere?

AB   È evidente che la procedura non è stata corretta. In futuro esigo maggiore accuratezza e scrupolo nel rispetto delle procedure. Si tratta dei soldi dei parrocchiani contribuenti: occorrerebbe maggiore attenzione. C’è però anche un discorso di pianificazione politica aperto: non ha alcun senso incaricare tecnici per poi non farne nulla e dire che non c’è fretta. Si sarebbe dovuto preparare in maniera completa il dossier con visioni a lunga scadenza e con un piano di marcia ben preciso.

Può formularci una previsione circa la possibile evoluzione della vicenda? Ammesso che ci sia qualcosa da “sanare”, quale sarebbe a suo avviso la via migliore per farlo?

AB   Difficile prevedere l’evoluzione della questione. Non escludo che questa storia possa aprire una sorta di “vaso di pandora”. Questa situazione non fa certo onore a un Ente religioso deputato a trasmettere un messaggio di comunione, fratellanza e rettitudine. Evidentemente l’autorizzazione di spesa ex post va chiesta subito, al più tardi in occasione della prossima Assemblea ordinaria di aprile, dando finalmente voce a colei cui è stata sottratta. Ciò con un messaggio che spieghi in maniera articolata per filo e per segno tutta la vicenda, illustri per quanto possibile le prossime tappe ipotizzabili e le scelte che il Consiglio parrocchiale intende compiere. In caso contrario la situazione diventerà insostenibile, mettendo anche l’autorità di vigilanza dinanzi a una situazione molto imbarazzante.

A titolo indipendente da questa vicenda ho presentato una mozione tendente a rafforzare l’organico e a concedere un’indennità spese alla Commissione della gestione. Solo con una Commissione della gestione efficiente si potranno ridurre al minimo le irregolarità.

Per finire, può illustrare ai lettori di Ticinolive la composizione della parrocchia di Lugano (in particolare la sua estensione territoriale) e la struttura dei suoi organismi decisionali? Lei riveste un ruolo in tali organismi?

AB   La Parrocchia di Lugano si estende sulla giurisdizione dell’originario Comune di Lugano (prima della fusione nel 1971). Comprende le quasi-parrocchie della Cattedrale, del Cristo Risorto, del S. Cuore, di S. Nicolao e di S. Maria degli Angioli. Non bisogna quindi confondere Parrocchia con l’attuale Comune.

La struttura organizzativa della Parrocchia è stabilita dalla legge cantonale sulla Chiesa cattolica ed è uguale per tutte. La Parrocchia è un Ente di diritto pubblico e ricalca l’organizzazione del Comune stabilita nella LOC. C’è un’Assemblea parrocchiale, che comprende tutti i parrocchiani, la quale è il Legislativo. Nell’Assemblea esiste una Commissione della gestione di due membri e due supplenti che preavvisa le decisioni dell’Assemblea, analogamente ai Comuni. Poi c’è il Consiglio parrocchiale di sette membri (il Parroco e sei membri eletti in ogni quasi-parrocchia), che è l’organo esecutivo.

Io sono un semplice parrocchiano. Non ho alcun ruolo nella Parrocchia. Il mio compito se mai è solo quello di rimanere al servizio dei parrocchiani come persona vigile e attenta e magari portare la voce di chi è più debole. Non ho alcuna velleità di potere.

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